È iniziato oggi a Borgo Egnazia, in Puglia, il G7 a presidenza italiana. Meloni: «Il G7 non è una fortezza chiusa in se stessa, che deve difendersi da qualcuno, è un’offerta di valori che noi apriamo al mondo per avere come obiettivo uno sviluppo condiviso»
08.28 – Il vertice parallelo delle First Lady
Il vertice parallelo delle First Lady(Monica Guerzoni, inviata) Ulivi millenari, musei archeologici, laboratori di ceramica, trulli e castelli. Il governo italiano vuole stupire il mondo con le bellezze della Puglia, attraverso gli occhi di mogli, mariti, compagni e compagne di primi ministri e capi di Stato, dall’americana Jill Biden, alla francese Brigitte Macron. Gli sherpa di Palazzo Chigi, guidati dall’ambasciatrice Elisabetta Belloni, hanno messo a punto un programma turistico che parte oggi con la visita al Museo di Borgo Egnazia, la location stellata di Savelletri di Fasano dove sono ospitati fino a sabato i «big» del Pianeta.
L’area archeologica si trova all’interno della zona rossa, blindata da migliaia di agenti, per cui alle meraviglie dell’antica città messapica di Egnathia e poi all’uliveto millenario nella Fortezza di Pettolecchia potranno accedere solo le dolci metà dei leader mondiali.
Le first lady attese sono Britta Ernst, moglie del cancelliere tedesco Olaf Scholz, Yuko Kishida, moglie del premier giapponese, Heiko von der Leyen, marito della presidente della Commissione Ue arrivata in Puglia anche per tessere la tela della sua riconferma. E c’è anche la consorte del turco Erdogan, Emine.
Domani la carovana partirà da Grottaglie, celebre per le meravigliose ceramiche artistiche, con visita a un laboratorio storico in cui si modella e si dipinge con tecniche antiche. Poi immersione fra i trulli bianchissimi di Alberobello, con le caratteristiche case dal tetto a forma di cono.
Qui gli ospiti, tra cui Amélie Derbaudrenghien, moglie del presidente uscente del Consiglio europeo Charles Michel e Ritu Banga, moglie del presidente della Banca Mondiale, saliranno a bordo di un treno storico per esplorare la Valle d’Itria. Il programma si concluderà a Martina Franca, con la visita al maestoso palazzo Ducale. Voluto dal duca Petracone V Caracciolo su progetto approvato da Gian Lorenzo Bernini, era così grandioso che non fu mai ultimato. Fu realizzato nel XVII secolo, dove sorgeva l’antico castello medievale.
08:11 – Cosa c’è da sapere, per ora
(Alessandro Trocino) Parte oggi aSavelletri (Fasano) il vertice G7, ospitato nella lussuosa Borgo Egnazia in Puglia, e presieduto da Giorgia Meloni. Un incontro fondamentale che si apre con due guerre in corso, in Ucraina e Medio Oriente, un Vladimir Putin sempre più aggressivo e una Cina minacciosa, anche dal punto di vista commerciale. L’idea della premier è quella di sigillare il successo elettorale con una passarella trionfale con i leader e qualche risultato concreto. Ci sarà anche Ursula von der Leyen, che ha bisogno dei voti di Giorgia Meloni e dei suoi europarlamentari per la riconferma alla Commissione.
Al vertice parteciperanno Joe Biden, Emmanuel Macron, Olaf Scholz e gli altri membri del G7 ma anche il turco Erdogan, l’indiano Modi, il brasiliano Lula, il leader dell’Arabia Saudita Bin Salman. Domani ci sarà il bilaterale di Meloni con Biden, dopo l’ultimo finito con il bacio sulla fronte. A questo seguirà un incontro del presidente americano con papa Francesco, che parteciperà a una conferenza sull’intelligenza artificiale, ma che certo si occuperà anche di guerra e soprattutto di pace.
Gli illustri ospiti mangeranno bene, con i piatti di Massimo Bottura e di Vincenzo Elia. Per i vini, il governo si è affidato al re degli enologi Riccardo Cotarella, sempre al fianco del ministro Francesco Lollobrigida nella difesa dei vini italiani. Tra le 27 etichette, molte eccellenze, tante etichette storiche, l’immancabile Bruno Vespa(le sue bottiglie sono anche su Trenitalia) e poco o niente di nuovo (come se nella produzione di vino in Italia ci si fosse fermati a qualche decennio fa).
