Il ministro Giorgetti conferma: la proroga a fine anno per usufruire della piena agevolazione ci sarà a condizione che le delibere condominiali siano state approvate entro il 24 novembre
Nel balletto infinito che costella la vicenda del superbonus si riaprono i giochi per la proroga a fine anno, la possibilità cioé di estendere al 31 dicembre i termini per usufruire dell’agevolazione piena. Una previsione rispuntata sotto il pressing delle forze politiche, poi accantonata e ora invece resuscitata e che con ogni probabilità – la prudenza è d’obbligo – vedrà la luce in manovra come ha confermato ieri il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Lo strumento è quello dell’ordine del giorno varato dalla Commissione che poi confluirà in una norma inserita in manovra.
La proroga a fine anno
La proroga della scadenza (dal 25 novembre a fine anno) per presentare le Cilas beneficiando così dell’incentivo al 110% prevede come unica condizione che si sia ottenuta una delibera condominiale entro il 24 novembre scorso. La norma ha attraversato una piccola odissea normativa: proposta come emendamento al decreto Aiuti quater, sembrava definitivamente saltata.
Ma il problema non era di sostanza, quanto di forma. Nelle ultime ore è emersa “una problematica tecnica”, legata ai tempi di approvazione del decreto, ha spiegato il relatore Guido Quintino Liris (FdI): il decreto Aiuti quater arriverà in Aula al Senato non prima di martedì, ma servirà anche il benestare della Camera, e quindi andrà a completamento a metà gennaio. Ovvero, fuori tempo massimo rispetto ai tempi indicati nella proroga.
Di qui l’idea di aggirare l’ostacolo inserendo la norma direttamente in manovra ma attraverso il passaggio dell’ordine del giorno: la proposta, spuntata nelle ultime ore è stata avanzata al governo e alla maggioranza dallo stesso Liris, appoggiato poi direttamente da Giorgetti.
I crediti incagliati
Sul nodo dei crediti incagliati, invece, la strada individuata è nel dl Aiuti quater e punta sulla garanzia di Sace, con la possibilità di una cessione in più per banche e assicurazioni. Per superare l’altro scoglio legato al superbonus, cioè lo sblocco dei crediti incagliati, la soluzione individuata – messa nero su bianco in un emendamento tra i riformulati – prevede di alzare da 2 a 3 le cessioni dei crediti ad intermediari “qualificati”, ovvero a banche e assicurazioni, passano da 2 a 3.
Allo stesso tempo la Sace può concedere garanzie in favore di banche, istituzioni finanziarie e degli altri soggetti abilitati all’esercizio del credito, per finanziamenti sotto qualsiasi forma, “strumentali a sopperire alle esigenze di liquidità delle imprese”.
Le reazioni
Una soluzione che però per le opposizioni non risolve il problema. Per Misiani (Pd) si tratta di “aria fritta”: risposte “assolutamente inadeguate per sbloccare i 5 miliardi di crediti fiscali incagliati”. “La toppa che hanno cercato di mettere è peggio del buco”, aggiunge il senatore di Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni. “Registriamo molta confusione tra la maggioranza ed il Governo”, commenta Azione, che torna riproporre la soluzione della compensazione degli F24, “sostenuta da Ance e Abi e su cui si registra una larga convergenza”.
Al di là del 110% nel Dl restano però anche altri nodi, in primis lo scudo per i versamenti delle società sportive, in particolare del calcio. Il governo ha avuto in serata una riunione con la maggioranza in Senato. L’obiettivo è sbloccare l’empasse venutasi a creare sul provvedimento, per poter procedere con le votazioni. Ma per Giorgetti le società sportive dovranno essere trattate come tutte le altre.