Fonte: La Stampa
Svolta più vicina. Il piano di Tsipras arriva in tarda serata. Trattative per tutta la notte
L’appuntamento era alle cinque del pomeriggio. I tre creditori di Atene – Ue, Fmi e Bce – si attendevano che sul tavolo ci fosse una versione tangibile del piano che Tsipras ha promesso alle sue controparti. «Mi sembra veramente il minimo», assicurava una fonte al corrente del dossier. Alle sette gli sherpa erano ancora in “stand by”, senza un nuovo testo. Proprio come domenica scorsa. Così hanno atteso e atteso, fino alle undici. A quel punto si è potuto entrare nei dettagli.
Fonti comunitarie affermano comunque che i creditori sono pronti a estendere di sei mesi il programma in vigore (è il secondo, scade il 30 giugno e ha 7,2 miliardi di dote). In presenza di un piano equilibrato dei greci, caricherebbero l’intesa con 18 miliardi di euro, necessari per non fallire e continuare il confronto sul futuro.
Domani, lunedì 22 giugno, alle 12.30 si incontrano i ministri economici dell’Eurozona e in serata, alle 19, passeranno le carte ai leader. L’ipotesi più probabile è che la trattativa sia destinata, in forme ancora non prevedibili, al vertice del ventotto in programma il 25 e il 26, sempre nella capitale europea. In mattinata, Tsipras vedrà anche Juncker, Draghi, Dijsselbloem (Eurogruppo) e Lagarde (Fmi).
Sempre domani, si riunione alle 10.30 il board della Bce. C’è allarme per l’emorragia di denaro dalle banche elleniche. «I pre-ordinativi per domani si aggirano intorno al miliardo di euro», rivelano fonti che hanno contatti con Francoforte. La scorsa settimana, la fuga dai conti è stata di circa 5 miliardi.
Il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, sta operando da facilitatore. Ha sentito Tsipras ieri e ancora in mattinata. Il greco ha pure parlato con Parigi e Berlino. I diplomatici sottolineano gli sforzi per arrivare un accordo. Ma senza un testo su cui negoziare non si va da nessuna parte. Un osservatore vede nei rinvii di Atene una tattica: vogliono saltare il negoziato tecnico coi ministri e arrivare subito al confronto “politico” coi leader.
I greci hanno parlato del piano tutto il giorno, il che ha creato delle condizioni surreali. Il nuovo schema manterrebbe i tre tipi di Iva (cioè una al 6,5%, una al 13 % una al 23%) contro la riduzione a due tipi richiesta dalle istituzioni. In cambio di questo, però, Atene sarebbe disposta ad aumentare la tassazione su alcuni alimenti e sugli hotel in modo da far salire gli introiti fiscali. A proposito delle pensioni, che insieme all’Iva sono una delle questioni oggetto di maggior disaccordo, il governo di Tsipras sarebbe disponibile ad abolire i prepensionamenti a partire dal 2016, il che consentirebbe un risparmio di circa 200 milioni di euro. Bisognava però che lo comunicasse anche a Bruxelles. Il che è successo solo quando il giorno stava per finire.