L’accordo per Kiev
Quando oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky arriverà nel resort di Borgo Egnazia, scrive Marco Galluzzo, troverà una buona notizia ad attenderlo: «Gli sherpa del G7 hanno trovato un compromesso sui fondi russi congelati in Belgio. Se tutto andrà per il meglio, perché le incognite dell’accordo sono ancora tante, prima della fine dell’anno l’Ucraina riceverà dai sette Stati del vertice uno o più assegni, che facilmente potranno superare i 60 miliardi di euro». Questi, a quanto riferisce Galluzzo, i termini dell’accordo: «Gli interessi, o extra profitti, dei 200 e passa miliardi russi sequestrati, faranno da garanzia e ripagheranno un prestito collettivo, probabilmente spalmato su dieci anni o dodici anni, per il quale Washington è pronta a mettere 50 miliardi, il Canada 5, il Giappone 2 (andranno al Bilancio di Kiev e non in armamenti, la Costituzione di Tokyo lo vieta), mentre Italia, Francia e Germania rimandano al prossimo Consiglio europeo con pieni poteri, con le nuove cariche apicali di Bruxelles, la definizione del contributo europeo. Londra invece parteciperà con un suo strumento finanziario e deve ancora decidere la cifra». Tra i temi trattati, anche la lotta al traffico illegale dei migranti.
Un caso sull’aborto
Il tema dei diritti civili non doveva essere in cima all’agenda, eppure è una delle prime questioni emerse. Arrivano infatti indiscrezioni che parlano dell’eliminazione, nella bozza, di un passaggio volto a rimarcare l’importanza di garantire «un accesso effettivo e sicuro all’aborto», tra i punti inseriti nel vertice di Hiroshima. Tanto da spingere la presidenza del G7 a guida italiana a precisare che «nessuno Stato ha chiesto di eliminare il riferimento alle questioni relative all’aborto dalla bozza delle conclusioni del vertice G7, così come riportato da alcuni organi di stampa in una fase in cui le dinamiche negoziali sono ancora in corso. Tutto quello che entrerà nel documento conclusivo – si puntualizza – sarà un punto di caduta finale frutto di un negoziato fra i membri G7». Vale a dire che la questione c’è ed è ancora aperta. E del resto le posizioni sul tema sono molto distanti. Giorgia Meloni ha deciso di aprire i consultori alle associazioni Pro Vita, mentre la Francia a marzo ha inserito, con un sì bipartisan, il diritto all’aborto in Costituzione.
La tela e i fiori della premier
Scrive Monica Guerzoni che tanto ci tiene alla perfetta riuscita del vertice Giorgia Meloni che ha scelto personalmente i fiori e le postazioni per le photo opportunity. Cercando di schivare le polemiche su aborto e von der Leyen, la premier vuole usare il G7 come una vetrina per il suo governo: «Questo vertice — è il ragionamento che la presidente ha condiviso con i collaboratori più stretti — sancisce l’autorevolezza nuova della nostra nazione e il peso politico più forte che indubbiamente abbiamo in Europa». Così scrive Guerzoni: «La premier è concentrata sui dossier preparati con la sherpa del G7 Elisabetta Belloni e con i quali vuole caratterizzare la sua presidenza. La tragedia di Gaza e la pace in Ucraina come “priorità assolute”. Le migrazioni e l’Africa, “tantissima Africa”. L’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di introdurre un marchio per certificare le imprese che si adegueranno agli “standard etici”. Fino alla questione cruciale degli asset russi congelati in Europa».
07:44 – Biden e il cuoco personale
(Marco Galluzzo, inviato) Una nota di colore invece ha divertito gli staff più di tanti dettagli tecnici: Biden arriva stamane con un cuoco personale, sembra che assaggi tutto preventivamente. Gli chef del resort pugliese sono spiazzati, ma anche l’alimentazione del capo della Casa Bianca ha risvolti top secret.
07:31 – L’Africa e i migranti
(Marco Galluzzo, inviato) Un altro risultato che insegue la nostra premier è quello di uscire dal vertice con un Piano Mattei rinforzato, con una maggiore sinergia con i progetti omologhi di americani ed europei. Non per nulla il summit si apre con una sessione dedicata all’Africa, e non per nulla quando gli americani hanno chiesto uno spazio nell’agenda per discutere del loro programma globale per le infrastrutture, alternativo alla Via della Seta cinese, programma adottato nel G7 di due anni fa in Germania e che ha una porzione dedicata all’Africa.
Nello staff di Giorgia Meloni hanno deciso di aprire la porta con generosità: del cosiddetto PGII — Partnership for Global Infrastructure and Investment — si discuterà oggi a porte chiuse fra i sette leader, per una buona ora, a partire delle 17. E fra gli altri sono stati invitati anche Larry Fink, il capo del fondo BlackRock, insieme con l’amministratore delegato di Microsoft, Satya Nadella.
