La tensione in Medio Oriente continua a salire con Israele che appare sempre più determinato ad attaccare in Libano in risposta al missile degli Hezbollah che sabato sera ha ucciso 12 tra bambini e adolescenti sul Golan. «Lo Stato di Israele non vuole e non può far passare sotto silenzio quanto accaduto. La nostra risposta arriverà e sarà dura», ha tuonato il premier Benyamin Netanyahu che, a due giorni dall’attacco mortale, è andato a Majdal Shams, sul Golan druso, dove è stato anche contestato da un gruppo di residenti al grido di «assassino, vattene». Per ora la reazione israeliana si è limitata ad una serie di raid mirati con i droni contro comandanti sul campo dei miliziani sciiti in Libano per tentare, hanno spiegato analisti militari, di decapitare i vertici delle forze sul territorio in vista dell’attacco maggiore.
Hezbollah continua intanto a lanciare razzi verso Israele e si prepara alla risposta dello Stato ebraico spostando missili di precisione e svuotando le sue postazioni militari nel sud. Il tutto mentre si moltiplicano le compagnie aeree europee – dalla Lufthansa all’Air France – che hanno cancellato i voli per Beirut.
Il ministro della Difesa israeliano Gallant: “Si indaghi su azioni di Ben Gvir in assalto a basi Idf”
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha chiesto al premier Benyamin Netanyahu di indagare se il ministro della Sicurezza nazionale e leader dell’ultradestra Itamar Ben Gvir abbia ordinato alla polizia di non bloccare i rivoltosi nelle basi delle forze di difesa (Idf) di Sde Teiman e Beit Lid, dove sono stati arrestati e poi trasferiti nove soldati per presunti abusi sessuali ai danni di un detenuto di Hamas. Lo riportano i media israeliani. Gallant ha inviato una lettera al primo ministro: “Vi invito ad agire con mano pesante contro i membri della coalizione che hanno preso parte ai disordini e ad ordinare un’indagine per verificare se il ministro della Sicurezza nazionale abbia impedito o ritardato la risposta della polizia ai violenti incidenti a cui hanno preso parte membri del suo partito”, scrive Gallant nella missiva che è stata resa pubblica. Gallant afferma che gli eventi di ieri nelle due basi sono un “danno grave alla sicurezza del paese e all’autorità del governo che esiste grazie all’Idf”.
Sono gravi 7 bambini su 16 feriti dal missile a Majdal Shams: “Gravi traumi da schegge”
Sedici bambini rimasti feriti dall’esplosione di un missile lanciato dal Libano sabato scorso sulla cittadina drusa di Majdal Shams, sono ancora ricoverati in ospedale, sette dei quali in gravi condizioni. Otto dei feriti sono allo Ziv Medical Center, tre sono gravi, due sono ancora sedati e ventilati. Tutti e tre hanno ferite addominali, al torace e fratture agli arti, afferma l’ospedale. Il Rambam Medical Center di Haifa, dove sono stati portati altri feriti, ha reso noto che 5 bambini sono ancora ricoverati, tre sono in gravi condizioni nell’unità di terapia intensiva pediatrica. Altri tre piccoli sono al Tsafon Medical Center vicino a Tiberiade, uno è ancora in gravi condizioni e un altro in condizioni moderate.
Gran Bretagna esorta cittadini a lasciare il Libano
Il governo britannico ha invitato i suoi cittadini a lasciare il Libano e a non recarsi nel paese a causa delle crescenti tensioni in Medio Oriente. Lo ha affermato il ministro degli Affari Esteri, David Lammy. Si tratta di una situazione molto instabile, motivo per cui il personale del Ministero degli Esteri lavora 24 ore su 24 per contribuire a “garantire la sicurezza dei cittadini” del Regno Unito, ha indicato il capo della diplomazia britannica su X. Il ministero ha avvertito nei suoi avvisi di viaggio che la crisi nella regione potrebbe aggravarsi. “E’ necessario disporre di un piano di emergenza personale che non dipenda dal governo del Regno Unito. Ciò potrebbe includere la possibilità di partire rapidamente”, si legge.
