22 Novembre 2024

Un gruppo di 20 Paesi tra i quali Austria e Irlanda, hanno presentato una mozione alle Nazioni Unite, per chiedere agli Stati di rinnovare il loro impegno per il disarmo

Il rischio di una guerra nucleare è reale. Il 15 ottobre, profondamente preoccupati per questo rischio, un gruppo di 20 paesi tra i quali Austria e Irlanda, hanno presentato una mozione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per chiedere agli Stati di rinnovare il loro impegno al disarmo nucleare, e istituire una Commissione Scientifica indipendente per valutare i rischi reali di una catastrofe nucleare oggi. È una iniziativa limitata ma concreta, seria e lungimirante. Mi auguro vivamente che l’Italia abbia la saggezza di appoggiarla.
La Commissione dovrebbe essere incaricata di «esaminare gli effetti fisici e le conseguenze sociali di una guerra nucleare su scala locale, regionale e planetaria, compresi tra l’altro gli effetti climatici, ambientali e radiologici, e i loro impatti sulla salute pubblica, sui sistemi socio-economici globali, sull’agricoltura e sugli ecosistemi, nei giorni, nelle settimane e nei decenni successivi alla guerra nucleare, e di esaminare e commissionare studi pertinenti, inclusa la modellizzazione ove appropriato, e pubblicare un rapporto completo, trarre conclusioni chiave e identificare le aree che richiedono ricerche future».
Sorprendentemente, questo sarebbe il primo studio di questo genere condotto dalle Nazioni Unite, dopo quelli degli anni ‘80, che furono importanti per arrivare ai saggi trattati che hanno portato allora alla riduzione degli armamenti nucleari. Molte cose sono cambiate negli armamenti nucleari da allora, e il rischio potrebbe essere perfino più grave di quanto si pensi.

Quattro considerazioni sono rilevanti.
Primo, un governo ha già usato le armi nucleari.
Secondo, nei decenni passati abbiamo più volte sfiorato la catastrofe, anche accidentale. Nel caso più clamoroso, il lancio da un sottomarino che avrebbe scatenato la guerra nucleare è stato approvato dal primo e dal secondo ufficiale, ed è stato bloccato dai dubbi e dall’opposizione del terzo, che non era militare di carriera. Viviamo sull’orlo dell’abisso.
Terzo, Gli Stati Uniti hanno recentemente aumentato in maniera drastica gli investimenti nelle armi nucleari. Le superpotenze nucleari ora non sono più solo Russia e America, si sta aggiungendo la Cina, rendendo disequilibrata la deterrenza a due che fino a ora ci ha tenuto pericolosamente vicini alla catastrofe, ma ha evitato il peggio.
Quarto, il recente abbandono dei trattati che mettevano al bando le armi nucleari a medio raggio rende la deterrenza molto più fragile, perché aumenta la tentazione di una sconsiderata rischiosa mossa d’anticipo. Una nuova valutazione seria dei rischi condotta da una autorità al di sopra delle parti come le Nazioni Unite può portare una luce di ragionevolezza, in un mondo che sembra averne molto bisogno.
Mi auguro che l’Italia sappia, come l’Austria e l’Irlanda, vedere l’interesse comune dell’umanità in una questione di importanza così vitale, e sostenere questa mozione. Non è impossibile che la Nato faccia pressione sui suoi membri per ostacolare la mozione. Cedere a questa pressione vorrebbe dire cadere nella miopia dello scellerato gioco di potenza fra le parti, in un mondo sempre più diviso e sempre più belligerante.
Opporsi a una spinta, anche piccola, verso un controllo delle armi nucleari è profonda stupidità. Mi auguro vivamente che questo governo abbia la schiena diritta. In gioco c’è la possibilità stessa del nostro futuro.

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