22 Novembre 2024

Uno su Nuweiba e l’altro su Taba, al confine, dove sono rimaste ferite sei civili. Il numero delle persone portate a Gaza da Hamas è di 229. Il presidente Usa Biden invita l’Iran a non attaccare le truppe statunitensi

Continuano le incursioni notturne dell’esercito israeliano a Gaza che per la terza volta in 24 ore è entrato con carri armati e soldati nel territorio della Striscia per colpire obiettivi di Hamas.
Intanto il Pentagono informa che jet militari americani, su ordine di Joe Biden, hanno attaccato in Siria gruppi di militanti sostenuti dall’Iran che avevano colpito truppe Usa nel Paese e in Iraq dopo il 7 ottobre.

09:59 – Media: “Nuovo razzo in territorio egiziano, colpita la città di Nuweiba”
Ancora un bombardamento su territorio egiziano dopo il missile su Taba lanciato nella notte: secondo quanto riporta l’agenzia Reuters citando due fonti di sicurezza egiziane, un razzo è caduto nella città egiziana di Nuweiba sul Mar Rosso.

09:57 – Irlanda: “Il conflitto non è partito con gli attacchi di ottobre”
“Questo conflitto non è cominciato con gli attacchi del 7 ottobre e non finirà con l’invasione di terra a Gaza. Questo è molto chiaro. Oltre 75 anni di guerra tra israeliani e arabi, guerre, attacchi terroristici, enorme instabilità, non possono finire con una soluzione militare. Ieri tutti i ventisette leader erano d’accordo ieri sulla soluzione a due Stati, serve una conferenza di pace e l’Ue deve farne parte”. Lo ha dichiarato il premier irlandese, Leo Vardkar, al suo arrivo al vertice Ue.

09:53 – Onu: “30mila sfollati tornano nel Nord della Striscia di Gaza”
Circa 30.000 sfollati interni a Gaza sono ritornati nel nord della Striscia, teoricamente la zona dove Israele ha ordinato di evacuare. La causa sono gli intensi bombardamenti che ci sono anche nel sud del territorio e del sovraffollamento in molti rifugi. Lo rendono noto le Nazioni Unite. Nella sua relazione quotidiana, l’Ufficio di coordinamento per gli affari umanitari dell’Onu sottolinea che i rifugi per sfollati ospitano tre volte più persone di quelle inizialmente previste per la loro capacità, in totale circa 641.000 degli oltre 1,4 milioni di abitanti di Gaza hanno lasciato le loro case dal 7 ottobre. Altri 121.700 sfollati sono ospitati in ospedali, scuole e altri edifici pubblici, 79.000 in scuole non dipendenti dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi (Unrwa) e circa 700.000 in case di famiglia. Le Nazioni Unite ricordano, citando fonti del ministero della Sanità di Gaza, che nelle ultime 24 ore gli attacchi hanno causato altri 481 morti nella striscia, di cui 209 bambini, portando il totale delle vittime nel territorio dagli attacchi a Israele del 7 ottobre a 7.028, di cui 2.913 minori.
Tra i peggiori attacchi segnalati giovedì ce ne sono stati due a sud di Gaza: quelli che hanno colpito le aree residenziali di Jan Yunis, con circa 40 morti, e quelli a Rafah, vicino al confine con l’Egitto e zona di arrivo degli aiuti umanitari. Quest’ultimo attacco ha ucciso 12 persone, tra cui cinque bambini.

09:48 – Il Papa potrebbe incontrare i famigliari degli ostaggi israeliani a Roma
di Iacopo Scaramuzzi
Papa Francesco potrebbe incontrare i famigliari degli ostaggi israeliani che sono in questi giorni a Roma: lo ha detto il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, a margine di un convegno dedicato alla figura del cardinale Achille Silvestrini che si svolge questa mattina al Campidoglio alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Stiamo pensando”, ha detto il porporato interpellato dai cronisti, “abbiamo visto che sono qui, che sono stati ricevuti dalle autorità italiane. Per noi ancora non è stata presa una decisione definitiva ma penso che entro oggi lo si farà”. Parolin è tornato ad auspicare che non ci sia “un aggravamento della situazione umanitaria” nella Striscia di Gaza: “Credo che se si riuscisse a risolvere il problema degli ostaggi probabilmente ci sarebbe meno impellenza (da parte di Israele, ndr) di intraprendere un’azione di terra”. La Santa Sede, ha precisato il Segretario di Stato, “non ha mai usato l’espressione cessate-il-fuoco” ma “attenzione alla situazione umanitaria”.

09:28 – Sondaggio: “Quasi la metà degli israeliani vuole evitare l’invasione di Gaza”
Quasi la metà degli israeliani vuole evitare un’invasione di Gaza, secondo un sondaggio pubblicato sul quotidiano Maariv, il che potrebbe indicare un calo di sostegno per la prevista fase successiva della controffensiva contro i militanti di Hamas che detengono circa 200 ostaggi. Alla domanda se i militari debbano immediatamente passare ad un’offensiva di terra su larga scala, il 29% degli israeliani è d’accordo mentre il 49% ha detto che “sarebbe meglio aspettare” e il 22% è indeciso. Maariv commenta che i risultati sono in contrasto con il sondaggio del 19 ottobre che rilevava il 65% di sostegno a favore di una grande offensiva di terra.

08:38 – Media russi: “Hamas rilascerà gli ostaggi solo con il cessate il fuoco”
Hamas non potrà rilasciare gli ostaggi finché non sarà concordato un cessate il fuoco. E’ quanto scrive il giornale russo Kommesrant, citando una fonte di Hamas,dopo gli incontri di ieri a Mosca tra una delegazione di Hamas con esponenti del governo russo. Secondo la stessa fonte ci vorrà tempo per localizzare tutti coloro che sono stati portati a Gaza dalle varie fazioni palestinesi

07:48 – Scontri con Israele in Cisgiordania: uccisi 3 palestinesi
Tre palestinesi sono stati uccisi – e altri 12 feriti – in scontri con l’esercito israeliano a Jenin nel nord della Cisgiordania. Lo ha fatto sapere, citato dall’agenzia Wafa, il direttore dell’ospedale cittadino Wissam Bakr che ha identificato i tre in Abdullah Bassam Abu Al-Haija, Muhammad Al-Amer (24 anni) e Jawad Al-Turki. L’esercito israeliano ancora non ha commentato i fatti.

07:35 – Idf entra a Gaza per la terza volta in 24 ore
L’esercito israeliano è entrato nel nord di Gaza questa notte per la terza volta in 24 ore e ha attaccato postazioni di Hamas, alcune delle quali a Gaza City. Lo rende noto la stessa IDF secondo quanto riportano i media israeliani. Secondo l’esercito, gli obiettivi sono membri di Hamas, piattaforme di lancio di missili anticarro e quartier generali di Hamas. Nessun soldato è rimasto ferito.

05:07 – Biden a Iran: “Niente attacchi contro truppe statunitensi”
Il presidente UsaJoe Biden ha inviato un messaggio al leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, mettendolo in guardia contro gli attacchi contro le truppe statunitensi nel conflitto Israele-Hamas. A darne notizia è stata la Casa Bianca. “È stato trasmesso un messaggio diretto”, ha confermato ai giornalisti il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby, rifiutandosi di dettagliare come sia stato trasmesso.

04:20 – Jet militari americani hanno attaccato in Siria
Jet militari americani, su ordine di Joe Biden, hanno attaccato in Siria gruppi di militanti sostenuti dall’Iran che avevano colpito truppe Usa nel Paese e in Iraq all’indomani degli attentati del 7 ottobre in Israele. Lo annuncia il Pentagono in una nota. Gli attacchi arrivano dopo che il Pentagono ha confermato che almeno 21 soldati americani hanno subito ferite lievi in diversi attacchi di droni da parte delle milizie filo-iraniane in Iraq e Siria dal 17 ottobre. Inoltre, un appaltatore civile impiegato dagli Usa è morto di infarto mentre si riparava dagli attacchi filo-iraniani.
Il Pentagono non ha fornito dettagli sulle possibili vittime dei suoi attacchi ma ha il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha assicurato che gli States non cercano il conflitto né hanno “l’intenzione o il desiderio di partecipare ad ulteriori ostilità”. Ma “se gli attacchi iraniani contro le forze statunitensi continueranno, non esiteremo a prendere le misure necessarie per proteggere il nostro popolo”.
Lloyd ha chiarito anche che questi attacchi non sono legati alla risposta degli Stati Uniti al conflitto tra Israele e Hamas, e ha chiesto a tutti i Paesi di evitare di adottare misure che potrebbero contribuire alla diffusione della guerra in altre regioni

04:18 – Israele: “In cambio di ostaggi, possibile contropartita”
Israele ha fatto sapere ai mediatori del Qatar che potrebbe offrire una qualche contropartita in cambio del rilascio da parte di Hamas di “un numero significativo di ostaggi”. A riferirlo è l’emittente pubblica israeliana Kan.
Secondo le informazioni della tv, citate da altri media del Paese, una fonte politica non identificata non ha specificato quale potrebbe essere questa contropartita, anche se sembra escluso che possa trattarsi di carburante: la comunità internazionale continua a chiederlo, essendo indispensabile ad attivare i sistemi energetico e idrico della Striscia, che sono completamente al collasso e hanno portato alla paralisi del già precario ospedale e dello stesso lavoro di assistenza dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA).
Ufficialmente, Israele ha sostenuto di non essere disposto ad alcuno scambio per ottenere la liberazione degli oltre 200 ostaggi detenuti da Hamas, autore del più grande attentato terroristico della storia dello Stato ebraico e in cui sono morte oltre 1.400 persone. Nonostante questa energica posizione ufficiale, i media israeliani sostengono che non è chiaro se le autorità abbiano concesso o meno qualche tipo di risarcimento per il rilascio di quattro ostaggi da parte di Hamas, una madre e sua figlia, entrambe con doppia nazionalità americana, e due anziane donne israeliane

04:17 – Operazioni esercito Israele in Cisgiordania, tre feriti
Tre persone sono rimaste ferite – una delle quali in modo grave – durante gli scontri con le forze israeliane nella città di Jenin, in Cisgiordania. Lo comunica – come riporta Haaretz – la Mezzaluna Rossa. Secondo quanto riferito dai palestinesi, l’esercito israeliano sta conducendo operazioni di arresto su larga scala in tutta la Cisgiordania: molti militari sono entrati a Jenin e nell’adiacente campo profughi. Inoltre, sempre secondo quanto riferisce la Mezzaluna Rossa, una persona è rimasta ferita dal fuoco dell’esercito israeliano a Nablus.

02:22 – Razzo su dependance ospedale a Taba, 6 i feriti
Sono 6 le persone rimaste ferite dal razzo caduto nella notte su Taba, una cittadina egiziana al confine con Israele, in guerra dal 7 ottobre con Hamas.
Testimoni hanno riferito che il razzo è caduto sulla dependance di un ospedale in questa città sul Mar Rosso, situata all’estremità nord-orientale del Sinai. Le immagini trasmesse sui media locali o via social network mostrano un edificio e diversi veicoli danneggiati nella zona circostante.
L’Egitto, storico mediatore tra palestinesi e israeliani e che detiene l’unica apertura al mondo nella Striscia di Gaza che non sia in mano a Israele, dal 7 ottobre si trova in prima linea.