C’è infine un altro punto che rende particolarmente soddisfatta Giorgia Meloni: l’accordo stretto con Londra sulla lotta al traffico dei migranti diventa oggetto di una dichiarazione collettiva. Per tutti e 7 i membri del G7 c’è il via libera ad una coalizione di contrasto ai flussi illegali di migrazione, con scambio di informazione dei rispettivi servizi segreti e azioni coordinate a livello globale da parte delle forze di polizia nazionali.
07:02 – La polemica sul riferimento al diritto all’aborto nelle conclusioni
(Marco Galluzzo, inviato) Il vertice è stato anticipato da una polemica a proposito delle conclusioni che toccano il diritto all’aborto.
Una polemica sollevata dai francesi, in un briefing dello sherpa Emmanuel Bonne, secondo la quale l’Italia si sarebbe rifiutata di fare dei passi in più sull’argomento rispetto alle conclusioni dell’ultimo G7. Una contestazione smentita da Palazzo Chigi, che in una nota ha messo nero su bianco che «si sta ancora trattando e che nessuno Stato ha chiesto dei cambiamenti della bozza».
06:54 – L’intesa raggiunta sull’Ucraina
(Marco Galluzzo, inviato) Quando oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky arriverà nel resort di Borgo Egnazia troverà una buona notizia ad attenderlo. Dopo ulteriori tre giorni di negoziati gli sherpa del G7 hanno trovato un compromesso sui fondi russi congelati in Belgio. Se tutto andrà per il meglio, perché le incognite dell’accordo sono ancora tante, prima della fine dell’anno l’Ucraina riceverà dai sette Stati del vertice uno o più assegni, che facilmente potranno superare i 60 miliardi di euro.
I termini dell’accordo sono questi. Gli interessi, o extra profitti, dei 200 e passa miliardi russi sequestrati, faranno da garanzia e ripagheranno un prestito collettivo, probabilmente spalmato su dieci anni o dodici anni, per il quale Washington è pronta a mettere 50 miliardi, il Canada 5, il Giappone 2 (andranno al Bilancio di Kiev e non in armamenti, la Costituzione di Tokyo lo vieta), mentre Italia, Francia e Germania rimandano al prossimo Consiglio europeo con pieni poteri, con le nuove cariche apicali di Bruxelles, la definizione del contributo europeo. Londra invece parteciperà con un suo strumento finanziario e deve ancora decidere la cifra.
È una delle conclusioni del vertice che si apre oggi in Puglia, dove da stamattina sono attesi Joe Biden, Emmanuel Macron, Olaf Scholz e gli altri membri del G7 e dove per due giorni si confronteranno almeno una ventina di capi di Stato e di governo, visto che saranno presenti anche leader che non appartengono al formato del vertice, da Erdogan all’indiano Modi, fresco di rielezione, al brasiliano Lula, mentre il discusso leader dell’Arabia Saudita Bin Salman non parteciperà.
Uno dei passi in avanti decisivi, sui fondi russi, riguarda la tassazione dei profitti: il Belgio ci ha rinunciato, dunque i cosiddetti frozen assets russi genereranno interessi annuali non più per 3,5 miliardi l’anno, ma per 5. Nelle conclusioni del vertice verrà indicata una cifra al ribasso, cautelativa e approssimativa, di 50 miliardi, ma lo schema definitivo e la cifra esatta che sarà girata a Kiev sarà superiore ed emergerà nel prossimo G7 dei ministri finanziari, che dopo il passaggio politico dovrebbero trovare la cornice giuridica e finanziaria precisa.
Manca ancora uno dei tasselli più importanti: liberare l’uso dei profitti dal veto possibile di Ungheria o altri Paesi della Ue, che deve votare ogni sei mesi sulla questione. Ma anche questa è una questione che sarà affrontata successivamente.
In ogni caso per Meloni si tratta di un obiettivo raggiunto, soprattutto in forma collettiva.
Filtrano anche altre parti delle conclusioni del vertice, anticipate dall’agenzia Bloomberg : il G7 vuole «aumentare la produzione e le consegne» di armi «per aiutare l’autodifesa dell’Ucraina», mentre verranno definite «irresponsabili» le minacce nucleari che sono arrivate da Mosca.
I sette leader chiederanno anche la fine degli aiuti alla Russia da parte di Pechino, in un articolato e dettagliato appello al governo cinese.