23 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

ricerca

Stanziati i fondi aggiuntivi per chi sceglierà un’Università italiana per la borsa di ricerca europea (Erc): i fondi per il programma non bastano, serve un altro incentivo

Quanto costa all’Italia il gap di competitività per la ricerca? Almeno altri cinquanta milioni in tre anni. Sperando che basti. Il ministro Stefania Giannini qualche giorno fa ha annunciato che per attrarre negli Atenei pubblici italiani i ricercatori che vincono le Erc, le prestigiose borse di ricerca finanziate dagli stati dell’Unione europea , l’Italia ha aggiunto al contributo che versa ogni anno per il progetto Ue, altri 10 milioni per il 2016, e venti per il 2017 e 2018. Andranno a finanziare, con un massimo di 600 mila euro a progetto, i ricercatori italiani e stranieri che vorranno scegliere un’Università italiana per svolgere il loro lavoro.
Una misura tampone visto che l’Italia per i bandi europei spende ben più di quello che poi ritorna in termini di ricerca, finendo per finanziare anche le ricerche in Atenei dei Paesi più attrattivi magari svolte da ricercatori italiani. «Nel Programma nazionale per la Ricerca presentato a maggio, così come nella Legge di stabilità per il 2017, abbiamo posto attenzione al tema del capitale umano, dimostrando concretamente di voler puntare su merito ed eccellenza. La ricerca la fanno le persone e rafforzare il nostro sistema significa innanzitutto investire maggiori risorse per avere più ricercatori. Le misure per l’attrazione dei vincitori dei grant europei vanno in questa direzione in modo innovativo, rispondendo alla necessità di rendere il nostro Paese più competitivo e più attrattivo a livello internazionale», ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *