23 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

Salvini: «Ci proveremo fino all’ultimo minuto». E Di Maio smorza i toni su Berlusconi: «Nessun veto contro di lui»

Basteranno 24 ore di trattative supplementari per sapere se si può formare un governo M5S-Lega, probabilmente con una «astensione benevola» da parte di Forza Italia. Matteo Salvini, ne è certo. Su cosa ne uscirà ci sono meno sicurezze: «Devo prima parlare con Di Maio e con Berlusconi: al momento non c’è una risposta definitiva da nessuno dei due» risponde ai cronisti fuori da Montecitorio. Il M5S e la Lega hanno informato la presidenza della Repubblica che è in corso un confronto per pervenire a un possibile accordo di governo e che per sviluppare questo confronto hanno bisogno di 24 ore. La conferma arriva direttamente dall’ufficio stampa del Quirinale.

Salvini: “Ci proviamo fino all’ultimo”
«Io confermo che fino all’ultimo minuto ci provo, a costo di sembrare uno che pecca di ottimismo e di fiducia». Il leader della Lega, Matteo Salvini, parla ai microfoni di «Circo Massimo», su Radio Capital, il giorno del possibile incarico di Mattarella per un governo neutrale e dopo l’ennesima chiusura di Berlusconi all’ipotesi di un appoggio esterno a un esecutivo M5s-Lega. «Il voto presto – ha sottolineato il leader della Lega – non è l’ambizione di nessuno, mia in primis», a dispetto del fatto che «se dovessi guardare i sondaggi, sarei quello che ha più interesse a far saltare il tavolo, la Lega guadagnerebbe di più in assoluto».

La sola eccezione possibile
L’unica eccezione che Salvini dice di poter fare al presidente Mattarella, «è che se un governo senza i numeri poteva andare a chiedere i voti in parlamento doveva essere un governo di centrodestra». «Quando sono andato al Quirinale a chiedere l’incarico – aggiunge – ero consapevole che non avendo una maggioranza poteva andar bene e andar male. Ci sono tanti parlamentari che mi danno ragione sui singoli punti, come immigrazione, giustizia, flat tax e Fornero».

L’ultimatum di Mattarella
Pensando all’ultimatum del presidente Mattarella, il leader della Lega sottolinea che «non esiste un governo neutrale, come fa a esserlo a giugno quando a Bruxelles si discute di riforma dei trattati sull’immigrazione o del nuovo bilancio europeo? Non occorre un governo neutrale, “tranquillotto”. Occorre l’esatto contrario: un Governo politico, determinato e con le idee chiare. Che abbia il coraggio e l’autorevolezza di dire dei no».

Il segnale di Di Maio a Berlusconi: “Nessun veto contro di lui”
È martedì pomeriggio, ieri, alla Camera alcuni leghisti parlano per conto di Giancarlo Giorgetti con un paio di deputati del M5S: «Dite una buona parola su Berlusconi o almeno fate una dichiarazione in cui riconoscete la dignità di Forza Italia e dei milioni di elettori che l’hanno votata. Che vi costa? Avete già fatto tanto con il passo indietro di Di Maio. Un ultimo sforzo…». Passano poche ore: Luigi Di Maio, questa mattina in Transatlantico: «Silvio Berlusconi? E’ meno responsabile di altri di questo stallo e del ritorno al voto”. E “il nostro non è un veto contro di lui. Vogliamo fare un governo solo con la Lega, che preveda due forze politiche». Esternazioni casuali? Non c’è nulla di casuale in queste ore. I 5 Stelle hanno seguito il consiglio della Lega. Matteo Salvini sprizza ottimismo e si dice fiducioso. Qualcosa potrebbe accadere. Di certo, il Movimento ha abbassato i toni contro Berlusconi, e Di Maio prega che ad Alessandro Di Battista non venga voglia di fare un altro commento sull’ex Cavaliere. Oggi non è più «il male assoluto», come Dibba lo ha liquidato, facendo franare quell’impossibile equilibrio sul quale si sta reggendo il negoziato con il centrodestra. Non è più il perno attorno al quale ruotava la trattativa Stato Mafia, piombata per la gioia sempre di Di Battista e degli altri grillini duri e puri nel pieno del tavolo di crisi. Oggi Berlusconi è «meno irresponsabile» degli altri, e il veto che ha pesato come un macigno su di lui per oltre 60 giorni non c’è più. A sentire la Lega, forse ora un governo è davvero possibile. Forse ora davvero Berlusconi potrà fare quel comunicato che ieri leghisti e 5 Stelle si aspettavano. L’annuncio di un «passo indietro generazionale» «per il bene dell’Italia» e «per dare una possibilità ai giovani…». Forse…

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