16 Settembre 2024

Politico: «Colloqui su forza multinazionale a Gaza per dopo Hamas»

Le porte del valico di Rafah si sono aperte lasciando uscire centinaia di stranieri, di persone con doppio passaporto e anche feriti. Tra loro anche i primi 4 italiani, volontari di Ong internazionali, accolti dai diplomatici italiani e accompagnati al Cairo. L’uscita da Gaza è un piccolo spiraglio nel conflitto che si fa ogni giorno più feroce: un nuovo bombardamento ha colpito il campo profughi di Jabalia, nel nord dell’enclave palestinese, già teatro ieri di un pesante raid che ha lasciato sotto le macerie decine di morti, con l’Onu che torna ad alzare i toni parlando di «attacchi sproporzionati che potrebbero equivalere a crimini di guerra».
Anche le cancellerie europee, da Parigi a Berlino fino alle istituzioni Ue, si sono dette «molto preoccupate» dalle notizie provenienti da Jabalia, sottolineando la necessità di «proteggere la popolazione civile». Le forze combinate israeliane, tra truppe e tank, dopo violenti combattimenti con Hamas sono intanto alle «porte di Gaza City», accerchiata da tre lati – nord, centro e sud – con una manovra a tenaglia che mira a radicarsi nel profondo della Striscia. Sul numero di quanti hanno attraversato il doppio confine tra Gaza e l’Egitto non si ha ancora certezza. Fonti egiziane parlano di 335 stranieri e persone con doppia nazionalità oltre a 76 feriti. Questa prima evacuazione potrebbe essere replicata forse già da domani e proseguire nei prossimi giorni per permettere ad altri di lasciare, compresi diversi italiani e di doppia cittadinanza.
Sul campo lo scontro è aspro: il nuovo attacco israeliano al campo profughi di Jabalia – ha fatto sapere il ministero della Sanità di Hamas – ha causato «decine di morti e feriti». Ieri secondo la stessa fonte erano state 50 le vittime. Il capo degli affari umanitari delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, l’ha descritto come «l’ultima atrocità che ha colpito gli abitanti di Gaza»: nella Striscia – ha aggiunto – «i combattimenti sono entrati in una fase ancora più terrificante, con conseguenze umanitarie sempre più spaventose». «La sicurezza e la protezione dei civili non è solo un obbligo morale, ma anche legale», ha sintetizzato l’alto rappresentante per la politica estera della Ue, Josep Borrell.
L’esercito israeliano insiste che a Jabalia, nei tunnel sotto il campo profughi, si nascondeva il Comando centrale di Hamas del nord della Striscia con il capo Ibrahim Biari e decine di operativi della fazione islamica asserragliati. E quello dei tunnel è un bersaglio prioritario delle forze armate, insieme ai capi di Hamas: l’ultimo a essere colpito e ucciso oggi è stato Muhammad Asar, comandante dell’unità missilistica anticarro. Il ministro della difesa Yoav Gallant ha detto che l’esercito israeliano è al lavoro per scoprire «la rete sotterranea di Hamas e far uscire i terroristi». «Siamo alle porte di Gaza City», ha annunciato il generale Itzik Cohen, comandante della 162/a divisione dell’esercito, aggiungendo che i soldati «sono ora nel profondo della Striscia».
A testimoniare la durezza degli scontri con Hamas è il numero dei 16 soldati morti, denunciati dall’esercito dal primo ingresso al nord della Striscia. Lo scenario complessivo della regione sembra complicarsi ulteriormente. Israele – dopo i missili arrivati dal Mar Rosso sulla cittadina di Eilat ad opera degli Huthi yemeniti alleati dell’Iran – ha deciso di dispiegare navi lancia-missili a largo della costa, incuneata tra Giordania ed Egitto. «Sappiamo anche attaccare nel luogo e nei tempi che stabiliremo, sulla base – ha avvertito il portavoce militare Daniel Hagari – dei nostri interessi di sicurezza». Senza contare il Libano da dove continuano ad arrivare razzi e colpi di mortaio ai quali Israele risponde.
Sulla sorte dei 240 ostaggi in mano di Hamas – che oggi ha annunciato la morte di 3 di loro negli attacchi israeliani a Jabalia – ad ora non c’è intesa, nonostante gli intensi sforzi del Qatar. Il capo della fazione islamica Ismail Haniyeh ha detto che per la loro liberazione occorre «un cessate il fuoco». Richiesta più volte respinta da Israele che si affida piuttosto alla pressione militare sulla Striscia per favorire la loro liberazione. Una soluzione alla quale stanno lavorando anche i commando Usa arrivati in Israele. Venerdì prossimo a Gerusalemme, ma anche in altri Paesi della regione, arriverà il segretario di Stato Usa, Antony Blinken: nel dossier il rispetto dei civili e l’aumento degli aiuti umanitari. La Giordania, dopo Jabalya, ha intanto richiamato in patria il proprio ambasciatore a Tel Aviv chiedendo a Israele di non mandare ad Amman il suo. Sullo Stato ebraico continua la pioggia di razzi nel sud e nel centro (Tel Aviv compresa), mentre i morti a Gaza sono 8.796 (Hamas non distingue tra civili e miliziani) di cui 3.648 minori e oltre 22 mila feriti.

