Fonte: La Stampa
di Marco Bresolin
Via alle linee guida, il centrodestra si astiene. Bankitalia sul Def: debito a rischio. Von der Leyen attesa a Roma
Solo una piccola parte dei fondi del programma europeo Sure arriverà entro la fine di quest’anno. E per vedere le prime risorse del Recovery Fund bisognerà attendere almeno fino a giugno del 2021, se non oltre, visto che la prima emissione di bond non dovrebbe iniziare prima di quella data. Anche se l’Europarlamento e il Consiglio Ue dovessero trovare un accordo a tempo di record nella difficile trattativa sul bilancio Ue.
La Commissione sta mettendo a punto il calendario che le consentirà di raccogliere sui mercati quasi 900 miliardi di euro per finanziare le due misure straordinarie approvate per far fronte alla crisi economica. E con ogni probabilità i governi dovranno attendere la metà del prossimo anno per ricevere l’anticipo del 10% del Recovery Fund, che nel caso italiano equivale a quasi 20 miliardi di euro: 6,5 di sovvenzioni e 12,7 di prestiti.
Per far partire il “Next Generation Eu” servono infatti ancora una serie di passaggi. Prima di tutto il via libera del Consiglio Ue, poi la ratifica nei 27 parlamenti nazionali. Dopodiché i governi presenteranno nel dettaglio i loro piani a Bruxelles e a quel punto inizierà la fase di valutazione dei progetti. Il passaggio richiederà tre mesi di tempo (due mesi per l’analisi della Commissione, uno per quella del Consiglio), ma prima di arrivare all’esborso del 10% servirà una tappa fondamentale: la raccolta dei fondi sui mercati.
I bond che saranno emessi dalla Commissione avranno una durata media di 15 anni e, secondo gli analisti, per le obbligazioni decennali i tassi dovrebbero essere leggermente negativi (attorno al -0,2%). Il commissario al Bilancio, Johannes Hahn, ieri ha confidato a Bloomberg di essere piuttosto fiducioso che tutto andrà per il meglio, anche perché la scorsa settimana c’è stata una teleconferenza con circa 550 investitori interessati al piano. Il vero test sarà la prima emissione dei “social bond” di Sure, prevista per la fine di ottobre. Non coprirà l’ammontare totale del piano (100 miliardi), ma soltanto una piccola parte: le stime, non ufficiali, dicono che si fermerà a circa un terzo. Il resto arriverà il prossimo anno. Nel 2020 l’Italia dovrebbe dunque ottenere circa 9 miliardi di prestiti (su un totale di 27,4).
L’attenzione di Roma ora è tutta sul Recovery Fund. Proprio ieri la commissione Bilancio della Camera ha dato il via libera alle linee-guida del piano che prevede di utilizzare 205 miliardi del programma Ue, mentre oggi ci sarà l’ok dell’Aula (le opposizioni si sono astenute). Secondo Bankitalia, i fondi Ue e le misure espansive previste porteranno uno 0,9% di crescita aggiuntiva nel 2021. Ma via Nazionale lancia un avvertimento sul debito, la cui riduzione «è fortemente dipendente dagli scenari di crescita» e quindi «esposto agli stessi rischi, che sono considerevoli» per via delle incertezze legate alla pandemia. Nei prossimi giorni il governo avvierà il dialogo con la Commissione europea, alla quale dovrà spedire anche la bozza della manovra (che di norma va inviata entro il 15 di ottobre, anche se il Cdm dovrebbe tenersi soltanto venerdì 16). Per martedì 20 ottobre è inoltre prevista una visita in Italia di Ursula von der Leyen, ma al momento la missione non è confermata per via della situazione sanitaria.