La ricerca della Fim Cisl Lombardia su impiegati, quadri, nuove e alte professionalità
Non solo stipendio. I lavoratori scelgono le aziende per l’ambiente di relazioni positive, per le prospettive di crescita, per la formazione ma anche per la possibilità di conciliare meglio tempi vita lavoro e welfare, tant’è che l’idea di settimana corta incontra tantissimi consensi. Si arriva infatti all’80% delle risposte (86% tra i lavoratori più giovani) stando ad una indagine della Fim Cisl Lombardia White&Blue Collar rivolta ad impiegati, quadri, nuove e alte professionalità del settore metalmeccanico in Lombardia.
In tutto sono stati 1.603 i questionari raccolti e analizzati dalla ricerca, l’età media 43 anni e di questi 1 su 4 è donna, circa il 96% lavorano a tempo indeterminato. Si tratta per lo più di lavoratori di aziende di media-grande dimensione, tra cui alcune multinazionali come Whirlpool e Leonardo.
L’obiettivo della ricerca era quello di ascolto e approfondimento dei bisogni, ma anche i desideri e le aspirazioni di impiegati, quadri e alte professionalità del mondo metalmeccanico, viene spiegato.
I risultati dell’indagine mostrano uno spaccato molto interessante: alla domanda “Cosa rende un lavoro soddisfacente?”, emerge ovviamente il dato economico dello stipendio (60% delle risposte), ma a pari merito con il clima aziendale (58,9%) e con un adeguato equilibrio vita-lavoro (52,3%). A seguire, poi, col 38,68% delle risposte c’è la possibilità di crescita professionale, la stabilità (29,7%), la possibilità di lavorare in smart working almeno due giorni la settimana (24,5%), l’efficacia e l’importanza del proprio contributo (24,7%) e in coda i benefit col 9,3% delle risposte.
Sono invece 4 gli aspetti indicati da più del 50% del campione come insoddisfacenti. Nell’ordine: opportunità di cresciuta professionale (60,4%), comunicazione all’interno dell’azienda (53,5%). Salario (52,6%) e possibilità di formazione continua (50,6%). Le donne risultano meno soddisfatte della conciliazione lavoro/famiglia (-10%) e degli orari (-8%) rispetto agli uomini. Il risultato finale è che appena il 20,1% del campione dice di non avere motivazioni per pensare a ipotetiche dimissioni, gli altri invece ci stanno pensando.
“Possiamo dire che i bisogni dei lavoratori, le loro aspettative rispetto al lavoro sono in evoluzione: si sente sempre più forte la necessità di lavorare bene, in un ambiente relazionale positivo, di avere maggiori opportunità di crescita professionale e di avere un lavoro che bene si concili con la propria vita familiare” spiegano dalla Fim.
Quanto all’idea della settimana promossa dalla Fim, gli intervistati sarebbero principalmente disposti a lavorare un po’ di più gli altri giorni per ottenerla (69,9% delle risposte), il 18,5% è disposto ad investire una parte dei permessi di cui gode, mentre un altro 11,6% potrebbe mettere in gioco una parte del suo salario o dei premi aziendali.
Come detto sono le donne quelle che sentono maggiormente il bisogno di migliorare l’equilibrio tra tempi di vita e di lavoro e di avere quindi orari più flessibili e maggiori possibilità di fare smartworking. Oltre il 70% delle intervistate, tra l’altro, lamenta difficoltà e discriminazioni sul lavoro: “Le donne rispetto agli uomini devono impegnarsi e dimostrare di più” per essere riconosciute professionalmente; “a parità di mansioni guadagnano meno”, e ancora “le donne sono prevalentemente concentrate in alcuni ruoli aziendali di minori responsabilità e faticano a trovare spazio negli altri” e “hanno sperimentato difficoltà o spostamenti non voluti di posto di lavoro al rientro dalla maternità”.
Rispetto allo smartworking i lavoratori in generale esprimono un giudizio positivo, sentono di svolgere con maggior efficacia il proprio lavoro, con minori interruzioni e con benefici sulla propria condizione psico-fisica e sulla propria vita privata dovuti alla minor frequenza di spostamenti.
Dal sondaggio emerge anche il bisogno generale di una formazione professionale di qualità e coerente con la propria attività lavorativa per far fronte anche in anticipo ai veloci cambiamenti che stanno interessando il mondo del lavoro metalmeccanico (lingue straniere, soft skills, competenze informatiche e software specifici, project management gli argomenti più gettonati) e quello di aggiungere alla retribuzione un welfare che risponda ad esigenze familiari, di supporto alla genitorialità, tutela della non autosufficienza, ma anche sanità integrativa e previdenza complementare.