Fonte: Corriere della Sera
I tempi sono cambiati: Bergoglio vuole una celebrazione senza kermesse e gigantismi con Porte Sante aperte in tutto il mondo
di Gian Guido Vecchi
Non deve stupire la presenza di poche migliaia di persone all’apertura della porta santa di San Giovanni in Laterano. E non è tanto questione di paura dopo gli attentati di Parigi, effetto che peraltro in Vaticano ritengono destinato a sfumare col passare del tempo. Piuttosto, la città sta cominciando a capire che cosa sarà davvero l’Anno Santo della Misericordia indetto da Francesco. La memoria del grande Giubileo del 2000 ha falsato le attese.
I tempi sono cambiati, il tema è differente. Anche all’Angelus di ieri il Papa ha detto che «occorre convertirsi» seguendo «la strada della giustizia, della solidarietà, della sobrietà». Sobrietà, soprattutto. Bergoglio lo ha detto fin dalla vigilia dell’elezione, quando alle congregazioni generali dei cardinali pronunciò un breve intervento che convinse molti a votarlo nella Sistina. Era il 9 marzo 2013 e tra l’altro disse: «La Chiesa, quando è autoreferenziale, senza rendersene conto crede di avere luce propria; smette di essere il “mysterium lunae” e dà luogo a quel male così grave che è la mondanità spirituale (secondo De Lubac, il male peggiore in cui può incorrere la Chiesa): quel vivere per darsi gloria gli uni con gli altri. Semplificando, ci sono due immagini di Chiesa: la Chiesa evangelizzatrice che esce da se stessa (…) o la Chiesa mondana che vive in sé, da sé, per sé».
Francesco ha voluto che l’Anno Santo della Misericordia si celebrasse senza kermesse né gigantismi e soprattutto che le porte sante fossero aperte in tutte le diocesi del mondo «perché il Giubileo possa essere vissuto pienamente nelle Chiese particolari». Neppure la Santa Sede sa di preciso quante siano le porte. «Qualche diocesi ne apre tre, altre sei, nove…», allargava le braccia padre Lombardi. Poiché le circoscrizioni ecclesiastiche nel mondo sono 2.989, non è esagerato stimare che ieri, in tutto il pianeta, siano state aperte almeno diecimila porte sante. Ieri Francesco ha aperto la sua terza, dopo San Pietro e l’«anticipo» di Bangui, il 29 novembre, nel Centrafrica in guerra civile. È chiaro che, con un Anno Santo impostato così, la pressione dei pellegrini su Roma non sia paragonabile al passato. Del resto il pellegrinaggio indicato da Francesco nella Bolla è anzitutto interiore, «dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, perdonare…». La prossima apertura, venerdì, il Papa la farà nell’ostello della Caritas a Termini. Sono queste le cose essenziali, certo più dei numeri o dei selfie alla Porta santa.