01:25 – Von der Leyen: “Hamas gruppo terroristico che va distrutto”
“Hamas è senza dubbio un’organizzazione terroristica e dobbiamo combattere Hamas, come qualsiasi organizzazione terroristica. Hamas nel suo comportamento militante e terroristico, in quanto un’organizzazione terroristica deve essere distrutta”. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella conferenza stampa al termine del Consiglio europeo. “Ma altri paesi hanno molta influenza nella regione. Questo è visibile nel rilascio degli ostaggi e questo è molto positivo e siamo molto grati a quei paesi che hanno preso l’iniziativa e hanno usato la loro influenza per allentare l’escalation e trovare una soluzione per gli ostaggi e trovare la possibilità di ottenere il rilascio degli ostaggi”, ha aggiunto.

01:03 – Von der Leyen: “Hamas ha provocato crisi umanitaria a Gaza”
“Hamas ha provocato una crisi umanitaria a Gaza, per la Commissione è molto importante che continuiamo a intensificare i nostri sforzi per affrontarla”, ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

00:50 – Von der Leyen: “Consegnate 56 tonnellate di aiuti a Gaza”
“Gli aiuti devono raggiungere Gaza, senza ostacoli e rapidamente: le 56 tonnellate di aiuti che i nostri primi due voli umanitari all’estero verso l’Egitto sono state ora consegnati a Gaza. Questo è importante ma ovviamente serve di più”. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella conferenza stampa al termine del Consiglio europeo.

00:46 – Medio Oriente, Michel: “Presto conferenza internazionale per la pace”
“Abbiamo discusso molto sul processo politico e sull’importante impegno per la soluzione a due Stati. C’è da parte dell’Ue il sostegno di una conferenza internazionale per la pace da tenere presto”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in conferenza stampa al termine della prima giornata del vertice Ue.

00:33 – Re Carlo incontra organizzazioni umanitarie sulla crisi a Gaza
Re Carlo ha incontrato a Buckingham Palace i responsabili delle associazioni Medical Aid for Palestinians, British Red Cross, Unicef Uk e Christian Aid per discutere della crisi umanitaria a Gaza. Lo riferisce il Guardian. Il sovrano, che è presidente della Croce Rossa britannica, ha parlato della “grave situazione umanitaria” nella regione, ha dichiarato un portavoce di Buckingham Palace. La Croce Rossa britannica ha dichiarato che il Re ha fatto una “generosa donazione”.

00:08 – A Gerusalemme 224 fasci di luce ricordano gli ostaggi
Ieri sera, a Gerusalemme il cielo è stato illuminato da 224 fasci di luce che ricordano le persone rapite da Hamas e portate a Gaza. Lo riporta la Bbc pubblicando le immagini. L’installazione, chiamata “Luci della speranza”, ha mostrato anche le foto e ai nomi degli ostaggi.

00:05 – Pentagono schiera 900 soldati Usa in Medio Oriente
Circa 900 soldati americani sono stati schierati o si stanno schierando in Medio Oriente per rafforzare la protezione delle forze americane nella regione. Lo ha riferito il portavoce del Pentagono Pat Ryder citato dalla Cnn.

00:02 – Hamas, aggressione a Gaza destabilizzerà l’intera Regione
Il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh ha affermato che gli attacchi israeliani in corso a Gaza “destabilizzeranno l’intera regione”, aggiungendo che “nessuno” può prevedere come andranno le cose. Lo riporta al Jazeera. Haniyeh ha affermato che la “resistenza” guidata dalle Brigate Qassam continuerà a intensificare gli attacchi e ha invitato le “nazioni alleate e fraterne” a esercitare pressioni “attraverso ogni via” per fermare gli attacchi in corso contro Gaza. Haniyeh ha poi descritto Hamas come “movimento di liberazione nazionale che cerca di liberare il suo popolo e la sua terra” mentre i “terroristi” sono coloro che sostengono “l’aggressione” e rimangono “in silenzio davanti ai massacri commessi da Israele”. Haniyeh ha poi chiesto l’apertura urgente di tutti i valichi di frontiera, compreso quello di Rafah con l’Egitto, e l’ingresso incondizionato degli aiuti tanto necessari. “È inaccettabile che il nemico controlli cosa deve e cosa non deve entrare nella Striscia.

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