Il centrodestra ha vinto nettamente le regionali: trionfo per Fontana in Lombardia e Rocca nel Lazio. Risale la Lega, balzo di FdI nel Lazio, il Pd recupera, male il M5S. L’affluenza crolla al 40%
Giorgia Meloni supera il primo test alle urne da quando è a Palazzo Chigi. In una tornata segnata da un’affluenza ai minimi, il centrodestra ha dominato le elezioni in Lombardia e nel Lazio, strappando una Regione al centrosinistra. Attilio Fontana — governatore uscente, espressione della Lega, sostenuto da tutta la coalizione — è stato rieletto con il 54,7% dei voti (con 9.227 sezioni scrutinate su 9.254); Francesco Rocca — l’ex presidente della Croce Rossa caldeggiato da Fratelli d’Italia — si è imposto attestandosi al 53,8% (5.216 sezioni su 5.306), conquistando la poltrona della presidenza lasciata libera in anticipo da Nicola Zingaretti (Pd), che si era dimesso a novembre, dopo l’elezione alla Camera.
Fratelli d’Italia si è confermata la prima forza politica con il 25,2% in Lombardia (era al 3,6% nel 2018, al 27,6% alle politiche di settembre) e con il 33,6% nel Lazio (8,7% alle precedenti regionali, 31,4 nel 2022). Ha conquistato il primato senza cannibalizzare i voti degli alleati: la Lega tiene e si attesta al 16,5% in Lombardia e al 8,4% nel Lazio. Per il partito di Matteo Salvini, nonostante il calo rispetto alle precedenti regionali (nel 2018 aveva ottenuto il 29,6% in Lombardia e il 9.98% nel Lazio), è comunque una risalita nel confronto con le Politiche: lo scorso settembre aveva ottenuto il 13,9% in Lombardia e il 6,1% nel Lazio. Forza Italia si è fermata al 7,2% al Pirellone (14,3% nel 2018) e all’8,4% alla Pisana (14,6% cinque anni fa). Quindi, rispetto alle Politiche di settembre, in termini percentuali arretra in Lombardia (era al 7,9) e avanza nel Lazio (6,9).
Un risultato complessivo che per Giorgia Meloni comunque «rafforza il governo», mentre Matteo Salvini ha esultato per il «successo»: «Il gioco di squadra con i nostri alleati funziona». In serata Silvio Berlusconi ha chiamato i due alleati per complimentarsi del «grande successo della coalizione»: «I tre leader — ha spiegato FI in una nota — hanno convenuto che sarà da stimolo a proseguire l’ottimo lavoro fatto sinora dal governo, che ha come orizzonte l’intera legislatura».
Dall’altra parte della barricata, nel litigioso fronte delle opposizioni, il Pd, pur incassando due nette sconfitte (e perdendo una Regione importante come il Lazio), ha comunque tenuto, con percentuali anche lievemente più alte delle Politiche. I candidati presidente dem sono stati travolti dal centrodestra, ma sono andati meglio dei rivali-alleati M5S e del Terzo polo. Pierfrancesco Majorino, che in Lombardia correva sostenuto anche dal Movimento 5 Stelle, si è fermato al 33,9%, staccando Letizia Moratti, al 9,9%, fra i voti incassati con la sua lista civica (oltre il 5%) e quelli di Azione-Italia viva (4,3%). Qui i dem hanno chiuso sopra il 21% (19,2% nel 2018, stesso risultato alle politiche), mentre i pentastellati sono crollati sotto il 4% (dal 17,85% del 2018 e 7,2 del 2022).
Nel Lazio il candidato del centrosinistra Alessio D’Amato, sostenuto anche dal Terzo polo, si è attestato al 33,6%, con il Pd al 20,3% (nel 2018 era al 21,2%, al 18,3 lo scorso settembre), mentre Azione-Italia viva è rimasta sotto il 5 (alle Politiche qui era all’8,5%). Donatella Bianchi, candidata del Movimento 5 Stelle, ha raccolto il 10,8% delle preferenze, anche se il partito di Conte si è attestato sotto il 9 (rispetto al 22,06% del 2018 e il 14,8 delle Politiche) e il resto è arrivato dalla lista civica e dal voto disgiunto. Per Enrico Letta, segretario uscente del Nazareno, «l’Opa sul Partito democratico ha fatto male a chi l’ha tentata, ci auguriamo che questo risultato serva a M5S e Terzo polo per capire che l’opposizione va fatta al governo e non al Pd».
La risposta di Carlo Calenda: «Enrico, nel Lazio ci siamo coalizzati e li abbiamo dimezzati. Basta con il vittimismo». Giuseppe Conte, M5S, non ha nascosto la delusione: «Non siamo riusciti a comunicare la concretezza del nostro progetto politico». Da segnalare il dato dell’affluenza: in Lombardia ha votato il 41,67% degli elettori, nel Lazio il 37,2%, record negativo di sempre (nel 2014, precedente primato negativo, in Emilia-Romagna l’affluenza era stata del 37,7%). A Roma, poi, solo un elettore su 3 si è presentato alle urne.