23 Novembre 2024
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Le ultime news di venerdì 20 ottobre sulla guerra tra Israele e Hamas, in diretta. Netanyahu ai soldati: «Combattete come leoni». Cnn: il valico di Rafah resta chiuso. Biden chiede al Congresso 10 miliardi per Israele: «Putin e Hamas vogliono annientare le democrazie»

Ore 08:06 – L’Idf decide l’evacuazione di Kiryat Shmona, a nord di Israele
Il ministero della Difesa, d’intesa con altre istituzioni, ha deciso di far evacuare la città di Kiryat Shmona, nel nord di Israele, vista la situazione di forte tensione con il Libano e con Hezbollah. L’esercito – ha fatto sapere il portavoce militare – ha informato il sindaco della città della decisione. Ieri sia l’ambasciata statunitense che quella tedesca hanno inviato i propri cittadini a lasciare «immediatamente» il Libano.

Ore 07:53 – Per l’80% degli israeliani Netanyahu deve ammettere le sue responsabilità
Assumersi pienamente le proprie responsabilità per i fallimenti che hanno portato al massacro dello scorso 7 ottobre. E’ quanto richiederebbe l’80% degli israeliani, secondo un sondaggio condotto dal quotidiano Maariv secondo cui, inoltre, il 65% del campione intervistato sarebbe a favore dell’invasione di terra della Striscia. Per quanto riguarda il premier, l’80% degli israeliani dovrebbe seguire quanto già fatto dai vertici dell’esercito e dello Shin Bet (il servizio di sicurezza interno) nell’assumersi le responsabilità del fallimento nel prevenire l’attacco da Hamas. Nell’80% c’è anche un 69% che ha votato per il premier.

Ore 07:51 – Media israeliani: Abu Mazen ha rifiutato una telefonata con Biden
Abu Mazen, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), avrebbe rifiutato la richiesta americana di una telefonata con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, dopo che era stato annullato l’incontro tra i due, previsto per ieri 19 ottobre, a seguito della strage all’ospedale di Gaza. Lo riferisce l’emittente israeliana Kan, secondo la quale «un funzionario palestinese a Ramallah che non è a conoscenza dei dettagli, ha detto che quando Biden era in Israele, membri della sua amministrazione hanno cercato di organizzare una telefonata tra lui e Abu Mazen. Ma secondo la stessa fonte Abu Mazen avrebbe deciso di respingere la richiesta americana. Anche se i due leader non si sono parlati, le équipe degli Stati Uniti e dell’Autorità Palestinese sono rimaste in contatto».

Ore 07:48 – Esercito israeliano: colpiti oltre 100 obiettivi di Hamas a Gaza
L’Idf parla di «più di 100 obiettivi di Hamas» colpiti da Israele a Gaza, durante la notte. Tra questi, sempre secondo l’esercito di Tel Aviv, ci sarebbe anche un esponente del comando navale di Hamas, Amjad Majed Muhammad Abu `Odeh, ritenuto da Israele corresponsabile dell’attacco dello scorso 7 ottobre e del massacro dei civili israeliani. Le forze armate hanno detto poi di aver colpito un tunnel, depositi di armi e alcune centri operati di comando. Neutralizzata anche un squadra di lanciatori di razzi di Hamas che aveva tentato di colpire un aereo.

Ore 07:29 – Cnn: il valico di Rafah resta chiuso, situazione “instabile”
Secondo quando riporta la Cnn, che cita fonti americane, il valico di Rafah tra l’Egitto e la Striscia di Gaza resterà chiuso anche oggi, nella giornata in cui sarebbe dovuto essere riaperto per il passaggio degli aiuti umanitari alla popolazione dell’enclave palestinese. Le stesse fonti Usa parlano di una situazione – quella al confine – che resta «instabile». Sono una ventina i camion con aiuti umanitari che oggi sarebbero dovuti entrare nella Striscia di Gaza, ma «non scommetterei soldi sui camion che transiteranno domani», ha detto una fonte citata dalla Cnn.

Ore 07:25 – Il sit-in delle famiglie degli ostaggi di Hamas. Sedie, tende e cioccolatini: «Riportateceli a casa»
(Di Davide Frattini, inviato a Tel Aviv) L’ombrello nero sta appeso alla staccionata, gli è servito per ripararsi dalla pioggia (poca) e dal sole (tanto) quando sul marciapiede di questo vialone che porta alla Kirya, il Pentagono israeliano, si è piazzato da solo dopo aver aperto la sedia da campeggio arrivato da Kfar Aza, il kibbutz vicino a Gaza decimato dai terroristi, la sua famiglia portata via dall’altra parte.
Avichai Brodetz non è più solo, l’ombrello può restare chiuso . Attorno a lui gli altri parenti dei 203 ostaggi — quelli finora identificati dall’intelligence israeliana — hanno tirato su un paio di tende bianche, offrono cioccolatini e succhi di frutta a chi passa e si ferma, soprattutto non hanno intenzione di andarsene fino a quando il governo di Benjamin Netanyahu non avrà liberato le figlie, i figli, i mariti, le mogli, le nipotine, i nipotini sequestrati dai fondamentalisti. Per questo chiedono un cessate il fuoco immediato, di questo chiedono conto al primo ministro. «Riportaceli a casa».

Ore 07:24 – Hezbollah, il Partito-Stato finanziato dall’Iran che Israele teme più di Hamas
(Di Francesco Battistini, inviato a Gerusalemme) Una notte di settembre, quasi trent’anni fa, gli uccisero il primogenito Hadi in un’imboscata. Narrano che Hassan Nasrallah si chiuse in una stanza, senza dire una parola. Ci restò fino all’alba. Poi uscì e disse soltanto: «Sono felice d’essere diventato il padre d’un martire».

Qualche giorno dopo, gli israeliani gli mandarono le foto del ragazzo morto e gli proposero uno scambio coi corpi d’alcuni soldati: «Tenetevelo — fu la risposta —, abbiamo molti altri Hadi pronti a unirsi alla lotta».

Ore 06:42 – Ospedale principale di Gaza resterà senza elettricità entro 24 ore
L’ospedale di Al-Shifa, il principale di Gaza City resterà senza elettricità entro 24 ore e per questo «molti pazienti moriranno». Lo riferisce il responsabile per la Palestina di Medici Senza Frontiere Guillemette Thomas, intervistata dalla CNN. Il carburante rimanente nei generatori dell’ospedale basterà per un altro giorno, ha detto, dopodiché saranno a rischio i pazienti in terapia intensiva, neonatologia e quelli sostenuti da respiratori e altri macchinari salvavita.

Ore 06:14 – Israele, raid nella notte su infrastrutture di Hezbollah
L’esercito israeliano «ha effettuato una serie di attacchi contro le infrastrutture di Hezbollah, compresi i posti di osservazione», in risposta al «lancio di missili anticarro da parte di Hezbollah attraverso il confine per tutto il giorno»: lo hanno scritto su Telegram le Forze di difesa del Paese (Idf), aggiungendo che «jet da combattimento dell’Idf hanno colpito tre terroristi che hanno tentato di lanciare missili anticarro verso Israele».

Ore 05:06 – Almeno 21 i giornalisti uffici dall’inizio della guerra Israele-Hamas
Almeno 21 giornalisti sono stati uccisi dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas: lo ha reso noto in un comunicato pubblicato sul suo sito Il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (Cpj). «Al 19 ottobre, almeno 21 giornalisti erano tra gli oltre 4.000 morti da entrambe le parti dall’inizio della guerra il 7 ottobre», scrive l’organizzazione non-profit. Tra i 21 giornalisti la cui morte è stata confermata, 17 erano palestinesi, tre israeliani e uno libanese. Altri otto giornalisti sono rimasti feriti e tre risultano dispersi o detenuti. La lista dei giornalisti uccisi pubblicata dal Cpj non include il giornalista morto ieri nel sud del Libano, a ridosso della Linea Blu di demarcazione con Israele.

Ore 05:04 – Almeno due morti nel raid israeliano contro la chiesa ortodossa di San Porfirio
Almeno due persone sono morte nel bombardamento israeliano della chiesa greco-ortodossa di San Porfirio, nel quartiere storico di Gaza City, avvenuto ieri: lo riporta il quotidiano greco Naftemporiki. Fonti locali, aggiunge, temono ulteriori vittime, poiché parlano di decine di persone rimaste intrappolate sotto le macerie.

Ore 03:26 – Biden chiederà al Congresso 60 miliardi per l’Ucraina e 10 per Israele
(di Viviana Mazza, nostra corrispondente da New York) «Siamo a un punto di svolta globale», ha detto Joe Biden nella notte in un discorso alla nazione, il secondo dallo Studio Ovale durante la sua presidenza. Ha accostato Putin a Hamas, affermando che entrambi pur con le loro differenze «vogliono cancellare le democrazie vicine». Ha attinto alle scene dei viaggi fatti in Ucraina e Israele, primo presidente Usa a visitare una zona di guerra che non sia sotto il diretto controllo americano dai tempi di Lincoln. Ha ribadito come in un’intervista nei giorni scorsi che «l’America» può «gestire entrambe le guerre. Ne abbiamo la capacità e l’obbligo. Siamo una nazione necessaria» e che deve restare “un faro nel mondo”: «Non possiamo lasciare che i terroristi e i tiranni vincano: se non vengono fermati causeranno più distruzione»…

Ore 02:27 – Biden: Israele deve rispettare le leggi di guerra
«In Israele ho parlato con il premier Benjamin Netanyahu della necessità di operare seguendo le leggi di guerra»: lo afferma il presidente americano Joe Biden parlando dallo Studio Ovale.

