19 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Paolo Lepri

L’impressione è che in paesi «vecchi» le tensioni, anche forti, siano più trasparenti. In nazioni «nuove» la radicalizzazione porta incertezza, se non addirittura opacità: il «potere» impone, con mezzi anche discutibili, la sua volontà di restare potere

In Francia si trattava di municipali e in Polonia del primo turno di un voto che dovrà indicare il presidente. Ma il fatto che in due grandi Paesi europei i cittadini si siano recati alle urne mentre l’emergenza rallenta — dopo polemiche legate proprio all’ingorgo tra pandemia e calendario politico — invita a cercare di capire ciò che si muove nelle opinioni pubbliche in un momento tanto importante per la storia del nostro continente. L’impressione è che in paesi «vecchi» come la Francia le tensioni, anche forti, siano più trasparenti. In nazioni «nuove» come la Polonia la radicalizzazione porta incertezza, se non addirittura opacità: il «potere» impone, con mezzi anche discutibili, la sua volontà di restare potere.
Come elemento unificante va inoltre sottolineato un maggiore sforzo di rinnovarsi da parte di chi al governo non è: I Verdi sono più pragmatici anche nella terra di Emmanuel Macron mentre nel «regno» di Jarosław Kaczyński il partito centrista Piattaforma civica si sta aprendo sempre più alla società. Non è detto che il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski, giunto ieri alle spalle del presidente uscente Andrzej Duda , non possa beneficiare di questa spinta nel ballottaggi del 12 luglio. E il libro nero dei rapporti con Bruxelles potrebbe finalmente chiudersi.
Tornando alla Francia, il successo dei Verdi in tante città, prima fra tutte Lione, va certamente spiegato con una perdita di forza propulsiva dei partiti meno attenti ai problemi del territorio, come quello dell’inquilino dell’Eliseo. Si era già visto alle elezioni europee. Ma si può forse dire in questi mesi di lockdown è aumentata la sensibilità per un mondo a misura di persona, in cui la sicurezza dei singoli e la sostenibilità ambientale si intrecciano molto strettamente. Sono scosse, queste, che fanno bene a tutti e potrebbero far bene anche a Macron, che ha promesso di «reinventare» la sua presidenza . Lo farà, si spera, tenendo conto delle scelte degli elettori.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *