21 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Elena di Stabile

Ok alle norme che regolano il fine vita. Regge l’asse Pd-M5S. Cattolici divisi

Dopo uno stallo durato otto mesi e forti tensioni all’interno della maggioranza tra Pd e centristi, appelli di senatori a vita e sindaci di tutta Italia, il biotestamento incassa il via libera definitivo dell’aula di Palazzo Madama e diventa legge dello Stato. La legge che regola il fine vita è stata approvata con 180 sì, 71 contrari e sei astensioni.
Al termine del voto finale, l’aula ha lungamente applaudito l’approvazione del provvedimento. Alla votazione in aula hanno assistito anche Mina Welby e altri esponenti dell’associazione Luca Coscioni, presente anche a piazza Montecitorio con un sit-in.
Decisiva per il varo del provvedimento l’intesa fra M5s e Pd che, tramite il capogruppo Luigi Zanda, ne ha chiesto la calendarizzazione immediata la scorsa settimana, oltre alla scarsa belligeranza del centrodestra e le divisioni all’interno dello stesso mondo cattolico. In favore della protesta di piazza, infatti, sono rimasti solo i promotori del Family Day, mentre si erano smarcate altre sigle, tra cui il Movimento per la Vita italiano.
Il radicale Marco Cappato parla di “una bella pagina parlamentare” e annuncia la volontà di proseguire la propria battaglia per i diritti chiedendo ai partiti di impegnarsi a mettere in calendario la legge di iniziativa popolare dell’Associazione Luca Coscioni di Radicali italiani e di altri per la legalizzazione dell’eutanasia e del suicidio assistito.
“Atto di responsabilità” e “giornata storica”, sono le espressioni più usate da chi nei partiti e nelle istituzioni ha voluto questa legge: dalla presidente della Camera, Laura Boldrini (“D’ora in poi i malati, le loro famiglie, gli operatori sanitari saranno meno soli in situazioni drammatiche”) al presidente del Senato Pietro Grasso (“Possiamo dire di aver assolto al nostro compito quando, in coscienza, decidiamo secondo criteri di responsabilità, cercando tutti insieme la strada di maggior condivisione possibile anche sulle questioni più divisive”).
Dello stesso tenore le dichiarazioni di Roberto Fico che rivendica come una delle prima proposte in materia, poi confluite nel disegno di legge votato oggi, fosse del Movimento 5 Stelle: “Oggi è il giorno della responsabilità. Un giorno in cui il parlamento di questa aberrante legislatura potrà riprendersi il merito e l’orgoglio di aver consegnato una pagina di civiltà al suo paese”.
Di “scelta di civiltà” e “passo avanti per la dignità della persona” parla il premier Paolo Gentiloni.
Il senatore Pd e presidente della Commissione Diritti Umani Luigi Manconi pensa alle prossime battaglie: “L’esito positivo di questa vicenda dice in maniera inequivocabile come la volontà politica, se sorretta da intelligenza e determinazione, possa portare a preziosi risultati. È un’indicazione da raccogliere per quanto riguarda il provvedimento sullo ius soli et culturae. Se davvero lo volessimo, se davvero lo vuole il partito democratico, il tempo c’è e ci sono i numeri”.
Soddisfatto anche Beppino Englaro, protagonista di una lunga battaglia legale in nome della figlia Eluana, in stato vegetativo per 17 anni: “Non dovrà esserci mai più una tragedia nella tragedia come quella di Eluana: questo è un giorno importante per i diritti e le libertà di tutti, una svolta di civiltà del nostro paese”.
Roberto Saviano affida a Facebook il suo commento sull’approvazione della legge “Questa è l’Italia che vogliamo, un Paese più umano, che ama i suoi cittadini e che ne rispetta il dolore”.

Gli esponenti del centrodestra che avevano annunciato il loro voto contrario si dicono pronti a dare battaglia. “Questa non è una legge sul testamento biologico ma la via italiana all’eutanasia, che ha il nostro fermo dissenso oggi, con numeri purtroppo insufficienti, e lo avrà domani, quando un nuovo Parlamento vedrà ribaltati i rapporti di forza e una maggioranza di centrodestra metterà immediatamente riparo alle tre grandi storture di questo testo” ha detto il capogruppo di Idea Gaetano Quagliariello.
Critico Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Ap -Centristi per l’Europa-Ncd secondo cui si è persa l’occasione per fare una buona legge, mentre Maurizio Sacconi parla di “un brutto giorno”. Alberto Gambino, presidente di Scienza&Vita parla di “eclissi della ragione con sicure ricadute sociali”. La Conferenza episcopale italiana parla di legge con molte incertezze e “poco efficace nella tutela dei sofferenti”.
Durissimo Francesco Storace  (Movimento Nazionale per la Sovranità) che twitta: “Una legge per morire. Già c’era una legge per abortire. Attendiamo ora una legge per vivere e una per convincere a nascere”.
Il testo, l’ultima legge importante portata a casa prima della fine della legislatura, passa adesso nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che dovrà firmarlo per la promulgazione.

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