18 Settembre 2024

Le notizie di giovedì 12 settembre sul conflitto tra Israele e Hamas e sulla minaccia di guerra con Hezbollah e Teheran, in diretta. Il segretario generale Onu Guterres: «Inaccettabile» l’attacco alla scuola

Distrutto sito missilistico Iran in blitz forze speciali Israele in Siria
Le forze speciali israeliane, nel corso di un’operazione segreta, hanno preso di mira un impianto di produzione missilistica iraniano in Siria durante un attacco eseguito nei giorni scorsi. È quanto si legge sul sito di notizie Walla, che cita Eva J. Koulouriotis, esperta di Medio Oriente specializzata in gruppi jihadisti, la quale sul social X ha scritto che le forze speciali israeliane sono entrate nell’impianto, hanno portato via le attrezzature e poi hanno distrutto il sito. L’Osservatorio siriano per i diritti umani aveva indicato che nell’attacco su larga scala attribuito a Israele e condotto nella notte tra domenica e lunedì scorsi era stato preso di mira un centro di ricerca scientifica ritenuto da fonti occidentali responsabile dello sviluppo di armi non convenzionali.

«Due morti dopo l’attacco di Israele al campo di Jabalia»
Almeno due palestinesi sarebbero rimasti uccisi in un attacco condotto con l’artiglieria dalle forze israeliane sul campo profughi di Jabalia. Lo scrive Al Jazeera. Il bombardamento avrebbe preso di mira la parte orientale del campo, provocando il ferimento di altre perone. L’attacco è avvenuto dopo quello contro una casa privata nel quale sono rimaste uccise tre persone.

Netanyahu: «Hamas ha respinto l’accordo e ucciso gli ostaggi»
«Il governo israeliano ha accettato la proposta finale di mediazione» degli Stati Uniti del 16 agosto 2024, «mentre Hamas l’ha respinta e ha persino ucciso sei ostaggi». Lo ha dichiarato l’ufficio del primo ministro israeliano rispondendo alla dichiarazione di Hamas riguardo ai negoziati per un cessate il fuoco e un accordo sugli ostaggi prigionieri a Gaza. La segreteria del premier ha accusato Hamas di nascondere la sua continua opposizione all’accordo. «La comunità internazionale deve chiedere il rilascio immediato degli ostaggi», ha aggiunto l’ufficio di Netanyahu.

Il Viminale valuta lo stop ai cortei a ridosso del 7 ottobre
L’orientamento del Viminale, al momento, è per il divieto delle manifestazioni in programma a Roma a ridosso de 7 ottobre, a un anno dall’eccidio di Hamas in Israele, ma una decisione non è ancora stata presa, come spiegano fonti di governo. In mattinata il tema è stato oggetto di una riunione in Prefettura. L’organizzazione `Giovani palestinesi´, sui social, ha annunciato una manifestazione nazionale a Roma per il 5 ottobre, con lo slogan `fermiamo il genocidio viva la resistenza palestinese´. Negli ultimi mesi cortei del genere si sono svolti regolarmente ma questa volta, dietro la valutazione «sofferta» del divieto, viene spiegato, ci sarebbe il concreto rischio di ordine pubblico, e si ritiene che questa manifestazione sia un «tentativo di inneggiare all’eccidio».

Berlino: «La morte di personale Onu a Gaza è totalmente inaccettabile»
«Gli operatori umanitari non devono mai essere vittime dei razzi. La morte di sei operatori Unrwa in una scuola di Nuseirat è assolutamente inaccettabile. L’Unrwa sta fornendo aiuti vitali a Gaza e ha un mandato Onu per farlo. L’esercito israeliano ha la responsabilità di proteggere il personale delle Nazioni Unite e gli operatori umanitari». Lo scrive, sull’account ufficiale su X, il ministero degli Esteri tedesco.

