Il programma di Jordan Bardella si limita a poche proposte, senza troppi dettagli
Un programma populista. Costoso, ma comunque ridimensionato rispetto a quello preparato per le europee. I punti della proposta politica di Jordan Bardella, candidato primo ministro per la destra radicale del Rassemblement national (Rn), è stato aspramente criticato per le tensioni che creerebbe sui conti pubblici. Non accade diversamente per il programma del Nouveau front populaire (Npf), ma con una differenza importante: Rn può ambire a diventare forza di governo, se riuscisse a conquistare la maggioranza assoluta, mentre il Nfp è destinato a restare all’opposizione.
Poche vaghe promesse
Cosa propone, in concreto il Rn? Soprattutto: sono promesse a rischio di fallimento, per il quale sembra lavorare il presidente Emmanuel Macron? Le misure del programma ufficiale sono piuttosto circoscritte, emancano le indicazioni dei tempi, che nelle dichiarazioni di Bardella e dei suoi candidati cambiano di giorno in giorno.
In sordina i temi europei
Mancano, innanzitutto, i grandi temi relativi all’Europa, quelli che – di fatto, in modo surrettizio – puntavano alla rottura dell’Unione. Alle elezioni europee, dove Rn puntava a massimizzare i consensi ben sapendo di non poter diventare determinante nella formulazione delle concrete politiche, i progetti erano ambiziosi quanto inquietanti per il futuro dell’Europa.
La doppia frontiera, europea e francese, per gli immigrati, la nazionalizzazione della politica energetica, il blocco all’allargamento, la soppressione del diritto di veto nel Consiglio, puntavano a depotenziare l’Unione, così come il tentativo di circoscrivere lo spazio Schengen, il mercato unico e il programma Frontex. All’Europa restavano competenze su ricerca, Erasmus e alcuni temi di protezione civile.
Abbassare le aspettative
L’Europa delle nazioni, che rappresenta la fine dell’Unione, passa in secondo piano, anche se resta sullo sfondo. La politica estera resta un dominio riservato del presidente, anche se le tensioni saranno molte, rispetto alle precedenti cohabitations, in cui c’era almeno un approccio bipartisan sul ruolo della Francia. Il programma di Bardella, consapevole dei limiti del suo governo punta piuttosto a ridurre le aspettative degli elettori. I temi sono quelli che dominano il dibattito in Francia da anni, ormai: potere d’acquisto, sicurezza e immigrazione, sanità, oltre ad alcuni punti “simbolici” per la destra radicale.
Aumentare il potere d’acquisto
Il tema principale, dopo la lunga fase di inflazione che ha aumentato di un milione il numero delle persone remunerate al salario minimo (il totale è di 3,1 milioni su 17,6 milioni di salariati), è quello del potere d’acquisto. Nel programma ufficiale Rn è però scomparsa la proposta di esonerare le imprese dal pagamento dei contributi sociali per gli aumenti limitati al 10% e fino a un massimo del triplo del salario minimo (il quale è oggi pari a 1.398,69 euro netti).
Ridurre la bolletta energetica
Da primo ministro, non potendo intervenire in sede europea Bardella propone l’abbassamento delle tariffe elettriche, riducendo l’Iva su gas, gasolio e carburanti in genere. L’idea – anch’essa dirompente per la tenuta dell’Unione europea – del «prezzo francese per l’elettricità», che sarebbe dovuto però restare elevato nelle esportazioni, è stata abbandonata. La riduzione delle imposte avrebbe un forte impatto su conti pubblici già in difficoltà – Standard & Poors’ ha declassato la Francia per non aver rispettato gli impegni sul deficit del 2023. Nel programma europeo di Rn l’abbassamento dell’Iva dal 20% al 5,5% doveva essere finanziato con una riduzione del contributo all’Unione europea, impraticabile.
Scompare la riduzione dell’Iva
Non a caso nel programma ufficiale, quasi laconico rispetto a quello per le europee, non compare un’altra misura a cui Bardella ha fatto riferimento nelle prime ore dopo lo scioglimento dell’Assemblée: la riduzione dell’Iva su tutti i beni di prima necessità che, appena iniziata la campagna ufficiale, è stata rinviata «a un secondo momento». Analogamente non è più una priorità la controriforma delle pensioni, che viene evocata à la carte: in alcuni casi riguarda soltanto le lunghe carriere lavorative, in altri comporta il ritorno dell’età pensionabile di riferimento a 62 anni (se non 60). In ogni caso non avverrà subito.