Continuano gli scontri tra Israele e Libano
Continuano gli scontri a fuoco al confine tra Israele e Libano. L’esercito israeliano ha confermato che uno dei suoi droni è stato abbattuto da un missile terra-aria lanciato dal Libano. L’Idf ha dichiarato di aver attaccato il gruppo di militanti che avrebbero lanciato il razzo. E’ la seconda volta dall’inizio della guerra che Hezbollah colpisce un drone israeliano. Nelle ultime tre settimane, il gruppo armato sciita libanese e l’esercito israeliano sono stati impegnati in scaramucce, relativamente limitate nella loro portata e geografia. Ma dalla scorsa settimana, abbiamo visto entrambe le parti sparare più profondamente l’una nel territorio dell’altra, in una mossa che secondo gli esperti segna un nuovo livello di confronto.

L’esercito israeliano: nella notte uccise decine di terroristi
L’esercito israeliano sta continuando “a colpire terroristi e distruggere infrastrutture del terrore” nella Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui nella notte “i soldati si sono scontrati con numerose cellule terroristiche nel nord della Striscia di Gaza uccidendo decine di terroristi”. I soldati hanno affrontato le milizie di Hamas con “l’assistenza del fuoco dell’artiglieria e dei tank guidando al tempo stesso un attacco aereo con un elicottero e un missile lanciato da una nave”.

Tennista tunisina dona premio del Masters Wta di Cancun per aiutare i palestinesi
La tennista tunisina Ons Jabeur, due volte finalista a Wimbledon nel 2022 e nel 2023, ha annunciato che donerà parte del premio del Masters Wta di Cancun (Messico) “per aiutare i palestinesi”. Dopo la vittoria sulla ceca Marketa Vondrousova nella fase a gironi del torneo che riunisce a fine stagione le otto migliori giocatrici del mondo, Jabeur si è emozionata durante l’intervista post partita rilasciata in campo. “E’ molto difficile vedere i bambini, i bambini muoiono ogni giorno. Mi spezza il cuore. Così ho deciso di donare parte del mio premio in denaro per aiutare i palestinesi”, ha detto.

Evacuati ieri 20 australiani dal valico di Rafah
La ministra degli Esteri australiana, Penny Wong, ha annunciato che 20 connazionali e due familiari, nonché un residente, sono stati evacuati in territorio egiziano attraverso il valico di Rafah, in base a un accordo mediato dal Qatar con Israele, Hamas ed Egitto. “Abbiamo ancora del lavoro da fare, ma dopo tanta pressione internazionale, mi sento molto sollevata che il valico di frontiera di Rafah sia stato aperto”, ha detto Wong in dichiarazioni rilasciate oggi all’emittente pubblica australiana Abc. Ha assicurato che l’esecutivo di Canberra continuera’ a lavorare per garantire la partenza da Gaza degli australiani – che si stima siano 65 – nel caso in cui il valico di Rafah, al confine con l’Egitto, “venga nuovamente aperto”, cosa che considera “possibile”.

Hamas: almeno 195 palestinesi uccisi negli attacchi al campo profughi di Jabalia, 120 i dispersi e 777 i feriti
Sarebbero almeno 195 i palestinesi uccisi in due serie di attacchi aerei israeliani sul campo profughi di Jabalia a Gaza tra martedì e mercoledì, secondo un ufficio stampa governativo gestito da Hamas. Circa 120 persone risultano ancora disperse sotto le macerie e almeno altri 777 sono rimasti feriti, ha riferito l’ufficio in una nota, secondo quanto riporta il Guardian. Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno affermato di aver preso di mira e ucciso ieri Muhammad A’sar, il comandante della flotta di missili guidati anticarro di Hamas, mentre martedì l’obiettivo era uccidere Ibrahim Biari, un comandante chiave di Hamas collegato all’attacco contro Israele del 7 ottobre.

