Le forbici sui fondi per la ricerca. La Ue potrebbe approfittarne. . I tagli stanno creando un vuoto che sarà difficile colmare e che, comunque, richiederà anni. Noi europei, a causa di questi drammatici cambiamenti siamo diventati di fatto i leader in pectore dell’eccellenza accademica e scientifica mondiale
Credo che la maggior parte di noi cerchi di interpretare la logica dietro ai comportamenti del neo eletto presidente americano e del suo braccio destro Elon Musk, anima e corpo del Dipartimento per l’efficientamento della pubblica amministrazione. Il settore pubblico, si sa, si può migliorare in tutti i Paesi ma, per quanto riguarda la mia esperienza, il pragmatismo statunitense è ben radicato anche nella pubblica amministrazione dove le regole sono poche e chiare, non vengono mai derogate e chi sbaglia paga. La furia del cambiamento che sta attraversando le amministrazioni americane è partita da tagli ad functionem e non ad personam (come sarebbe piu giusto fare), decapitando intere fasce di impiegati a prescindere dalle loro capacità e dal loro ruolo.
La cosa che più mi ha stupita è che i tagli sono iniziati nelle strutture pubbliche che si occupano di salute. Si è partiti da USAID l’ente di cooperazione internazionale tra i cui compiti principali vi è il sostegno al Sud del mondo nel controllo delle malattie infettive, per arrivare all’NIH, il più prestigioso centro di ricerca mondiale in biomedicina che sforna ogni anno approcci terapeutici e diagnostici innovativi, cosi come i CDC, i Centers for Disease Control di Atlanta, di cui sentiamo parlare ogni volta che c’è un’emergenza sanitaria.
Sono caduti sotto la falce del presidente anche il US Department of Agriculture, che si occupa di salute animale ed di agroalimentare, ed il NOAA, la struttura che fa le previsioni sulle traiettorie degli uragani e si occupa di clima e di oceani.
Anche le Università hanno subito un taglio lineare ai finanziamenti indiretti che le metterà in ginocchio.
Benché lo scopo dei tagli sia quello di risparmiare, e quindi nel medio lungo termine far del bene all’economia americana, vi sono due verità che emergono in questo bailamme. La prima è che i tagli stanno colpendo soprattutto le fasce più deboli. Gli studiosi che sono entrati da poco, magari proprio grazie ad un finanziamento dell’NIH, oggi sono quasi tutti congelati. Oppure quei giovani che sono faticosamente entrati nell’Epidemic Intelligence Service (EIS), un programma ormai decennale per l’alta formazione dei professionisti di sanità pubblica cancellato con decorrenza immediata.
Parlo di giovani che hanno studiato per 7-10 anni e si sono verosimilmente indebitati fino al collo per terminare gli studi universitari e, magari, stanno mettendo su una famiglia: sono proprio loro quelli che si trovano in condizioni di disperazione vera e, chissà, potrebbero magari cercare lavoro proprio in Europa.
Anche noi in Europa però accuseremo il colpo. Gli Usa sono stati da sempre la luce nel buio nonché, la fonte di scoperte scientifiche rivoluzionarie. Lo stravolgimento del funzionamento di queste organizzazioni provocherà una paralisi che ci lascerà a digiuno di informazioni, di collaborazioni, di notizie e di nuove cure per le malattie più gravi che potranno colpirci.
Ma c’è una seconda verità che ci riguarda da vicino. I tagli stanno creando un vuoto che sarà difficile colmare e che, comunque, richiederà anni. Noi europei, a causa di questi drammatici cambiamenti siamo diventati di fatto i leader in pectore dell’eccellenza accademica e scientifica mondiale: eravamo in molti campi i secondi in classifica ma adesso, a causa della cura dimagrante a cui sono sottoposte le istituzioni americane, diventeremo i più importanti, almeno in alcuni ambiti.
Le parole proibite dall’amministrazione Trump nel suo attacco alla cultura Woke sono una lista molto lunga ed in evoluzione che, ad oggi, include anche parole come femmina, donna, cambiamento climatico ed inquinamento. Questi termini sono invece spesso al centro delle politiche di ricerca europee che, nel giro di poco tempo, diventeranno pressoché le uniche fonti di finanziamento pubblico ad investire su questi temi. Insomma, mi dispiace doverlo scrivere ma ci stiamo avvicinando ad una curva a gomito che ci permetterebbe di sorpassare gli Stati uniti se solo investissimo più nella ricerca biomedica — da sempre fonte di investimenti — oltre che nel riarmo di una Unione nata sul valore fondamentale della pace.