Giordania, gli islamisti vincono le elezioni ma senza la maggioranza: pesa il conflitto a Gaza
Le elezioni legislative del 10 settembre in Giordania si sono concluse con la vittoria del partito di opposizione islamista Fronte d’azione islamica (Jabhat al `Amal al Islami, Iaf), che tuttavia non è riuscito a ottenere la maggioranza. Secondo i risultati preliminari annunciati ieri dalla commissione elettorale, l’Iaf – braccio politico dei Fratelli musulmani – ha conquistato 31 dei 138 seggi del Parlamento, triplicando la sua rappresentanza rispetto alla legislatura precedente. Gli islamisti hanno elogiato le autorità per non aver interferito nelle votazioni, definendo la loro vittoria un «referendum popolare» a sostegno della loro piattaforma, che include la richiesta di abolire il trattato di pace con Israele. «Il risultato elettorale ottenuto dal Jabhat al `Amal al Islami è in primo luogo sintomatico dell’impatto che su queste elezioni ha avuto il contesto regionale e dunque la guerra tra Israele e Hamas», commenta Roberta La Fortezza, analista d’Intelligence per la regione Mena e il Sahel. Secondo l’esperta, «il blocco legato all’islam politico è sostanzialmente riuscito a capitalizzare la rabbia popolare per la guerra che si sta combattendo nella Striscia di Gaza, e probabilmente ancor di più, quella che è derivata proprio nelle ultime settimane, dalle operazioni che Israele ha portato avanti in Cisgiordania».

Gran Bretagna: «Orribile l’uccisione di membri Unrwa»
«La notizia sull’uccisione in un raid israeliano di sei membri dello staff dell’Unrwa», l’agenzia dell’Onu che assiste gli sfollati palestinesi, «è orribile». Lo denuncia il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, sul suo profilo X. «I miei pensieri sono per le famiglie (degli uccisi) e per coloro che continuano a portare avanti il loro lavoro per salvare vite umane, i volontari devono essere in grado di condurre la loro attività in sicurezza», aggiunge Lammy per poi invocare, in riferimento alla Striscia di Gaza: «un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi ora».

Suonano le sirene nel nord di Israele al confine con la Siria
Le sirene d’allarme per un possibile attacco missilistico si sono attivate in diverse città lungo il confine settentrionale tra Israele e la Siria. Lo riporta The Times of Israel. Agli abitanti di 13 comunità è stato chiesto di cercare riparo laddove venissero lanciati razzi.

Oms: «Abbiamo raggiunto l’obiettivo di vaccinazioni a Gaza»
L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ritiene di aver raggiunto il suo obiettivo riguardo alle vaccinazione antipolio a Gaza.

Il Qatar condanna il raid israeliano sulla scuola Unrwa e chiede un’indagine
Il ministero degli Esteri del Qatar ha «fermamente condannato» il bombardamento israeliano su Nuseirat nel quale sarebbe stata colpita una scuola gestita dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa). Lo riporta Al Jazeera. In una dichiarazione condivisa su X, il ministero ha definito l’attacco un «orribile massacro» che conferma «l’approccio criminale di Israele e il suo disprezzo per i principi del diritto internazionale umanitario». «Ribadiamo la richiesta di un’indagine internazionale urgente, compreso l’invio di investigatori indipendenti delle Nazioni Unite per accertare i fatti riguardanti i continui attacchi dell’occupazione contro scuole e rifugi per sfollati», ha affermato il dicastero del Qatar.

Mattarella: «Il diritto umanitario va sempre rispettato»
«Il Diritto internazionale umanitario rappresenta un riconoscimento di fratellanza» dei popoli per «porre un freno al piano inclinato degli orrori della guerra». Così Sergio Mattarella in un videomessaggio alla tavola rotonda sul diritto internazionale. «Si tratta di principi che non lasciano spazio all’ambiguità» perché «il diritto umanitario va rispettato in ogni circostanza». Mattarella cita i conflitti in corso da Gaza all’Ucraina. In Medioriente «il bollettino di uccisioni, distruzioni di scuole, ospedali e campi profughi» «ci interroga su quei principi di proporzionalità e distinzione fra civili e belligeranti». «A ciò si aggiunge il sequestro e l’uccisione di ostaggi israeliani inermi, che ha raggiunto nei giorni scorsi nuovi livelli di orrore».

