Fonte: La Repubblica
di Angelo Melone
L’11 dicembre alle ore 15 in streaming la diretta tv dell’incontro tra il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, Mario Monti e il rettore della Bocconi Gianmario Verona e del talk con Sofia Bonicalza, Elasi, Alberto Naska e Virginia Stagni. Per lanciare un grande contest per le scuole organizzato da Bocconi e Repubblica@Scuola
“Cara Europa, i giovani ti guardano. Preoccupati”. Potrebbe essere il nostro inizio di quella “Lettera all’Europa” che da qui ai prossimi mesi l’Università Bocconi e Repubblica chiederanno agli studenti di scrivere. Un grande contest dedicato alle scuole (con molti contenuti) che verrà lanciato da un incontro in diretta tv streaming – l’11 dicembre alle 15 – tra il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, Mario Monti, il rettore della Bocconi Gianmario Verona; e un talk con Sofia Bonicalza (atleta e attivista ambientale), Elasi (cantante e compositrice), Alberto Naska (content creator), Virginia Stagni (business development manager di Financial Times).
Proprio per questo appuntamento, nelle tre settimane appena trascorse, sul portale di Repubblica@Scuola è arrivata una lunga teoria di domande dalle scuole che è già una testimonianza delle speranze e – appunto – delle preoccupazioni con cui i più giovani guardano alla loro futura casa comune europea.
Mostrano un aspetto che i grandi (nel senso dell’età) troppo spesso dimenticano: se i veti incrociati tra Stati e le risse all’interno di molti Paesi (Italia in testa) su come rispondere all’emergenza disorientano l’opinione pubblica, quale sensazione di sgomento si può ingenerare nell’universo che con l’Europa si sta solo timidamente iniziando a confrontare? Non è difficile immaginare cosa possano pensare ragazze e ragazzi italiani nello scoprire che il più grande piano di investimenti sul loro futuro, nel nostro Paese sembra addirittura averli dimenticati sin dal nome: Next Generation Eu (progetto per la generazione futura) si è definitivamente trasformato in “Recovery Found” (fondo di recupero), di importanza capitale ma concettualmente cosa ben diversa.
Non a caso in alcune delle domande dalle scuole si fa riferimento ad una frase del discorso sullo stato dell’Unione della presidente della Commissione Europa Ursula von der Leyen – “Il futuro è nelle nostre mani, e l’Europa sarà ciò che decideremo che sia” – che innanzitutto alle nuove generazioni sembra rivolta. Sarà al centro anche del confronto tra Monti, Molinari e Verona. E, per i prossimi mesi, il punto di partenza dell’iniziativa #GenerazioneEU 2021 organizzata da Bocconi e Repubblica@Scuola, con la collaborazione della Rappresentanza italiana della Commissione Europea e dell’Ufficio in Italia del Parlamento Europeo. Con il suo account Instagram @generazioneeu.
Un percorso creativo che si snoderà lungo l’arco di tutto l’anno scolastico sul portale di Repubblica@Scuola e sul sito Newie (www.newie.unibocconi.it) della Cattedra Achille e Giulia Boroli in Studi Europei della Bocconi. Gli studenti verranno invitati a scrivere un articolo, una “Lettera all’Europa” e una campagna Instagram. Durante tutto il periodo sulle due piattaforme saranno anche pubblicati brevi video di esperti sui temi più sensibili per i ragazzi (il lavoro, l’ambiente, lo sviluppo di energie alternative, la globalizzazione, la parità di genere, il futuro digitale).
Li troviamo tutti in una domanda arrivata da uno di loro: “Il domani passa dalla ricerca di soluzione di questi temi: la tutela dell’ambiente, la trasformazione digitale, i fenomeni migratori, la salute, la crescita economica”, non si può aspettare. E, ancora: “Con l’aiuto di tutti riusciremo a ridurre l’inquinamento e lo smog che avvolge le nostre città?”, “È possibile che in futuro l’Europa si apra sempre di più ai paesi in via di sviluppo, per evitare che i migranti compiano viaggi nei quali è alto il rischio di morire in mare, di finire nelle mani dei trafficanti di esseri umani o nei centri di detenzione?”, “Sarebbe possibile l’istituzione di un dipartimento europeo specializzato nella ricerca e nella prevenzione di nuove malattie, con autorità sovranazionale e finanziato da tutti gli stati membri?”. E poi arrivano le preoccupazioni “dal momento che – dice un messaggio – il senso di appartenenza ad una unica comunità europea di cittadini si sta sfaldando”. In due casi espresse sotto forma di domanda proprio a von der Leyen: “La vera domanda da porre in sede UE sarebbe: ma siamo davvero sicuri di volerla questa unione?”, e un: “Ma noi saremo il futuro?”. Con un inquietante punto interrogativo.