Contro il lassismo giudiziario
In altre circostanze Rn ha fatto capire di voler ridurre le misure alternative, costruire nuove prigioni (oggi il sovraffollamento ha raggiunto il 125%) e di voler “aprire” la magistratura, raddoppiando il numero dei magistrati, misura che da sola costerebbe – secondo il ministero della Giustizia – 1,2 miliardi l’anno, più 1,3 miliardi per la formazione dei 10mila giudici aggiuntivi.
Ridurre l’immigrazione?
Le politiche contro l’immigrazione prevedono la riduzione drastica dell’immigrazione «legale e illegale» e l’espulsione dei delinquenti stranieri. Non c’è più nulla, a differenza del programma europeo, sulla creazione di una “doppia frontiera”, francese ed europea, contro i migranti che avrebbe significato – come del resto altre proposte di Rn – la rottura stessa dell’Unione. Nel 2022 sono state espulse dalla Francia 11.406 persone, delle quali 7.214 “forzate” e 4.686 relative a “delinquenti”, contro 134.280 ordinanze di abbandono del territorio emesse, per le quali, nel 20-30% dei casi, è impossibile individuare l’identità e la provenienza degli espulsi. Macron ha già varato una legge con l’obiettivo di portare al 100% il numero delle espulsioni eseguite, ma le prefetture sono già sovraccariche di lavoro e ogni esecuzione forzata costa in media 4.414 euro.
Agricoltura e sanità
Anche ad Agricoltura e sanità, due temi molto sentiti in Francia, sono dedicati indicazioni molto vaghe. L’agricoltura risente molto delle politiche europee e Bardella promette lo sviluppo delle «catene di approvvigionamento corte» – quel che resta della promessa europea di aggiungere aiuti francesi a quelli europei – e la lotta alla concorrenza sleale. Non si parla più della legge «Mangiamo francese» per favorire l’accesso ai mercati pubblici delle imprese nazionali. Sui désert médicaux, che inquietano le province da decine di anni, la formula è altrettanto vaga: «Sostenere gli ospedali pubblici e assicurare l’approvvigionamento di medicinali». Nulla per migliorare la sanità nei centri minori (problema sul quale si sono peraltro scontrati tutti i governi precedenti).
Le «norme abusive»
In un’ottica – condivisa dalle destre radicale – di trickle-down, il Rn propone la semplificazione delle «norme abusive» che pesano sulle imprese, alle quali sono affiancate le famiglie. Non si parla mai di maggiore concorrenza, che sola potrebbe stimolare l’attività economica: è un capitalismo protetto quello a cui puntano le destre. È anche scomparsa dal programma la proposta di imposta sulle operazioni finanziarie.
«Abbassare i costi dell’immigrazione»
Analogamente, nel quadro dell’«economia del buon senso» il Rn propone di «abbassare i costi dell’immigrazione», formula dietro la quale si nasconde la riduzione dei servizi sociali agli immigrati (assegni familiari riservati ai francesi, reddito di solidarietà limitato) e regole che impongano la richiesta di diritto d’asilo nei consolati dei paesi di partenza. Secondo Bardella l’immigrazione costa 40 miliardi l’anno, al loro evidentemente delle imposte pagate dagli immigrati, ma il calcolo è semplicemente impossibile e le numerosissime stime (che vanno da 2 a 50 miliardi) dipendono dalla definizione di immigrato e dalle metodologie usate.
Contro l’evasione fiscale
Bardella vuole anche contrastare «le grandi frodi sociali e fiscali», ossia l’evasione contributiva e fiscale. Valutata tra 80 e 100 miliardi di euro, il fenomeno è stato oggetto di grande attenzione da parte dei governi macroniani, che hanno recuperato 16,4 miliardi nel 2023 (dei quali 15,2 miliardi di evasione fiscale) e 15,2 miliardi nel 2023 (14,6 miliardi di evasione fiscale).
«Rispettare i francesi»
I temi “classici” della destra radicale, sovranista – ma il sovranismo, in Francia, attraversa tutte le forze politiche è la promessi di «far rispettare i francesi». Difendendo la sovranità e gli interessi della Francia in Europa. Tema che ha molto colto l’attenzione dei una parte degli elettori ma che suona un po’ paradossale in uno dei Paesi-guida, nel bene e nel male, dell’Unione europea.
Ambizioni ridotte
La svolta è chiara: di fronte alla prospettiva di diventare forza di governo, sia pure in cohabitation con il presidente della Repubblica, e di dover fare i conti con le risorse concrete a disposizione – mai infinite – il Rassemblement national ha mantenuto alti, ma non troppo, gli aspetti simbolici del proprio programma, ma ha ridimensionato le proprie ambizioni, cercando di frenare le aspettative degli elettori. «Non potete paragonare un programma presidenziale e un programma legislativo in vistoa di una coabitazione», ha detto Bardella alla rete tv France2. Governare, insomma, non sarà facile e Rn lo sa.