19 Settembre 2024
donne afghanistan

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Lucy Ferriss e i suoi professori lavorano gratuitamente, ma ci sono dei costi per le connessioni, e chiedono un aiuto in denaro, anche minimo, per chi vuole dare una mano alle ragazze afgane private del diritto di formazione

Mi scrive Lucy Ferriss dal Trinity College di Hartford, nel Connecticut per raccontare quello che stanno facendo lei e una decina di professori per le donne afgane. Si collegano privatamente con le ragazze relegate in casa a cui è impedito di frequentare la scuola, tenendo da remoto lezioni di matematica, di medicina, di ingegneria, secondo le richieste che vengono da quel popolo disgraziato in cui le donne sono state escluse dall’apprendimento. A me sembra una idea molto bella. La libertà di collegarsi a internet non è stata per fortuna interdetta, anche perché tutto il sistema di commercio del Paese si basa sui collegamenti con l’estero e non si può controllare casa per casa come i computer privati, di proprietà maschile poi vengano usati dalla sorelle, dalle madri e dalle figlie per studiare clandestinamente. Verrebbe da chiedersi il perché di tanta punitiva esclusione.
Cosa può esserci di così pericoloso nell’apprendimento? La risposta sta nelle nuove leggi dei talebani: frustate pubbliche, processi e prigione per le ragazze che mostrano di volere mettere il naso nei libri. Nella mente degli intolleranti talebani l’istruzione, l’apprendimento, la conoscenza, sono formatori di coscienza e il regime teme come la peste ogni tipologia di coscienza civile e pubblica. Lucy Ferriss e i suoi professori lavorano gratuitamente, ma ci sono dei costi per le connessioni, e chiedono un aiuto in denaro, anche minimo, per chi vuole dare una mano alle ragazze afgane private del diritto di formazione. La riposta, come racconta Lucy, è stata talmente ampia e capillare che credo meriti attenzione. Le donne vogliono studiare, capire, emanciparsi da uno stato di analfabetismo e buio mentale. Lucy aggiunge la copia di una bellissima lettera che li ha raggiunti da Kabul in cui una ragazza che ha partecipato alla prima tornata di studi via internet ringrazia: «So che siete volontari e vi sono grata, ma vi prego non fermatevi. Abbiamo bisogno del vostro aiuto. Finora nessuno mi ha aiutato salvo voi. Grazie». Io mi associo alla richiesta di Lucy e ricopio le sue parole: If you feel able to make a tax-deductible donation to AFSO, please click the Donate link on our bare-bones website, http://www.afsousa.org/. It will take you to our 501(c)(3) partner, the Asian University for Women, where you can choose «For Afso» from their drop-down menu. Per favore, aiutate le donne afgane!

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