16 Settembre 2024

Gli Usa: porre fine al conflitto «il più rapidamente possibile» è una priorità assoluta per l’amministrazione Biden nel prossimo anno

Mentre le vittime dal 7 ottobre nella Striscia di Gaza hanno ormai raggiunto quota 20mila, si lavora per cercare un nuovo cessate il fuoco e uno scambio fra ostaggi nelle mani di Hamas e detenuti palestinesi nelle carceri israeliane. Il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, si è recato al Cairo per incontrare il capo dell’Intelligence egiziana mentre il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, , ha confermato che sono in corso «discussioni e negoziati molto seri» per una nuova pausa nel conflitto. Secondo alcuni media la proposta su cui si lavora è quella di una tregua di una settimana in cambio del rilascio da parte di Hamas di 40 ostaggi, donne e uomini anziani. Dagli Stati Uniti il Segretario generale Antony Blinken ha affermato che porre fine alla guerra tra Israele e Hamas «il più rapidamente possibile» è una priorità assoluta per l’amministrazione Biden nel prossimo anno.
La volontà espressa da Washington è quella di una nuova fase del conflitto «a minore intensità» e con «operazioni mirate». Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dal canto suo ha ribadito che Israele continuerà la guerra «fino alla vittoria» e chiunque pensa il contrario «è distaccato dalla realtà». «Ogni membro di Hamas è destinato a morire», ha affermato. Resta caldo anche il fronte del Mar Rosso  dove i ribelli yemeniti Houthi hanno dichiarato che colpiranno le navi Usa in caso di attacchi allo Yemen. «L’America cerca di militarizzare il Mar Rosso e il Golfo di Aden, cercando di trasformare la regione in una zona di guerra», l’accusa dei ribelli sostenuti dall’Iran. C’è grande attesa infine per il voto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite sulla risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza. La votazione, inizialmente prevista per lunedì, è stata rinviata più volte nel tentativo di prendere tempo per evitare un nuovo veto da parte degli Stati Uniti. Washington ha ribadito di volere nel testo la condanna esplicita degli attacchi effettuati da Hamas lo scorso 7 ottobre.

07:36 – L’Oms: preoccupati per malattie e fame a Gaza
Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha espresso preoccupazione per la “combinazione” di malattie, fame e mancanza di igiene nella Striscia di Gaza, che ha portato la popolazione a sperimentare “tassi alle stelle” di infezioni e focolai di malattie. “Sono profondamente preoccupato per la combinazione tossica di malattie, fame e mancanza di igiene e servizi igienico-sanitari che le persone a Gaza devono affrontare in questo momento. La fame indebolisce le difese del corpo e apre la porta alle malattie. Gaza sta già sperimentando tassi alle stelle di epidemie di malattie infettive”, ha affermato via social. Inoltre, è stato constatato che i casi di diarrea tra i bambini sotto i 5 anni sono 25 volte più comuni rispetto a prima dello scoppio della guerra tra Israele e il Movimento di Resistenza Islamica (Hamas) il 7 ottobre. “Queste malattie possono essere letali per i bambini malnutriti, e lo sono ancora di più in assenza di servizi sanitari funzionanti. Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco adesso”, ha aggiunto Tedros.

07:33 – Uccisi altri 3 soldati israeliani: il bilancio delle vittime nell’ultima offensiva di terra sale a 137
L’esercito israeliano ha annunciato che altri tre soldati sono stati uccisi combattendo Hamas nel nord della Striscia di Gaza, portando a 137 il bilancio delle vittime dell’offensiva di terra di Israele contro il gruppo terroristico. Lo riferisce Times of Israel, sul suo portale web. Secondo l’IDF, – riporta sempre Times of Israel – un ufficiale e altri due cadetti della Gefen sono rimasti gravemente feriti.

06:40 – Wafa: il bilancio del raid di Israele su Khan Yunis è di 24 morti
E’ di almeno 24 civili uccisi e diversi altri feriti il bilancio degli attacchi aerei israeliani di ieri sulla città di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa.

06:20 – In corso vaste operazioni di Israele in Cisgiordania
Le forze armate israeliane stanno effettuando arresti su larga scala in tutta la Cisgiordania. Lo riportano i media palestinesi, precisando che le truppe stanno operando in particolare nelle citta’ di Az-Zahariya e Bani Naim a sud di Hebron, cosi’ come a Gerico e nel campo profughi di Ein al-Sultan.

02:10 – Le carceri israeliane vicino alla capienza massima
Le carceri israeliane stanno esaurendo lo spazio a causa dell’ondata di arresti in seguito agli attacchi di Hamas del 7 ottobre e alla ritorsione di Israele nella Striscia di Gaza. Lo ha reso noto un alto funzionario del Servizio penitenziario israeliano (Ips), spiegando che lo Stato ebraico ha imprigionato in due mesi circa 3.000 persone. “Siamo molto vicini a esaurire lo spazio per i detenuti nelle carceri”, ha detto Elyasaf Zakai, capo del dipartimento carcerario dell’Ips. Ci sono attualmente 19.372 detenuti nelle prigioni israeliane rispetto ai 16.353 di prima del 7 ottobre, ha spiegato. “Il servizio carcerario israeliano sa come gestire la detenzione di un massimo di 20.000 detenuti e siamo molto vicini a questo numero”, ha aggiunto Zakai.

