Fonte: La Repubblica
di Antonio Ferrara
Il fatto che la tomba sia stata trovata a una certa distanza dalla città pestana significa che vi era sepolto un iniziato ai culti misterici
Ecco il segreto, il Tuffatore è un abitante di Paestum. La verità era nascosta in una lastra con una decorazione a palmette simile alla tomba del Tuffatore, rinvenuta una decina di anni fa e ora esposta prima di entrare nella sala Mario Napoli dove è stata riallestita l’intera tomba del “Tuffatore”.
È questa la scoperta: la tomba a palmette precede di poco il Tuffatore ed indica la presenza di una tradizione locale, fatta da una bottega specializzata in pittura funeraria tra sesto e primo quinto secolo a.c.
La tecnica di realizzazione della “tomba del Tuffatore” e della tomba “delle palmette” si rifa all’attività che in quegli anni, dal 500 a.c al 480 ac, era in corso a Paestum con la costruzione del tempio di Atena, anche esso in travertino, con le colonne ricoperte di stucco e dipinte.
I fatto che la tomba sia stata trovata a una certa distanza dalla città pestana significa che vi era sepolto un iniziato ai culti misterici. Il tuffo è perciò una rappresentanza mistica della morte quale momento chiave nel percorso dell’iniziato verso un’altra vita.
La lastra di copertura della Tomba del Tuffatore, uno dei capolavori della pittura antica, ha lasciato il 4 ottobre poco dopo le 13,30 il Museo archeologico nazionale di Napoli, dove è stata in mostra per sei mesi, per fare ritorno a casa. A Paestum, da dove manca dal luglio 2015 quando fu esposta a Milano per l’Expo. Qui, è già stata sistemata all’interno della sala Mario Napoli del museo archeologico, restaurata grazie a una donazione di 25mila euro da parte di Antonio Palmieri della Tenuta Vannulo.