Biden: necessaria una pausa per far uscire i prigionieri
«Penso che abbiamo bisogno di una pausa. Una pausa significa dare tempo per far uscire i prigionieri»: lo ha detto Joe Biden ad un evento elettorale in Minnesota, dopo che un membro del pubblico aveva gridato «come rabbino ho bisogno che lei chieda un cessate il fuoco adesso». Lo riferisce il pool di reporter al seguito, senza precisare se il presidente si riferisse agli ostaggi o a coloro che sono trattenuti nella Striscia di Gaza.

“Colloqui su forza multinazionale a Gaza per dopo Hamas”
Sono in corso colloqui per istituire una forza multinazionale a Gaza dopo che Israele avrà sradicato Hamas: lo hanno confermato due senatori Usa. I senatori dem Chris Van Hollen e Richard Blumenthal hanno riferito a Politico che è al lavoro una diplomazia dietro le quinte per stabilire una forza di mantenimento della pace a Gaza, anche se probabilmente non includerà truppe americane.

Capo Unrwa visita la Striscia: tragedia senza precedenti
“I bambini chiedono acqua e pane. Serve un cessate il fuoco”
La portata della tragedia a Gaza è «senza precedenti». Lo ha ribadito il Commissario generale dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) Philippe Lazzarini, dopo aver visitato la Striscia per la prima volta dall’attacco di Hamas in Israele il 7 ottobre. È stato «uno dei giorni più tristi del mio lavoro umanitario», ha aggiunto in un comunicato citato dal Guardian. «Sono appena tornato dalla Striscia di Gaza. È la prima volta che sono stato autorizzato a entrare dall’inizio di questa terribile guerra, quasi quattro settimane fa. La portata della tragedia è senza precedenti», ha affermato spiegando di aver visitato gli sfollati rifugiati in una delle scuole dell’agenzia a Rafah. «Il posto era sovraffollato. Le condizioni di vita e sanitarie erano oltre ogni comprensione. Tutti chiedevano solo acqua e cibo. Invece di essere a scuola a imparare, i bambini chiedono solo un sorso d’acqua e un pezzo di pane. E’ stato straziante. Soprattutto, la gente chiede un cessate il fuoco. Vogliono che questa tragedia finisca», ha raccontato. «I nostri appelli cadono nel vuoto. Un cessate il fuoco umanitario è atteso da tempo. Senza questo, altre persone verranno uccise, i vivi subiranno ulteriori perdite e la società, un tempo vivace, sarà in lutto per sempre», ha concluso Lazzarini, rilanciando l’appello alla fornitura di carburante per ospedali, panifici e impianti idrici, e ricordando che oltre 70 persone dello staff dell’Unrwa sono rimaste uccise dal 7 ottobre.

Deputato Usa: civili palestinesi innocenti? Andiamoci piano
Un deputato americano ha suggerito che non esistono «civili palestinesi innocenti» in un discorso alla Camera Usa in cui ha paragonato i civili palestinesi ai nazisti. Brian Mast, un congressman repubblicano della Florida, è intervenuto in aula mentre si discuteva una misura che imporrebbe sanzioni alle persone che sostengono gruppi, come Hamas, che il disegno di legge considera «organizzazioni terroristiche». «Vorrei incoraggiare l’altra parte a non suggerire così alla leggera l’idea dei civili palestinesi innocenti, come spesso si dice. Non penso che avremmo usato così alla leggera il termine ‘civili nazisti innocenti’ durante la Seconda guerra mondiale», ha detto il deputato, che precedentemente ha prestato servizio come volontario presso le Forze di difesa israeliane.

M.O.: Israele, colpite due cellule terroristiche in Libano
L’esercito israeliano ha riferito di aver colpito una «cellula terroristica» nel sud del Libano che «stava cercando di lanciare un missile anticarro verso l’area di Meiss El Jabal in Israele». Oltre a questa, i militari israeliani hanno preso di mira «un’altra cellula terroristica che si trovava nell’area». L’Idf ha anche fatto sapere di aver colpito i lanciarazzi utilizzati in un attacco nell’area di Yiftah stamane, mentre in un raid aereo sono stati presi di mira un sito di Hezbollah e una posizione di lancio di missili guidati anticarro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *