8 Settembre 2024

Approvati dall’Aula di Palazzo Madama due ordini del giorno dopo una riformulazione. Via al piano del ministro Valditara. Mattarella: «Violenza donne fenomeno ignobile ancora presente»

L’Aula del Senato approva all’unanimità con 157 sì il disegno di legge del governo contro la ùviolenza alle donne. Il provvedimento, che ha già passato l’esame della Camera il 26 ottobre scorso, è così definitivo. Si punta dunque a rafforzare la protezione delle vittime di violenza attraverso misure preventive, il potenziamento delle misure cautelari e l’anticipazione della tutela penale. In parallelo, si propone di assicurare la certezza dei tempi dei procedimenti relativi a reati di violenza di genere o domestica.

Corsi nelle scuole e formazione, accordo Meloni-Schlein
L’interlocuzione tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein per contrastare il dilagare della violenza alle donne si sarebbe concretizzata sostanzialmente in due ordini del giorno che sono stati approvati dall’Aula del Senato, dopo essere stati riformulati. Con gli ordini del giorno, presentati dal Pd al Ddl del governo contro la violenza alle donne, si impegna il governo a mettere in campo «disegni di legge» che intervengano «sulla prevenzione e sul contrasto della violenza sulle donne e la violenza domestica, a completamento della normativa vigente, al fine di iniziare l’iter parlamentare in tempi rapidi». Elly Schlein, nella relazione alla direzione Pd, in corso al Nazareno plaude al passo in avanti. «Apprezzo il segnale che ha dato la maggioranza, il parere favorevole all’ordine del giorno che chiede di mettere risorse alla formazione degli operatori e delle operatrici, calendarizzare in tempi rapidi le proposte di legge che insistono sulla prevenzione, compreso il nostro sull’educazione al rispetto e all’affettività».

Focus group e psicologi, ecco il piano di Valditara
Gruppi di discussione tra studenti e professori per 30 ore complessive extracurricolari, finanziati con 15 milioni di euro di fondi Pon, supportati da psicologi e altri esperti. È il progetto «Educare alle relazioni» pensato per le scuole italiane dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara per dire «basta alla cultura maschilista e machista che ancora inquina il nostro Paese». L’iniziativa è stata presentata in Senato dal titolare del Mim insieme ai ministri della Famiglia e pari opportunità, Eugenia Roccella, e della Cultura Gennaro Sangiuliano, con i quali è stato siglato uno specifico protocollo d’intesa.

Primo esperimento in Italia
Destinatari sono gli studenti degli istituti secondari superiori, che in questa prima fase di sperimentazione potranno aderire in via facoltativa. «Questo progetto prende avvio non dai recenti fatti di cronaca ma dagli eventi di questa estate, lo stupro di Palermo e gli stupri di Caivano», oltre che «dalla mia ferma volontà che occorre dire basta in modo drastico a quei residui di cultura maschilista e machista che ancora inquina il nostro Paese. È la prima volta che in Italia si fa un esperimento di questo tipo», in cui la scuola «si occupa ed affronta di petto il tema del maschilismo, della violenza psicologica e anche fisica nei confronti del genere femminile».

Partenza già nell’anno in corso
Prevenzione, promozione di una cultura e di atteggiamenti basati sul rispetto, sulle pari opportunità, sul rigetto delle discriminazioni e di qualsiasi forma di violenza, «i gruppi di discussione educheranno a questo e vogliono rappresentare un incentivo a un cambio di mentalità», secondo il ministro per il quale, tra le attività previste, «gli studenti saranno anche edotti delle conseguenze penali che comportamenti impropri possono generale». La direttiva che contiene le linee guida è stata firmata questa mattina dal ministro Valditara per essere inviata a tutte le scuole, con l’obiettivo di partire con gli incontri già nell’anno in corso.

Mattarella: Carta chiede parità uomo-donna, ma è strada ardua
«La Costituzione della Repubblica Italiana ha affermato, con decisione, il principio della parità tra donne e uomini, con particolare sottolineatura – all’art. 37 – della necessità di tutela dell’impegno di lavoro delle donne e, insieme, della maternità. La questione della compiuta parità è entrata, a buon diritto, tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile al 2030 delle Nazioni Unite. Malgrado queste solenni indicazioni è un percorso sempre arduo». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale una delegazione di partecipanti al “Women Economic Forum”.

Violenza donne fenomeno ignobile ancora presente
«Nell’ambito dell’Unione Europea – ha continuato il Capo dello Stato – la strategia per la parità di genere in vigore pone l’accento su tre azioni chiave. Richiamo soprattutto quella sullo stop alla violenza sulle donne, ignobile fenomeno tuttora tristemente presente (e sabato ne ricorrerà la Giornata internazionale). Vi si affiancano quelle sulle pari possibilità per il raggiungimento di posizioni di vertice nel mondo del lavoro e in politica e quella per la adozione di una prospettiva di genere in tutte le politiche europee».

Pnrr: decisivo trovi compiuta attuazione anche su parità genere
Mattarella ha ricordato che «uno strumento varato in Italia nel 2021, per affrontare le conseguenze sociali ed economiche della pandemia da COVID-19 – il Piano nazionale di ripresa e resilienza – ha previsto interventi, sia sul terreno degli investimenti, sia della promozione di norme giuridiche, in favore della parità di genere, insieme alla riduzione delle disuguaglianze intergenerazionali e territoriali. Oggi, secondo il Global Gender Gap Report del World Economic Forum, l’Italia si colloca al 79° posto dell’indice su 146 nazioni prese in esame (era 63° nel 2022). L’indice dell’European Institute for Gender Equality, invece, assegna all’Italia, nell’Unione Europea, un valore di 65 su 100, ovvero 3,6 punti al di sotto della media Ue. L’ambiziosa strategia del Pnrr si propone di aumentare di cinque punti, entro il 2026, la posizione nella classifica elaborata da questo istituto. Anche per questo è decisivo che il Piano trovi compiuta attuazione».

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