ESTERI
Fonte: La Stampa
di Guido Ruotolo
Il generale Serra dovrà rendere sicura la capitale libica. Il nuovo governo di unità nazionale si insedierà a febbraio
Il generale di corpo d’armata Paolo Serra, consigliere militare del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha chiesto quaranta giorni di tempo per creare una cornice di sicurezza nella capitale della Libia, Tripoli. E lo farà cominciando a costruire le forze armate e di sicurezza della nuova Libia mettendo insieme milizie e pezzi di esercito che fu. Con il contributo decisivo, nella prima fase, degli «istruttori» italiani, probabilmente diverse centinaia di carabinieri, e inglesi.
Insomma, per l’inizio di febbraio il nuovo Consiglio Presidenziale libico (e, si spera, il nuovo governo) che nascerà con la firma dell’intesa in Marocco, potrebbe insediarsi a Tripoli. Prima bisognerà vedere se effettivamente l’inviato dell’Onu, Martin Kobler, tra domani e dopodomani riuscirà a realizzare il miracolo, a ottenere le firme sotto l’accordo per un governo di pacificazione.
Non tutti i protagonisti di questi drammatici mesi di conflitti armati che hanno destabilizzato il Paese, sono intenzionati ad accettare la mediazione proposta dall’Onu. Sono una minoranza, ma rumorosa e armata. Non firmeranno, per esempio, alcuni parlamentari di Tobruk o del Congresso nazionale di Tripoli e neppure tutte le forze islamiche.
Ed è facile prevedere che l’Isis, e quelle formazioni vicine ad Al Qaeda, come Ansar Al Sharia e il Gruppo combattente libico, renderanno complicata questa transizione. Nei giorni scorsi l’Occidente ha scoperto che i miliziani dell’Isis sono arrivati fino a Sabrata. C’erano già da tempo, come sono presenti anche a Tripoli. Se finalmente il governo di pacificazione diventerà una realtà i terroristi islamisti proveranno a creare il caos. E avranno i rinforzi, foreign fighters marocchini, tunisini, libici.
Lo scenario più verosimile è che una volta re-insediate a Tripoli le istituzioni legittime, come Consiglio Presidenziale e governo, le formazioni terroristiche lanceranno un’offensiva con autobombe ed esecuzioni mirate.
Il generale di corpo d’armata Paolo Serra, consigliere militare delle Nazioni unite, in queste settimane ha lavorato per costruire una cornice di sicurezza nella capitale. Tutta l’area delle ambasciate straniere sarà «militarizzata» e probabilmente la sua sicurezza sarà affidata alla polizia militare italiana e inglese. Ci vorrà tempo anche per formare le nuove leve delle forze di sicurezza della Libia. L’Italia, assieme all’Inghilterra, garantirà, come già detto, gli «istruttori».
LE NUOVE ISTITUZIONI
Giovedì, a Tunisi, Kobler per la prima volta ha riunito attorno allo stesso tavolo le delegazioni di Tobruk e di Tripoli, e chi ha partecipato a questa sessione straordinaria parla di «atmosfera amichevole».
Tra domani e giovedì – tutto dipenderà dai tempi dei trasferimenti in Marocco dei delegati che dovranno firmare l’accordo – dovrebbe nascere il Consiglio Presidenziale guidato da Sarraj Faiez che, a sua volta, sarà anche il presidente del futuro governo. Nove membri: un presidente, quattro vicepresidenti e tre ministri di Stato. Su alcuni temi occorrerà il via libera di tutto il Consiglio. L’attuale Parlamento scaduto di Tobruk rimarrà in carica per un anno, proroga che potrà essere valida per un altro anno ancora.