20 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

economia

di Luisa Grion

A febbraio 48 mila in meno rispetto ad un anno fa (meno 12 per cento). Diminuiscono soprattutto i contratti a tempo indeterminato, meno 33 per cento: è l’effetto della fine dei bonus contribuitvi

Diminuiscono le  assunzioni nel settore privato, in particolare quelle a tempo indeterminato. A febbraio, segnala l’Osservatorio sul precariato Inps, ci sono state  341.000 assunzioni,  48 mila in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, per un calo del 12 per cento. Stessa tendenza si era registrata a gennaio, quando il calo era stato del 17 per cento. Il rallenamento ha riguardato soprattutto i contratti a tempo indeterminato, che non godono più degli incentivi previsti per lo scorso anno: 46 mila in meno, in caduta del 33 per cento rispetto a febbraio 2015 (meno 34  per cento a gennaio). Non vi sono invece grandi variazioni per i contratti a tempo determinato: 231 mila  assunzioni a febbraio, in linea con i periodi precedenti e stabile rispetto allo scorso mese di gennaio.  In lieve flessione i contratti di apprendistato, 15 mila  nuovi posti, il 3 per cento in meno rispetto ad un anno fa. Nei dodici mesi da marzo 2015 a febbraio 2016, comunque, il saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi) risulta positivo di 529 mila unità.
Per quanto riguarda invece le cessazioni.  L’Inps registra una diminuzione del 7 per cento, senza variazioni rispetto ad un anno fa.  Dati che, specifica l’Osservatorio, tengono conto del fatto che dicembre 2015 era l’ultimo mese utile per usufruire dell’esonero contributivo di tre anni previsto dal governo per chi assumeva a tempo indeterminato. Di fatto a dicembre le assunzioni – nuove o legate ad una trasformazione di rapporto – hanno raggiunto il tetto delle 400 mila, quattro volte la media degli ultimi undici mesi.
Per Guglielmo Loy, segretario confederale Uil il governo “deve guardare i dati in faccia”. “Si assume meno. E soprattutto si riutilizzano, come nei peggiori anni della vita del paese, forme di lavoro fragili. Le imprese non vedono un futuro roseo e non ci sono politiche tese a sostenere la ripresa economica. Sorprende che  di fronte a questi dati, ancora una volta si pensi di intervenire sulle regole e sulla contrattazione collettiva come se il male fosse questo”.
Pronta la risposta del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. “Era prevedibile che il boom dei contratti a tempo indeterminato a dicembre 2015 assorbisse assunzioni normalmente previste per i mesi successivi”, ha commentato una nota del ministero. Si è di fronte a “un vantaggio anche per i lavoratori che hanno visto così anticipata la loro assunzione con un contratto a tempo indeterminato”. “L’effetto positivo determinato sul mercato del lavoro dalle nuove regole introdotte dal Jobs act e dalla decontribuzione è confermato anche dall’aggiornamento dei dati relativi all’intero 2015, che indicano un forte aumento dei contratti a tempo indeterminato (+ 911mila) rispetto al 2014”, conclude Poletti.

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