Mosca torna ad accusare l’Ucraina per la strage del Crocus City Hall. Il direttore dell’Fsb Bortnikov ha detto che dietro l’attacco ci sono gli 007 di Kiev che addestra terroristi in Medio Oriente e ha aggiunto che i risultati preliminari dell’inchiesta indicano «un coinvolgimento» di Usa e Gb, annunciando una «rappresaglia». Ma il presidente bielorusso Lukashenko offre una versione opposta a quella del Cremlino sulla fuga dei killer, affermando che avevano tentato di raggiungere la Bielorussia e non l’Ucraina come detto da Putin.
Il presidente russo aveva detto lunedì sera che l’attacco alla sala da concerti, costato 139 morti e 180 feriti, era stato compiuto da «estremisti islamici». Ma aveva avvertito che l’inchiesta sarebbe continuata per scovare i mandanti, puntando il dito proprio contro l’Ucraina, dove secondo lui erano diretti i quattro terroristi accusati di essere gli autori materiali del massacro. A riaffermarlo è stato poi Bortnikov, secondo il quale per loro a Kiev era pronta una accoglienza da «eroi». Una versione che sembra cozzare con quella del presidente bielorusso Alexander Lukashenko, secondo il quale i quattro presunti autori della strage si sono diretti in un primo momento verso il confine con il suo Paese. Lukashenko ha raccontato infatti che i terroristi, arrivati nella regione russa di Bryansk, «hanno capito che era impossibile entrare in Bielorussia» per i posti di blocco subito istituiti d’accordo con Putin e perciò «hanno cambiato strada e si sono diretti al confine russo-ucraino». Al di là dell’evidente contraddizione tra le due versioni, Kiev ha nuovamente respinto le accuse, alle quali si è aggiunta quella rivolta da Bortnikov all’Ucraina di addestrare «nazionalisti, mercenari e islamisti in Medio Oriente» per poi farli «combattere contro la Russia».
Sul fronte dell’inchiesta, la Corte di Mosca che si occupa del caso ha tramutato in arresto il fermo di un ottavo sospetto. Si tratta di Alisher Kasimov, originario del Kirghizistan ma cittadino russo. L’uomo è accusato di avere affittato un appartamento ai presunti terroristi, ma lui ha detto di averlo fatto senza sapere di chi si trattasse. In precedenza erano stati confermati gli arresti dei quattro presunti esecutori, tutti tagiki, e di altri tre uomini, anch’essi di origine tagika. La stessa Corte ha emesso un ordine d’arresto con l’accusa di terrorismo nei confronti del capo dei servizi segreti ucraini (Sbu), Vasily Malyuk, ma il provvedimento non è legato all’inchiesta sulla strage.