“Io rifiuto vendetta e rancore. Chi è contro l’aborto non conosce il potere delle donne”
Gli Usa realizzeranno un porto davanti a Gaza, per aprire un nuovo canale di rifornimento allo scopo di accelerare gli aiuti umanitari alla popolazione. “Un’operazione d’emergenza” gestita dal Pentagono, che però rappresenta anche il primo potenziale passo per ricostruire la Striscia, in vista dell’accordo in discussione per cessate il fuoco e liberazione degli ostaggi. Lo ha annunciato il presidente Biden durante il discorso sullo stato dell’Unione, insieme all’intenzione di alzare le tasse per le grandi compagnie e i cittadini più ricchi. Due fronti caldi di politica interna, oltre che internazionale.
Perché con la prima iniziativa spera di tamponare l’emorragia dei voti degli arabi americani e della sinistra del suo partito, critici per l’appoggio ad Israele, mentre con la seconda punta a sanare le disuguaglianze e attirare il consenso della classe media e bassa, marcando la differenza con l’avversario repubblicano Trump che invece promette di tornare a tagliare le tasse a chi ne ha meno bisogno.
Il discorso sullo stato dell’Unione è un rito istituzionale della democrazia americana, con il presidente che parla davanti alle due Camera riunite, per spiegare al popolo cosa sta facendo e cosa intende fare. Ma questo si è trasformato nel primo atto della rivincita fra Biden e Trump, dopo che col Super Tuesday Donald si è assicurato la nomination del Partito repubblicano. Tutti gli occhi puntati su Joe, non solo per le proposte politiche su economia, diritti, leadership mondiale degli Usa, ma anche per l’immagine di vigore che riuscirà a proiettare, con la maggioranza degli americani incerta sulla sua capacità di continuare a guidare il paese.
I conflitti
Biden allora ha puntato sui fatti, a cominciare da Gaza, perché l’appoggio a Israele nella guerra sta incrinando la coalizione con cui aveva vinto quattro anni fa. La presenza tra gli ospiti del premier svedese, appena entrato nella Nato, è servita poi a confermare l’impegno per frenare la Russia in difesa dell’Ucraina. Perché la democrazia è a rischio, nel mondo come negli Usa.
Il molo di Gaza
La Striscia non ha un porto e quindi non può ricevere merci dal mare. Perciò il presidente ha ordinato al Pentagono di costruire un “pier”, un molo galleggiante ancorato a terra, da cui far arrivare gli aiuti provenienti da Cipro. Ci vorranno fra 30 e 60 giorni. I genieri americani della 7th Transportation Brigade non dovranno creare una base a Gaza, perché questo provocherebbe reazioni negative sul fronte interno, per il timore di un loro coinvolgimento nella guerra.
Gestiranno invece l’operazione dal mare, con l’aiuto di alcuni alleati e coordinando ispezioni e sicurezza con Israele, senza però dipendere da Netanyahu. I beni verranno portati a terra con piccole imbarcazioni della World Central Kitchen dello chef Jose Andres. Poi il problema sarà la distribuzione, dove ci sono agenzie dell’Onu come la contestata Unrwa, Ocha e il Programma Alimentare Mondiale, più varie ong.
La guerra limita le loro capacità operative, e quindi la consegna comporterà anche una riorganizzazione, che può diventare l’embrione della ricostruzione, perché il piano in discussione per la tregua di sei settimane include il ritorno degli abitanti nel nord di Gaza. E proprio al Nord verrà aperto un terzo valico per consegnare gli aiuti via terra. L’iniziativa dunque ha un ovvio impatto internazionale, ma sul piano interno punta anche a riconquistare il consenso dei critici di Israele.
L’economia
Biden ha difeso i suoi risultati sull’economia, che continua a crescere con la disoccupazione sotto il 4%. L’inflazione però però pesa di più sulla percezione della gente, e quindi ha fatto due proposte che possono avere un impatto sulle disuguaglianze e l’appoggio degli elettori della classe media e bassa di cui ha più bisogno: aumento dell’aliquota fiscale per le grandi aziende al 28%, e della minimum tax dal 15 al 21%, premendo sui paesi alleati affinché facciano lo stesso con le loro compagnie.
Il presidente si è rivolto così agli americani dicendo: “Sono arrivato a questa carica determinato a farci superare uno dei periodi più difficili della storia della nostra nazione. E lo abbiamo fatto. Non fa notizia, ma in migliaia di città e paesi il popolo americano sta scrivendo la più grande storia di rinascita mai raccontata. Quindi raccontiamo questa storia qui e ora. Il ritorno dell’America sta costruendo un futuro di possibilità americane, sviluppando un’economia dal centro verso l’alto e dal basso verso l’alto, non dall’alto verso il basso, investendo in tutta l’America, in tutti gli americani, per garantire che tutti abbiano buone possibilità e non tralasciamo nessuno dietro”.
L’aborto
Ha toccato la questione dell’aborto, che è un elemento fondamentale della sua campagna per la rielezione: “Nella sua decisione di ribaltare la sentenza Roe v. Wade, la maggioranza della Corte Suprema ha scritto: ‘Le donne non sono prive di potere elettorale o politico’. Non sto scherzando. Chiaramente coloro che si vantano di aver ribaltato la sentenza Roe v. Wade non hanno la minima idea del potere delle donne in America. Ma lo hanno scoperto quando la libertà riproduttiva era sulla scheda elettorale e ha vinto, nel 2022, 2023, e lo scopriranno di nuovo nel 2024. Se gli americani eleggeranno un Congresso che sostiene il diritto di scelta delle donne, ve lo prometto: ripristinerò Roe v. Wade come legge del nostro paese”.
L’allarme Trump
Quindi ha rilanciato l’allarme per il futuro degli Stati Uniti: “La mia vita mi ha insegnato ad abbracciare la libertà e la democrazia. Un futuro basato sui valori fondamentali che hanno definito l’America: onestà, decenza, dignità, uguaglianza. Per rispettare tutti. Per dare a tutti una possibilità equa. Per non dare all’odio un porto sicuro. Ora alcune persone della mia età vedono una storia diversa: una storia americana di risentimento, vendetta e punizione. Quello non sono io.”