01:40 – Israele: 19 guardie indagate per il pestaggio mortale di un detenuto palestinese
La polizia israeliana ha rivelato che 19 guardie carcerarie sono state interrogate in relazione al presunto pestaggio mortale il mese scorso di un prigioniero di sicurezza palestinese. Una dichiarazione della polizia citata dai media israeliani afferma che gli investigatori hanno interrogato gli agenti penitenziari su un sospetto “incidente violento” in una prigione del sud di Israele: le guardie sono sospettate di essere entrate nella cella di Tair Abu Asab nel carcere di Ketziot e di averlo picchiato, poche ore prima che il servizio penitenziario ne annunciasse la morte il 19 novembre. Abu Asab, membro dell’organizzazione politica e paramilitare palestinese Fatah, era in carcere dal 2005 con l’accusa di tentato omicidio in relazione a un attacco terroristico. Secondo Amnesty International, i palestinesi classificati da Israele come ‘prigionieri di sicurezza’ sono spesso “lasciati senza accusa né processo, in buona parte a seguito di ordinanze di detenzione amministrativa che possono essere rinnovate a tempo indeterminato di sei mesi in sei mesi”.

01:25 – Hezbollah rivendica il lancio di razzi su Kiryat Shmona
Hezbollah ha rivendicato la responsabilità del lancio di razzi avvenuto nella notte a Kiryat Shmona, città nel nord di Israele non lontana dal confine libanese, “in risposta ai continui attacchi di Israele contro villaggi e case civili”. Secondo quanto riportano i media israeliani non ci sono segnalazioni di feriti. I razzi lanciati sarebbero otto, cinque intercettati e tre caduti in aree aperte.

01:10 – Scoperto a Gaza un importante centro di comando di Hamas
L’esercito israeliano ha dichiarato ieri sera di aver scoperto un importante centro di comando di Hamas nel cuore della città di Gaza, infliggendo quello che ha descritto come un duro colpo al gruppo militante islamista. Il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), il contrammiraglio Daniel Hagari, ha spiegato che l’esercito ha individuato il nucleo di una vasta rete sotterranea utilizzata da Hamas per spostare armi, militanti e rifornimenti in tutta la Striscia. “Tutti hanno utilizzato questa infrastruttura regolarmente, durante le emergenze e anche all’inizio della guerra il 7 ottobre”, ha detto Hagari specificando che tali tunnel si estendevano attraverso Gaza e fino ai principali ospedali. Il portavoce delle Idf ha anche indicato che Israele sta riducendo le sue operazioni nel nord della Striscia, spiegando che l’esercito si è spostato nell’ultima roccaforte rimasta di Hamas nella città di Gaza: il quartiere di Tufah.

00:58 – Parla la madre di uno degli ostaggi uccisi per errore dai soldati israeliani
«So che tutto quello che è successo non è assolutamente colpa vostra»: è il messaggio indirizzato da Iris Haim, la madre di Yotam, uno dei tre ostaggi colpiti a morte per errore a Gaza, ai soldati coinvolti nell’uccisione. «Sono la madre di Yotam, volevo dirvi che vi amo moltissimo e vi abbraccio da lontano. So che tutto quello che è successo non è assolutamente colpa vostra, non è colpa di nessuno se non di Hamas», si legge nel messaggio inviato al 17esimo battaglione. «Vi chiedo di prendervi cura di voi stessi… perché tutti noi abbiamo bisogno che siate in salute – e non esitate un secondo se vedete un terrorista. Non pensate di aver ucciso deliberatamente un ostaggio. Dovete prendervi cura di voi stessi perché è l’unico modo per proteggerci». Yotam Haim è stato ucciso insieme a Samar Talalka e Alon Shamriz, dopo essere stati scambiati per miliziani di Hamas per errore dai soldati nel quartiere di Shijaiyah, a Gaza City, dove da diversi giorni si registrano forti combattimenti.

00:53 – Onu: denunciata esecuzione sommaria Idf di 11 palestinesi
L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Unhchr) ha affermato di aver ricevuto informazioni «inquietanti» secondo cui le Forze di difesa israeliane (Idf) avrebbero ucciso sommariamente almeno 11 uomini palestinesi davanti ai loro familiari a Gaza. Un rapporto dell’Unhchr citato dai media internazionali afferma che gli omicidi sarebbero avvenuti due giorni fa nel quartiere di Al Remal a Gaza City, «sulla scia di precedenti accuse riguardanti il deliberato attacco e l’uccisione di civili per mano delle forze israeliane». Secondo quanto riferito, i soldati delle Idf avrebbero circondato e fatto irruzione in un edificio dove diverse famiglie si erano rifugiate quella notte. Secondo i resoconti dei testimoni, le truppe israeliane avrebbero «separato gli uomini dalle donne e dai bambini, e poi hanno sparato uccidendo almeno 11 uomini, per lo più tra i 20 e i 30 anni, davanti ai loro familiari», si legge nel rapporto. L’Unhchr ha affermato di aver confermato gli omicidi avvenuti negli edifici, sebbene dettagli e circostanze siano ancora in fase di verifica. L’agenzia Onu ha avvertito che queste accuse «danno l’allarme sulla possibile commissione di un crimine di guerra» e ha chiesto alle autorità israeliane di aprire immediatamente un’indagine indipendente.

00:47 – Israele: 19 guardie indagate per il pestaggio a morte di un detenuto palestinese
La polizia israeliana ha reso noto che 19 guardie carcerarie sono state interrogate in relazione al presunto pestaggio a morte di un prigioniero avvenuto il mese scorso. In una dichiarazione la polizia ha spiegato che gli investigatori hanno interrogato le guardie su un sospetto «incidente violento» in una prigione nel sud di Israele e che le guardie sono state rilasciate dalla custodia sotto determinate condizioni. Secondo quanto riportato dai media ebraici, diversi agenti sono sospettati di essere entrati nella cella di Tair Abu Asab nel carcere di Ketziot e di averlo picchiato, poche ore prima che il servizio carcerario ne annunciasse la morte, il 19 novembre. In un primo momento il servizio carcerario aveva detto che le circostanze della morte dell’uomo erano oggetto di indagine. Abu Asab, membro del movimento Fatah, era in carcere dal 2005 con l’accusa di tentato omicidio in relazione ad un attacco terroristico.

00:41 – Idf: conquistato il quartiere dei leader di Hamas a Gaza City
L’esercito israeliano ha completato la conquista del «quartiere dei leader» di Hamas nel centro di Gaza City. Lo ha riferito il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, precisando che la zona comprende una rete di intricati tunnel che collegano appartamenti, uffici e nascondigli utilizzati da importanti esponenti militari e politici del Movimento islamico, tra cui Ismail Haniyeh, Yahya Sinwar e Mohammed Deif. «Così – ha aggiunto – abbiamo finito di smascherare la città terroristica sotterranea di Hamas nel nord: la smantelleremo e prenderemo di mira le loro infrastrutture strategiche». Stessa sorte colpirà anche i «nascondigli sotterranei dei leader di Hamas a Khan Yunis», ha assicurato Hagari.

00:35 – Hamas: il bilancio dei raid di Israele su Rafah sale a 12 morti
Il Ministero della Sanità di Gaza gestito da Hamas ha affermato che sono almeno 12 le persone rimaste uccise e decine quelle ferite nei bombardamenti israeliani di ieri su Rafah, nel sud della Striscia al confine con l’Egitto. «Dodici martiri e decine di feriti, tra cui donne e bambini, sono stati recuperati sotto le macerie quando una casa e una moschea sono state prese di mira a un centinaio di metri dall’ospedale Kuwaitiano», si legge in un comunicato diffuso dai media locali. Un precedente bilancio parlava di almeno quattro morti, decine di feriti e alcuni dispersi. Nelle zone di Rafah e Khan Yunis si sono concentrati ieri i combattimenti più intensi tra miliziani di Hamas e Forze di difesa israeliane (Idf), con ripetuti raid aerei.

00:30 – Israele: le truppe stanno intensificando i combattimenti a Gaza
«Le forze armate israeliane stanno intensificando i combattimenti» nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, precisando che l’obiettivo «è quello di dare sicurezza lungo il confine» per «garantire una nuova situazione di sicurezza ai residenti israeliani quando arriverà il momento del loro ritorno» nelle comunità vicino alla Striscia. «Le operazioni di terra continueranno, gli attacchi aerei persisteranno nelle aree designate di Gaza. Siamo impegnati anche a Rafah. Continueremo a perseguire la leadership di Hamas in tutta la Striscia di Gaza», ha assicurato.

00:22 – Risuonano le sirene nel nord d’Israele, al confine con Libano
Sirene sono risuonate nel nord d’Israele, vicino al confine con il Libano: nel mirino, la città di Kiryat Shmona e un certo numero di comunità nelle vicinanze.

00:09 – Onu: a Gaza perso il 66% dei posti di lavoro
Dall’inizio del conflitto tra Hamas e Israele, cominciato il 7 ottobre, a Gaza il 66 per cento delle persone impiegate ha perso il posto di lavoro. Sono circa 192 mila i posti persi in dieci settimane. Lo riporta l’Onu, che cita dati dell’ufficio centrale di statistica dell’Autorità palestinese.

00:01 – Generale di Israele: nuova fase della guerra, anche in nuove aree
Il capo del comando meridionale dell’Esercito israeliano (Idf) , il maggiore generale Yaron Finkelman, afferma che l’esercito si trova in «un’altra fase significativa dell’offensiva, in nuove aree». «Questa offensiva continuerà e continuerà ad andare avanti. Continuerà con la pressione contro il nemico in superficie e nel sottosuolo. Continueremo ad avanzare qui e in altre aree in cui non abbiamo ancora manovrato», ha affermato parlando ai militari della 98.ma divisione a Khan Yunis (Gaza), come mostra un video delle Idf.

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