Ore 02:18 – Biden: il conflitto può estendersi ad altre parti del mondo
Il presidente Joe Biden ha lanciato il monito che il conflitto in Medio Oriente tra Israele e Hamas possa «estendersi ad altre parti del mondo, nell’Indo Pacifico, in Medio Oriente, specialmente in Medio Oriente». «L’Iran – ha aggiunto – sta sostenendo Hamas e altri gruppi terroristici nella regione». «Gli Stati Uniti e i suoi partner nella regione – ha sottolineato Biden – stanno lavorando per costruire un futuro migliore».

Ore 02:14 – Biden: vittorie Israele e Ucraina vitali per l’America
Le vittorie di Israele contro Hamas e dell’Ucraina contro la Russia «sono vitali per l’America». Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nell’atteso discorso dallo studio ovale della Casa Bianca sulla complicata situazione in Medio Oriente e Ucraina. Hamas come il presidente russo Vladimir Putin vogliono annientare «democrazie» a loro vicine, ha aggiunto Biden.

Ore 01:27 – Moody’s potrebbe declassare il rating di Israele per i rischi della guerra
Moody’s ha avvertito che potrebbe declassare il rating A1 di Israele a causa della gravità del conflitto militare con Hamas. «Il profilo creditizio di Israele si è dimostrato resistente agli attacchi terroristici e ai conflitti militari del passato», ha detto l’agenzia di rating. «Tuttavia, la gravità dell’attuale conflitto militare aumenta la possibilità di un impatto creditizio più duraturo e materiale». Moody’s ha affermato che la sua revisione si concentrerà sulla durata e sulla portata del conflitto e sul suo impatto sull’economia, sulle istituzioni e sulle finanze pubbliche di Israele. L’azienda di rating ha spiegato che la revisione potrebbe richiedere più tempo del tipico periodo di tre mesi.

Ore 01:16 – One: 6 relatori accusano Israele di crimini contro l’umanità a Gaza
Sei relatori speciali delle Nazioni Unite accusano Israele di aver commesso crimini contro l’umanità a Gaza, dopo 16 giorni di assedio di quel territorio, azioni militari, arresti e omicidi, e affermano che esiste un «rischio di genocidio» nel territorio palestinese. «Non ci sono giustificazioni per questi crimini, e siamo inorriditi dalla mancanza di azione da parte della comunità internazionale di fronte a questo guerrafondaio», hanno detto in una nota gli esperti delle Nazioni Unite. Hanno aggiunto che la popolazione di Gaza, di cui la metà dei 2 milioni di abitanti sono bambini, ha già sofferto decenni di occupazione illegale, sopportato 16 anni di blocco e ora si trova ad affrontare «un assedio totale, insieme a ordini di evacuazione impossibili da rispettare», che viola il diritto internazionale .La dichiarazione è firmata dai relatori delle Nazioni Unite su acqua e igiene (Pedro Arrojo), diritti umani in Palestina (Francesca Albanese), violenza contro le donne (Reem Alsalem), diritti degli sfollati (Paula Gaviria), cibo (Michael Fakhri) e alloggio (Balakrishnan Rajagopal).

Ore 00:27 – Alto ufficiale israeliano: «L’offensiva a Gaza sarà lunga e intensa»
Il capo del comando meridionale delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) ha dichiarato che le forze israeliane stanno ultimando i preparativi in vista di un’invasione di terra di Gaza. Il maggiore generale Yaron Finkelman, parlando alle truppe vicino al confine con Gaza, ha detto che l’attesa offensiva di terra nella Striscia di Gaza sarà «lunga e intensa», lo scrive il Times of Israel. «Li sconfiggeremo nel loro territorio», ha detto. «Sarà difficile, lunga e intensa».

Ore 00:26 – Bin Salman risponde a Sunak: «Atroci gli attacchi contro i civili di Gaza»
Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha condannato fermamente gli attacchi contro i civili a Gaza, definendoli «atroci» e mettendo in guardia sulle «pericolose ripercussioni» in caso di un’escalation del conflitto. Lo riportano i media statali sauditi riferendosi all’incontro con il premier britannico Rishi Sunak. Sunak ha incontrato bin Salman dopo una visita in Israele, dove ha incontrato il premier israeliano Benyamin Netanyahu nell’ambito di un giro d’incontri che dovrebbe portarlo anche in altri Paesi del Medio Oriente come parte degli sforzi per allentare la tensione nella regione. Il principe Mohammed ha affermato che «il regno considera prendere di mira i civili a Gaza un crimine atroce e un attacco brutale, sottolineando la necessità di lavorare per fornire loro protezione», ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale saudita. Egli ha inoltre «sottolineato la necessità di compiere tutti gli sforzi possibili per ridurre il ritmo dell’escalation e garantire che la violenza non si espanda per evitare pericolose ripercussioni sulla sicurezza e la pace nella regione e nel mondo».

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