21 Novembre 2024

Non va omesso di ricordare un nodo centrale: troppi meridionali sono stati uccisi dai veleni scaricati nelle terre e nei mari del Sud, da veleni prodotti al Nord

La Pianura padana è la regione più inquinata d’Europa», ha detto Roberto Castelli a L’Aria che tira su La7. Vero. Anche se la realtà è sempre stata spazzata sotto il tappeto per occultare le enormi responsabilità della più spregiudicata imprenditoria lombarda, veneta, emiliana e piemontese, le inchieste giudiziarie e parlamentari hanno detto parole definitive. Meno oneste sono invece quelle che l’ex guardasigilli ha aggiunto: «Migliaia di padani muoiono ogni anno per garantire il lavoro e quindi il reddito di cittadinanza per chi non lavora. Guardate che il Nord non ce la fa più». Con chi ce l’ha: con la Campania e il resto del Sud che secondo l’Osservatorio Inps ricevono 1,65 milioni su 2,65 milioni di assegni erogati? Buttata in così, l’accusa dell’ex ministro è monca e inaccettabile. Perché omette di ricordare un nodo centrale: troppi meridionali sono stati uccisi dai veleni scaricati nelle terre e nei mari del Sud, da veleni prodotti al Nord. Basti ricordare certe messe celebrate da don Maurizio Patricello, il parroco di Caivano, tra le foto dei bambini morti di cancro: «Qui sono pentiti tutti: i poveretti che hanno taciuto su quello che vedevano, i camionisti, i camorristi… Tutti meno gli affaristi e gli imprenditori settentrionali che si son liberati dei rifiuti tossici».
Certo, la catena di avvelenamenti assassini va attribuita soprattutto ai camorristi che si sono venduti i campi e i frutteti loro e di poveracci ricattati. Ovvio. Ma come ha spiegato alla giornalista Daniela De Crescenzo Gaetano Vassallo, il «ministro dei rifiuti» dei Casalesi nel libro Così vi ho avvelenato («Alla mia famiglia ho fatto sequestrare 43 milioni di euro in un colpo: 45 appartamenti, 7 ville, i terreni, un Park Hotel, un ristorante, tutti soldi…») non furono meno colpevoli per i morti avvelenati, troppi imprenditori del Nord: «Facemmo arrivare di tutto… Scaricammo fanghi, ceneri, residui di lavorazioni industriali, residui di conceria… Risparmiare faceva piacere a tutti e trovare clienti, viste le amicizie che avevamo coltivato, diventò facilissimo… Casalesi: un nome, una garanzia». Di più: «Sorrido quando al Nord parlano della Terra dei Fuochi con sufficienza: tanti sono convinti di essersi liberati dei rifiuti con poca spesa. Ma spesso le sostanze tossiche non hanno mai nemmeno lasciato i siti di provenienza». Giravano solo le carte. I veleni restavano lì. E il reddito di cittadinanza non c’entra un fico secco.

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