È possibile continuare a difendere i diritti delle donne senza mettere in discussione quelli altrui? L’interrogativo si è fatto pressante dopo l’esplosione della questione di genere che è stata vissuta in positivo nell’ultimo ventennio. Almeno fino a quando l’affermazione di questi diritti emergenti, attraverso la loro definizione in termini di legge, non ha prodotto i primi conflitti.
L’esempio più evidente è stata la battaglia sul disegno di legge Zan
Progressione dei diritti
La conflittualità che ne è seguita, nel segnalare l’esistenza di un problema, ha avuto un impatto negativo sulla progressione dei diritti in un’epoca, come l’attuale, in cui questi sono già sotto attacco dall’esterno. Il caso recente più eclatante è stato il venir meno della copertura costituzionale del diritto all’aborto negli Stati Uniti, determinato da una sentenza della Corte Suprema che, a sua volta, sta avendo un impatto negativo sul cammino dei diritti. Per questo, a «Il Tempo delle Donne 2022», quest’anno riflettiamo su quanto sta succedendo per capire fino a che punto l’allarme sia giustificato e, se lo fosse, quale sia la strategia migliore per difendere il frutto delle battaglie storiche del femminismo.
Difendere senza mettere in discussione
Il dibattito che si è svolto ieri pomeriggio in Triennale ci ha offerto spunti di riflessione interessanti. È possibile continuare a difendere i propri diritti senza mettere in discussione quelli altrui? E da dove ripartire? Tra gli ospiti, Pietro Turano, attore (uno dei volti di Skam) e attivista Lgbt+, ha auspicato un ritorno all’origine: «Credo che siamo arrivati alla consapevolezza che stiamo combattendo tutti contro un sistema che è molto complesso: un modello patriarcale che schiaccia le nostre esistenze attraverso delle gerarchie di potere e di valore. È da qui che dobbiamo ripartire, ciascuno rimanendo se stesso, e senza dividerci, perché il patriarcato punta a quello».
Battaglie che funzionano
I diritti non sono dunque in regressione? «Mi piace pensare che i diritti un po’ ci appartengano — risponde Turano — e quello che è in discussione è solo il loro riconoscimento. Trovo normale che, nel momento in cui combattiamo, ci possa essere una reazione uguale e contraria. È il segno che la nostra battaglia funziona ed è legittima». E di diritti e di come sia stato difficile affermarli in tempi assai più rigidi degli attuali, parlerà oggi alle 18 in Triennale Cristiano Malgioglio, autore e cantante: «Mi rendo conto adesso di quanto avanti fosse il mio personaggio e di come abbia spalancato le porte a molti artisti omosessuali». Malgioglio si schiera apertamente per la comunanza in battaglia: «Sono sempre stato vicino alle donne. L’ho fatto con le mie canzoni e non solo. Oggi c’è molta paura che certa politica possa toglierci i diritti acquisiti: io dico di non avere timore. Siamo in un Paese libero. E questa è una grande fortuna».