Fonte: Sole 24 Ore
di Beda Romano
Olanda e Paesi dell’Est contro la proposta franco tedesca di un vertice con Putin. Toni duri contro l’Ungheria e la nuova legge anti Lgbt
È terminata in mezzo alla notte la prima sessione del summit europeo di due giorni che si sta tenendo qui a Bruxelles. I Ventisette hanno deciso un doppio approccio nella loro politica con la Russia: fermezza e dialogo, in modo meno reattivo e più costruttivo. Il tentativo franco-tedesco di organizzare velocemente un incontro al vertice con il presidente russo Vladimir Putin è però fallito dinanzi alla strenua opposizione di molti paesi, non solo di quelli dell’Est.
«Non è stato possibile trovare un accordo su un incontro a brevissimo tra noi e il presidente Putin», ha ammesso la cancelliera tedesca Angela Merkel intorno alle 3 del mattino, dopo una lunghissima sessione di lavoro durante la quale i capi di Stato e di governo hanno discusso di vari temi: dalla pandemia virale alla legge controversa approvata in Ungheria e relativa all’educazione sessuale dei minori, oltre che a questioni di politica internazionale.
Nel corso degli ultimi giorni, cogliendo l’opportunità offerta da un rapporto preparato dalla Commissione europea sulla futura relazione con la Russia, Germania e Francia hanno tentato di forzare la mano dei loro partner, proponendo un rapporto strutturato con Mosca che fosse basato da un lato su un armamentario di misure per rispondere alle provocazioni russe, e dall’altro su filoni di cooperazione in campi quali la lotta al terrorismo, il clima o l’Artico.
A complicare la discussione è stato il desiderio franco-tedesco di organizzare un vertice con il presidente Putin, sulla falsariga di quello che si è tenuto a Ginevra mercoledì 16 giugno tra il leader russo e il presidente americano Joe Biden.
Molti Paesi membri si sono opposti, sempre cauti con Mosca: le repubbliche baltiche, la Polonia, ma anche l’Olanda e la Svezia. «In questo contesto, il Consiglio europeo esplorerà i formati e le condizioni del dialogo con la Russia», si legge quindi nelle conclusioni.
Più in generale, i Ventisette si sono trovati d’accordo su «un approccio europeo unito, a lungo termine e strategico con la Russia». Il Consiglio europeo ha sottolineato «la necessità di una risposta ferma e coordinata da parte dell’Unione europea e dei suoi Stati membri a qualsiasi ulteriore attività maligna, illegale e di disturbo da parte della Russia». Al tempo stesso, l’Unione vorrebbe cooperare con Mosca su vari fronti comuni.
A segnare il clima del vertice sono state tensioni su una legge ungherese che vieta la raffigurazione o la promozione dell’omosessualità tra i minori e che è ritenuta da molti paesi in violazione dello stato di diritto. Addirittura, il premier olandese Mark Rutte ha affermato che l’Ungheria «non ha più nulla da fare nell’Unione europea». In una lettera inviata alle istituzioni comunitarie i leader di 17 Paesi – tra cui il premier Mario Draghi – hanno ribadito l’impegno alla tolleranza e ai valori europei.
Durante l’animata discussione di ieri sera, le critiche a Budapest sono fioccate. Secondo alcuni resoconti, Mark Rutte avrebbe suggerito al premier Viktor Orbán di lasciare l’Unione, se infelice dei valori comunitari. «La legge non riguarda gli omosessuali ma come i genitori vogliono educare i loro figli a proposito del sesso», si è difeso il premier ungherese, che ha accusato molti omologhi di non aver letto il provvedimento. Dalla sua quest’ultimo nelle discussioni avrebbe avuto la Polonia e la Slovenia.
La sessione di oggi, venerdì 25 giugno, sarà dedicata alla situazione economica e al futuro dell’unione monetaria. La settimana scorsa in Lussemburgo, i ministri delle Finanze hanno ammesso di avere bisogno di più tempo per concludere il difficile negoziato sul completamento di una unione bancaria. Manca all’appello un terzo pilastro, oltre a quelli della vigilanza e della risoluzione degli istituti di credito, ossia l’assicurazione in solido dei depositi. Il tema resta controverso.