Quest’anno il numero di assistenti vocali presenti nelle case, auto e smartphone supererà quello della popolazione mondiale
Secondo ricerche di mercato, quest’anno il numero di assistenti vocali presenti nelle case, auto e smartphone supererà quello della popolazione mondiale: 8,4 miliardi di Google Assistant, Siri e Alexa. Ma se il tasso di adozione degli smart speaker, le casse collegate alla Rete che ci portano la voce e i consigli degli «assistenti», continua a essere uno dei più alti nella storia del digitale, le «vecchie» intelligenze artificiali capaci di dirci il meteo e tenere il tempo di cottura della pasta stanno sbattendo il muso contro le capacità «magiche» delle nuove AI generative. L’attesa dei mercati è dunque per la cosiddetta next big thing: l’arrivo nelle case di software conversazionali con le capacità di ChatGpt, per capirci. Mentre Google inizia a proporre la sostituzione del vecchio Assistant con il nuovo Gemini ed Apple promette l’arrivo di una Siri «più intelligente», è proprio OpenAi a raffreddare le attese: il lancio previsto del proprio assistente vocale è stato rimandando «per motivi di sicurezza».
Gli occhi sono ora tutti puntati su Amazon: a fine estate è atteso l’annuncio di un’Alexa che propone un’interazione più complessa, con possibilità di «dialogo» che vanno ben oltre il semplice domanda-risposta. Una versione premium da 5-10 dollari di abbonamento al mese che ha scaldato la Borsa: nel giorno dell’annuncio del ritardo di OpenAi, Amazon ha raggiunto per la prima volta una capitalizzazione oltre i 2 mila miliardi di dollari. La domanda ora diventa: noi umani ci sentiamo pronti a ospitare un «simil-umano» nel nostro salotto?