23 Novembre 2024
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Fonte: Corriere della Sera

Il ministro apre sulla possibilità di cambiamenti. La Commissione intanto ha dato il via libera all’emendamento che supera il bicameralismo perfetto

 

L’immunità parlamentare? Per ora è stata mantenuta, ma la decisione approvata martedì potrebbe essere modificata. A dirlo è la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi che, rispondendo a una domanda su eventuali modifiche per l’emendamento che ripristina l’immunità per senatori e deputati, ha sottolineato: «Tutto è sempre possibile in aula. Con i relatori ragioniamo sempre su tutto. Ieri c’è stata anche una lettera del presidente del Consiglio Renzi al M5S su questo». Nel testo originario della Renzi-Boschi l’immunità infatti era stata eliminata, salvo poi venire ripristinata grazie ad un emendamento presentato dai relatori Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli. La Boschi ha motivato il cambio di rotta spiegando che «si è formata una maggioranza molto ampia, anche Forza Italia e Lega hanno votato a favore». Il premier Renzi ha poi dichiarato, durante la sua intervista a «Porta a Porta», che giovedì incontrerà sia Berlusconi che il Movimento 5 Stelle per discutere sul ddl riforme.

Incontro con M5S

Anche Lorenzo Guerini, vice segretario Pd, apre ai 5 Stelle: «Pronti a incontrare nuovamente la delegazione del M5s. Prima però aspettiamo una risposta pubblica ai dieci punti che abbiamo illustrato ieri nella lettera». «Dopo questo passaggio, dal Pd massima disponibilità a fissare un nuovo incontro con il M5s e in tempi rapidissimi», ha aggiunto. Mercoledì sera invece il ministro Boschi ha incontrato il Ncd per una discussione sulle competenze del Senato: «Abbiamo detto che è necessaria una ripartizione più netta tra ciò che fa capo allo Stato e ciò che fa capo alle regioni» ha spiegato coordinatore Ncd Gaetano Quagliariello.

Superato il bicameralismo perfetto

Intanto la commissione Affari costituzionali del Senato ha dato il via libera all’emendamento dei relatori che stabilisce le competenze del nuovo Senato. «La funzione legislativa – recita l’emendamento – è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali in materia di referendum popolare, per le leggi che autorizzano la ratifica dei trattati relativi all’appartenenza dell’Italia all’Unione europea, per le leggi che danno attuazione all’articolo 117, secondo comma, lettera p), per la legge di cui all’articolo 122, primo comma e negli altri casi previsti dalla Costituzione». Le altre leggi, continua il testo, «sono approvate dalla Camera dei deputati», ma il Senato entro 30 giorni può chiedere una modifica, che però possono anche essere respinte da Montecitorio. In questo modo si supera il bicameralismo perfetto, ma leggendo bene la norma si restituiscono anche nuove funzioni a Palazzo Madama:«La Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato» in materie che riguardano il rapporto tra lo Stato e le Regioni «solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei suoi componenti». Inoltre, per quanto riguarda il bilancio e il rendiconto dello Stato, «sono esaminati dal Senato che può deliberare proposte di modifica entro 15 giorni dalla data della trasmissione». La Commissione proseguirà l’esame giovedì mattina e poi si aggiornerà a martedì prossimo.

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