Ong, attacchi israeliani su basi militari in Siria
L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito di attacchi israeliani contro due postazioni militari siriane nella provincia meridionale di Daraa nella notte, senza riportare vittime. Questi attacchi arrivano dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso di fornire una “risposta severa” all’attacco attribuito agli Hezbollah libanesi che sabato ha ucciso 12 giovani nell’annesso Golan. Questo movimento filo-iraniano è fortemente radicato in Siria, insieme alle truppe di Damasco, suo alleato. “Israele ha preso di mira due basi di difesa aerea siriane con missili nella provincia di Daraa”, ha affermato l’Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH). Gli spari, provenienti dalla parte del Golan siriano occupato e annesso da Israele, non hanno causato vittime, secondo la ong. Dall’inizio della guerra civile in Siria nel 2011, Israele ha effettuato centinaia di attacchi contro l’esercito e i gruppi filo-iraniani che sostengono il presidente Bashar al-Assad. Queste operazioni sono aumentate dopo l’attacco senza precedenti del palestinese Hamas in Israele il 7 ottobre, che ha scatenato la guerra a Gaza.
Cinque razzi contro Israele dal Libano durante la notte
Almeno cinque razzi sono stati lanciati contro Israele dal Libano durante la notte, ma non hanno raggiunto il territorio israeliano. A riferirne è il sito Walla citato dal Times of Israel. In nottata una sirena di allarme anti-razzo è scattata nel Kibbutz Hanita, vicino al confine con il Libano, nella Galilea occidentale. Nessuna dichiarazione in merito è arrivata dall’esercito israeliano né ci sono state rivendicazioni di un attacco da parte di Hezbollah.
Nasr (Johns Hopkins University): perché la strage nel villaggio druso forse è stato un errore di Hezbollah
“Il governo degli Stati Uniti dice che il missile viene dall’Hezbollah. L’Hezbollah nega. Le circostanze sono peculiari. Perché Hezbollah avrebbe mirato a un villaggio druso? Ma è successo e Israele lo vede come un attacco diretto contro il territorio e i civili israeliani e minaccia una rappresaglia. È possibile che fosse un errore da parte di Hezbollah, un errore di obiettivo o qualcosa del genere ed è per questo che negano di esserne responsabili. Dietro le quinte, nel frattempo, ci sono stati scambi di messaggi tra gli Stati Uniti e l’Iran per discutere che cosa potrebbe accadere in caso di escalation”. Lo dice al Corriere Vali Nasr, il direttore della scuola di politica internazionale della Johns Hopkins University che fu anche un consigliere sul Medioriente dell’amministrazione Obama. “L’amministrazione Usa non ha cambiato posizione (gli Usa non vogliono la guerra e cercano la de-escalation) ma non ha ottenuto un cessate il fuoco a Gaza: la ragione per cui Hezbollah e gli Houthi continuano ad agire in questo modo non è venuta meno – afferma – Non penso che le elezioni siano una ragione sufficiente. Penso che ci fosse da una decina di giorni una escalation al confine libanese, e Israele aveva minacciato una invasione del Libano e una guerra più ampia. Questo attacco, che fosse voluto o un errore di obiettivo, è avvenuto in questo contesto”.
Meloni, Israele non cada in trappola escalation
“Ogni volta che ci sembra di essere un po’ piu’ vicini all’ipotesi di un cessate il fuoco accade qualcosa. Significa che ci sono diversi soggetti regionali che puntano a un’escalation e che puntano sempre a costringere Israele a una reazione. Lo dico anche per invitare Israele a non cadere in questa trappola”. Lo sottolinea la premier, Giorgia Meloni, in un punto stampa a Pechino, riferendosi alle tensioni tra Israele e Libano.
Libano: allarme per timori risposta israeliana dopo bombardamenti
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso una risposta “dura” all’attentato che ha ucciso 12 giovani nelle alture del Golan, nonostante la moltiplicazione degli sforzi diplomatici per disinnescare la tensione tra Israele e il gruppo islamista libanese Hezbollah. “Questi bambini sono i nostri figli (…) Lo Stato di Israele non vuole e non puo’ permettere che cio’ avvenga. La nostra risposta arrivera’ e sara’ dura”, ha avvertito Netanyahu a Majdal Shams, la citta’ a maggioranza drusa dove un razzo ha colpito un campo di calcio sabato scorso.