8 Settembre 2024
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Netanyahu: «Non vogliamo sfollare la popolazione palestinese da Gaza»

È terminata la prima udienza alla Corte internazionale di Giustizia dell’Aja sull’accusa di genocidio intentata dal Sudafrica contro Israele. I giudici sono entrati solennemente nell’aula per ascoltare due giorni di discussioni. Gli avvocati del Sudafrica chiederanno ai giudici di imporre a Israele ordini preliminari vincolanti, tra cui l’arresto immediato della campagna militare di Israele a Gaza. Fuori dal tribunale si sono radunati manifestanti pro Palestina che sventolavano bandiere e altri filo-israeliani con striscioni che recitavano “Riportateli a casa”, riferendosi agli ostaggi ancora detenuti da Hamas.
Il Sudafrica ha fornito prove che dimostrano un «modello di condotta genocida» da parte di Israele. Adila Hassim, una degli avvocati del Sudafrica, ha affermato davanti alla Corte internazionale di Giustizia dell’Aja, dove è si è tenuta l’udienza, che «le azioni di Israele mostrano un modello sistematico di condotta da cui si può dedurre un genocidio».
In un documento di 84 pagine, il Sudafrica ha citato prove che dimostrano che Israele sta commettendo un genocidio uccidendo i palestinesi a Gaza, causando gravi danni mentali e fisici, evacuazioni forzate, fame diffusa e creando condizioni «calcolate per provocare la loro distruzione fisica». I palestinesi di Gaza «vengono uccisi nelle loro case, nei luoghi in cui cercano rifugio, negli ospedali, nelle scuole, nelle moschee, nelle chiese», ha detto Hassim rivolgendosi ai giudici, «il livello di uccisioni è così ampio che i corpi trovati sepolti in fosse comuni spesso non vengono identificati».
«Nessun attacco, per quanto grave, può giustificare una violazione della convenzione, sia sul piano della legge che della moralità». È quanto ha affermato il ministro della Giustizia sudafricano Ronald Lamola parlando davanti alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja. «Israele ha oltrepassato questa linea e ha violato la Convenzione sul genocidio», ha aggiunto Lamola, «questo è il motivo per cui il Sudafrica ha intentato questa causa».
«L’udienza dell’Aia è l’affare Dreyfus del XXI secolo», è quanto scrive in un post sul Twitter l’ex primo ministro isreliano Naftali Bennett. «Uno spettacolo di ipocrisia, antisemitismo e vergogna», aggiunge Bennett, «è stato Hamas che il 7 ottobre – senza alcun motivo – ha attaccato, bruciato, ucciso e violentato degli israeliani, eppure è Israele ad essere accusato». «Vergogna a chi partecipa a questa messinscena», conclude.
Intanto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, si è recato al Cairo, ultima tappa del suono nuovo tour in Medioriente, il quarto dall’inizio della guerra, volto a scongiurare un’espansione del conflitto in corso tra Israele e Hamas. L’Egitto sta svolgendo, insieme al Qatar, un ruolo chiave nei negoziati per arrivare almeno a una tregua in Medio Oriente.
Una petroliera è stata abbordata questa mattina nel Golfo di Oman da persone “non autorizzate” in uniforme militare e armate. L’United Kingdom Maritime Trade Operations dell’esercito britannico, che fornisce avvisi ai marinai in Medio Oriente, ha dichiarato che l’incidente è iniziato all’alba nelle acque tra l’Oman e l’Iran, in un’area transitata dalle navi che entrano ed escono dallo Stretto di Hormuz, la stretta imboccatura del Golfo Persico attraverso la quale passa un quinto di tutto il petrolio commerciato. Il gruppo britannico ha descritto di aver ricevuto un rapporto dal responsabile della sicurezza della nave che riferiva di aver sentito «voci sconosciute al telefono» insieme al capitano della nave. Ha detto che ulteriori tentativi di contattare la nave sono falliti e che gli uomini che sono saliti a bordo indossavano «uniformi nere di tipo militare con maschere nere». La società privata di intelligence Ambrey ha dichiarato che “sei militari” sono saliti a bordo della nave, che ha identificato come la petroliera St. Ha detto che gli uomini hanno coperto le telecamere di sorveglianza mentre salivano a bordo.

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