22 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Monica Rubino

Hanno votato a favore le forze di maggioranza (M5s, Pd, Italia Viva, Leu) e quelle di opposizione (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia). +Europa protesta a piazza Montecitorio

Con il voto a maggioranza “bulgara” dell’aula della Camera, il taglio dei parlamentari riceve il via libera definitivo. I sì alla riforma costituzionale, fortemente voluta dal Movimento 5 stelle, sono stati infatti 553, i no 14 e 2 gli astenuti. Hanno votato a favore le forze di maggioranza (M5s, Pd, Italia Viva, Leu) e le forze di opposizione (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia), anche se con alcuni distinguo personali al loro interno, più alcuni deputati del gruppo Misto. Uniche forze del Parlamento contrarie al taglio sono state +Europa (3 deputati) e Noi con l’Italia (4 deputati guidati da Maurizio Lupi). Ha votato in dissenso dal M5s il deputato Andrea Colletti, mentre la dem Angela Schirò, eletta all’estero, si è astenuta. Al termine delle votazioni l’aula ha osservato un minuto di silenzio ed ha tributato un applauso unanime in memoria dei due poliziotti uccisi alla Questura di Trieste.
Trattandosi di una proposta di legge di modifica della Costituzione, l’esame ha previsto quattro letture parlamentari (una doppia lettura conforme di Camera e Senato). Oggi per l’appunto c’è stato l’ultimo e definitivo passaggio del provvedimento, che ridurrà il numero dei deputati da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200, in aggiunta al taglio dei seggi dei deputati (da 12 a 8) e dei senatori (da 6 a 4) eletti all’estero.
La “riforma Fraccaro”, dal nome dal sottosegretario pentastellato alla presidenza del Consiglio, cambia il rapporto numerico di rappresentanza sia alla Camera dei deputati (1 deputato per 151.210 abitanti, mentre oggi era 1 per 96.006 abitanti) sia al Senato (1 senatore per 302.420 abitanti, mentre oggi era 1 ogni 188.424 abitanti). Questo comporterà la necessità di ridisegnare i collegi elettorali con un’altra legge.
Il voto definitivo si è svolto a scrutinio palese. Essendo una riforma costituzionale il provvedimento, per passare, necessitava della maggioranza assoluta (cioè 316 voti). Cifra, come si è visto, ampiamente superata.

Le dichiarazioni di voto
Compatto il sì del Pd, ad eccezione come detto della deputata Schirò, come ribadito questa mattina a Radio Anch’io, su Radio1 Rai, dal capogruppo Graziano Delrio: “Il nostro è diventato un sì perché sono state accolte le nostre ragioni”. Più tardi in aula Delrio ha confermato il sì: “Non è una cambiale in bianco” il voto favorevole al taglio degli eletti, ma è un primo passo accompagnato da “riforme precise e garanzie, frutto di un lavoro serio e si è trovata una sintesi efficace”. Parole a cui sono seguite proteste provenienti dai banchi di Fdi e Lega, che hanno ricordato al Pd il voto negativo nelle precedenti letture del provvedimento. Dopo il voto il segretario dem Nicola Zingaretti è intervenuto su Facebook per ribadire le motivazioni del sì del suo partito: “Abbiamo ottenuto, come da noi richiesto, che il taglio degli eletti si inserisca dentro un quadro di garanzie istituzionali e costituzionali che prima non c’erano”.”Credo che la riforma passerà”, ha pronosticato di buon mattino il ministro cinquestelle per i Rapporti col Parlamento Federico D’Incà. In caso contrario, ha aggiunto, “valuteremo le dovute conseguenze”. E alle voci di possibili defezioni da parte di esponenti del M5s, il ministro del lavoro Nunzia Catalfo ha assicurato: ‘Passerà senza problemi’. Sul Blog delle stelle nel frattempo è comparso un post dai toni trionfalistici: “Con il taglio dei parlamentari altra promessa storica mantenuta”.
Forza Italia e Fratelli d’italia hanno annunciato il loro voto a favore della riforma. Per Giorgia Meloni, in particolare, i prossimi passi da compiere sono il “presidenzialismo e l’abolizione dell’istituto ottocentesco dei senatori a vita”. Anche Italia Viva ha assicurato il suo appoggio. Come pure la Lega, come preannunciato dalla senatrice Alessandra Localtelli, ex ministra della Famiglia, a Start, su Sky TG24.

I contrari alla riforma
Intanto fuori dal palazzo, + Europa ha manifestato contro la legge sul taglio degli eletti portando in piazza una ghigliottina di cartone, simbolo della “Costituzione mutilata”. “Si fermino, ci ripensino – è l’appello rivolto a Pd e Italia Viva dal segretario Benedetto Della Vedova – il taglio si può fare ma non così”.
Sul merito della riforma si è acceso nel corso della giornata un fitto dibattito. Tra i più critici Emanuele Macaluso, storico dirigente del Pci ed ex direttore dell’Unità, che su Facebook ha scritto: “Speriamo che qualcuno capisca che” sul taglio dei parlamentari e sulle regionali in Umbria “il Pd ha calato le braghe”. Mentre Claudio Fava parlamentare de “I cento passi” all’assemblea regionale siciliana, ha affermato: “Parlare di risparmi perchè si tagliano i parlamentari vuol dire offendere la democrazia, che ha bisogno invece di non risparmiare sulla qualità delle proprie risorse, anche umane”. Sulla stessa linea anche Alessandra Clemente, assessore ai Giovani e Patrimonio del Comune di Napoli: “È pura propaganda, in Italia ci sarà meno democrazia e a vincere saranno quei partiti che, con la scusa di risparmiare sui conti pubblici, daranno vita a una piccola e potente casta pronta a imporre i suoi diktat al popolo”, ha dichiarato. ” Il taglio dei parlamentari non associato ad un cambio di legge elettorale è un atto grave, politicamente demenziale, nel senso che si continua col mortificare la rappresentanza degli italiani”, ha aggiunto il segretario nazionale Udc Lorenzo Cesa. “Siamo davanti a uno stupro del Parlamento fatto da soggetti che ora sono minoranza nel Parlamento e che i voti non li hanno presi loro ma Beppe Grillo”, ha attaccato Vittorio Sgarbi in aula, chiedendo alla fine degli interventi il voto segreto, non previsto però per questo tipo di legge.
Anche l’europarlamentare ex Pd Carlo Calenda in un videomessaggio agli elettori di Pd e Italia viva, ha spiegato che è arrivato “il momento della verità. Parlate del taglio dei parlamentari come se la Costituzione fosse un regolamento di condominio”. Contrario pure Angelo Bonelli della Federazione dei Verdi: “È un furto di democrazia in omaggio alla propaganda grillina che demolisce la Costituzione e le minoranze: siamo a una svolta autoritaria da parte di chi controlla un partito con una Srl”, ha commentato dopo l’esito del voto.

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