19 Settembre 2024

Fonte: Huffington Post

di Barbara Acquaviti

Berlusconi lo getta nella mischia, reazioni discordi nella Lega tra Salvini e Maroni. I luogotenenti ad Arcore impegnati a ridimensionare l’effetto annuncio

Non è proprio un “Gallitelli chi?”, ma l’effetto “gelo” è più o meno lo stesso. “Questa non l’avevo mai sentita a una riunione”, dice piccato il leader della Lega, Matteo Salvini. Il fatto che Silvio Berlusconi domenica sera, ospite di Fabio Fazio, abbia esplicitamente avanzato il nome dell’ex comandante dei Carabinieri come possibile premier, innesca uno schema visto e rivisto nel centrodestra.
Nel day after i luogotenenti di Arcore sono impegnati davanti a radio e tv per ridimensionare “l’effetto annuncio”: il nome – spiega il capogruppo Brunetta – è “stato fatto come esempio di un civil servant di straordinaria capacità, integrità, un amico”. Insomma, un “idealtipo” del profilo che il presidente azzurro vorrebbe avere nella prossima squadra di governo.
In realtà, viene spiegato, il nome del generale era effettivamente circolato a villa San Martino, ma più come ministro dell’Interno o della Difesa che presidente del Consiglio. Non si tratta dunque banalmente di un nome gettato nel ventilatore. D’altra parte, nell’elenco dei potenziali premier di Berlusconi – solo per citare i più recenti – è in buona compagnia insieme a Mario Draghi, Sergio Marchionne o anche Luca Zaia. Ma alla fine sono tutti nomi buttati lì per vedere l’effetto che fa e per nascondere l’unica grande verità: che quando Berlusconi pensa a un futuro presidente del Consiglio pensa sempre e solo a se stesso e che, anche al netto della questione “riabilitazione”, su quella sedia comunque non ci vede mai il leader della Lega.
In questo gioco di ruolo del centrodestra, non è un caso che ad applaudire all’idea di Gallitelli premier sia proprio il “rivale” interno di Salvini, Roberto Maroni. “Berlusconi – argomenta – ha questa capacità straordinaria di tirare fuori dal cilindro queste cose così. Il che vuol dire che è tornato protagonista e ha iniziato la campagna elettorale”.
L’ex premier, raccontano, ha gongolato anche per aver battuto nella sfida a distanza degli ascolti Luigi Di Maio: non solo vanità, ma – dicono ad Arcore – la riprova che l’esperienza ha la meglio anche in tv su quello che è solo un “bel faccino”.
Che possa o meno candidarsi, d’altra parte, il presidente azzurro continua a ragionare e a comportarsi da capo azienda. E infatti ripete che con Salvini è pure stato deciso in che proporzione saranno spartiti i ministri. Se non fosse che a smentire uno stato così avanzato del cantiere è lo stesso leader del Carroccio. “Non abbiamo ancora sottoscritto il programma comune, l’età pensionabile, l’aliquota fiscale, la legittima difesa, la riforma della scuola. Secondo voi abbiamo sottoscritto il numero dei ministri?”.
Resta da mettere in agenda il famoso incontro a tre, di cui ormai si parla da mesi e che è stato via via rinviato vuoi per il voto in Sicilia, vuoi perché si attendeva la definizione dei collegi. “Ben venga al più presto un incontro tra tutte le anime del centrodestra, con Salvini e con la Meloni, con il petalo liberale, con quello cattolico, per scrivere un programma insieme, per metterci d’accordo anche su come governare insieme, con quali personalità”, dice Brunetta, uno che da tempo si è messo nel ruolo del ‘mediatore’.
Di fondo, resta la difficile coabitazione di due leader che sono destinati a stare assieme ma che continuano a guardarsi con diffidenza. Per questo, lo “screzio” odierno non è il primo e non sarà l’ultimo. La legge elettorale favorisce le coalizioni, ma di fatto consente a ognuno di fare per sé. Per questo, proprio per affondare la lama nel punto debole dell’avversario – ossia la prospettiva delle larghe intese – Salvini continua a chiedere a Berlusconi di giurare eterna fedeltà all’alleanza, con o senza notaio. “Chiederò un impegno concreto, firmato, sottoscritto ad onore anche sul programma. Penso – afferma il segretario del Carroccio – che vinceremo come centrodestra, anche con questa legge elettorale. Poi, però, non voglio cominciare a litigare il giorno dopo come accadde in passato”.
I pontieri dunque si sono messi già al lavoro per sanare l’ennesimo strappo in pubblico. Pontieri che, peraltro, non sono esattamente disinteressati. Il fronte forzista del Nord, che punta a fare il pienone, apprezza molto la campagna anti-traditori intrapresa dal leader leghista: no a candidature nell’uninominale per i voltagabbana. “Ognuno nelle sue liste – dice Salvini – mette chi vuole. Forza Italia potrà candidare chi riterrà. Però coloro che verranno eletti con il voto dell’intera coalizione non possono essere persone che fino a ieri hanno sostenuto il governo Renzi”.

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