22 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

di Francesco Semprini

Barriere all’export già decise da Obama, Trump deve dare l’ok. Gentiloni: sono un grave errore. Torna il contenzioso sulla carne

«Docket No. Ustr-2016-0025». E’ il nome in codice del documento con cui l’ufficio del rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti (Ustr) chiede l’adozione di superdazi su alcuni prodotti europei, tra cui la Vespa della Piaggio e l’acqua minerale S. Pellegrino. Un documento depositato il 28 dicembre 2016, ovvero prima dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Tradotto in termini, l’iniziativa di imporre a Vespa, S. Pellegrino, Perrier e Roquefort (ad essere minacciati sono in realtà anche produttori di cioccolata, mostarda, paprika, tosatrici) tariffe pari al 100% del prezzo nasce dalla volontà dell’amministrazione Obama.

O è il caso di dire che l’ex presidente ha rispolverato quanto i suoi predecessori avevano già proposto. Per capire occorre fare un passo indietro al 1998, quando l’Unione europea impose un blocco all’importazione della carne Usa trattata con ormoni. Gli allevatori americani scesero sul piede di guerra e l’amministrazione di Bill Clinton minacciò l’imposizione di una tassazione del 100% su prodotti «premium» importati dall’Europa. Fra gli altri acque minerali, formaggi, paté de foie gras, e veicoli motorizzati di cilindrata compresa tra 50 e 500 cc. Un provvedimento selettivo che oltre la Piaggio interessava anche Husqvarna, Bmw, Ducati e Ktm.

A quel punto la Ue aprì su alcune carni di prima scelta «made in Usa». Dieci anni dopo, col boom della bistecche sudamericane e la perdita di ulteriori quote europee da parte di quelle Usa, è l’amministrazione di George W. Bush a minacciare di nuovo misure dazi selettivi 100%. Il caso finisce anche davanti all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e nel 2009 si torna al negoziato e al congelamento delle misure. Sino al 2016 quando Obama riparte alla carica dopo il presunto mancato adempimento dell’Europa all’apertura di certe carni Usa decisa da Bruxelles, avviando un dibattito che ha visto un rappresentante del Gruppo Piaggio (comprensivo dei brand Piaggio, Vespa, Moto Guzzi e Aprilia), partecipare assieme al Ceo dell’Ama (American Motorcyclist Association) e ai responsabili di Bmw, Ducati, Ktm, Husqvarna all’audizione fissata per il 15 febbraio proprio dal documento depositato a fine dicembre.

Al fine di discutere le ricadute su economia e occupazione locali qualora la proposta dovesse veder la luce. Secondo fonti vicine alla società di Pontedera tuttavia, «la situazione non è preoccupante». anche perché i veicoli presi di mira sono il 2% del fatturato a fronte di una crescita del titolo registrata nell’ultimo mese del 20%. L’impatto limitato è figlio di una politica dinamica del gruppo sul piano internazionale come conferma ad esempio che la sua produzione in India è già conforme da mesi alla stringente normativa sulle emissioni Bharat Stage IV. Da parte sua invece Nestlé Usa, rivenditore di Perrier e San Pellegrino, sentita dal Wall Street Journal hanno preferito non commentare. «In questo momento, di tutto abbiamo bisogno tranne che tensioni commerciali che non trovano giustificazione nel contenuto, né, tantomeno, nel contesto del fondamentale rapporto strategico tra i due più importanti partner commerciali e di investimento al mondo», avverte il ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda. Anche per il premier Paolo Gentiloni i superdazi Usa «sono un errore».

«Stiamo seguendo la situazione», afferma un portavoce della Commissione Ue, la stessa che lo scorso dicembre aveva denunciato lo «sventurato passo indietro» di Obama. Il giro di vite Usa trova in Trump un acceleratore per colpire prodotti-simbolo dei Paesi Ue con l’obiettivo di fare pressioni su Bruxelles. Il valore delle importazioni prese di mira è basso però: secondo il Wto, gli Usa possono imporre misure punitive su import per 100 milioni di dollari. La palla passa ora a Robert Lighthizer, il rappresentante Usa per il commercio estero nominato da Trump, colui che, in caso di via libera di Casa Bianca e Senato, dovrà attuare e misure passando alla storia come lo «zar dei superdazi».

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