I media israeliani: «Missili dal Libano diretti verso la Galilea»
Residenti della Galilea occidentale hanno riferito di aver sentito esplosioni a seguito degli allarmi attivati nella zona. Le sirene che segnalano il lancio di missili e razzi erano state state attivate poco prima in diverse località della Galilea dopo che ai residenti delle comunità è stato consigliato di rimanere vicino a rifugi protetti. Lo riportano i media israeliani.

I media siriani: «A Masyaf scontri tra israeliani e iraniani»
Una tv delle opposizioni siriane in esilio riferisce oggi che l’attacco israeliano dei giorni scorsi contro una fabbrica di missili iraniani nella Siria centrale non si è limitato a raid aerei dal cielo, ma ha coinvolto truppe speciali dell’Idf calatesi a terra da elicotteri militari e che hanno catturato militari iraniani. Non meglio precisate «fonti locali» hanno detto all’emittente televisiva SyriaTV, nota come un media delle opposizioni siriane anti-Damasco, che sul terreno si sono verificati una serie di scontri armati tra forze israeliane, governative siriane, combattenti di Hezbollah e militari iraniani. Non è possibile verificare in maniera indipendente sul terreno questa e altre ricostruzioni. Dal canto suo, il governo siriano aveva confermato l’attacco su Masyaf senza però fornire dettagli. Secondo le fonti citate da SyriaTv, durante l’incursione, le forze israeliane hanno catturato due soldati iraniani e sono stati segnalati almeno tre morti tra le fila siriane, oltre a vari feriti, tra cui civili. Secondo le fonti, le forze israeliane hanno distrutto una serie di radar e postazioni di difesa aerea del regime siriano, «colpendo sofisticate attrezzature di origine cinese e russa, cruciali per la sorveglianza dello spazio aereo lungo la costa». Secondo quanto riportato, «l’operazione ha drasticamente ridotto la capacità di difesa della Siria in questa regione, esponendo ampie aree al controllo israeliano».

Borrell: «Finora nel sud del Libano abbiamo evitato il peggio»
«La guerra non è mai inevitabile. La minaccia nel sud del Libano resta, ma abbiamo evitato il peggio, ecco perché dobbiamo continuare a spingere per un accordo più ampio per la regione. L’Ue non ha la bacchetta magica ma abbiamo fatto molto. La pace tra Libano e Israele dipende anche dalla situazione in Cisgiordania e dal Mar Rosso: purtroppo il massacro dei civili a Gaza continua». Lo ha detto l’alto rappresentante Ue Josep Borrell nel corso della sua visita in Libano.

Iran e Ucraina al Consiglio dei Governatori Aiea a Vienna
È in corso questa settimana a Vienna la sessione del Consiglio dei Governatori (Board of Governors) dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), in preparazione della 68ma Conferenza Generale (16-20 settembre). Numerosi i temi sensibili in ambito nucleare su cui il Consiglio è chiamato a esprimersi: dall’evoluzione della situazione in Iran alla sicurezza delle centrali nucleari in Ucraina (in primis Zaporizhzhia) sino al programma nucleare nordcoreano. Di forte rilevanza, nel contesto attuale di tensione e crisi umanitaria, anche la discussione sul Medio Oriente. Al centro dell’attenzione sono altresì le attività di ricerca, sviluppo, formazione e assistenza dell’Aiea a beneficio di e in collaborazione con gli Stati membri in ambito di tecnologie e applicazioni nucleari, fra cui spiccano le iniziative a sostegno della sicurezza alimentare e dell’agricoltura sostenibile e gli sviluppi in tema di energia da fusione, con riferimento anche al World Fusion Energy Group, che verrà lanciato a Roma nel mese di novembre, con un evento inaugurale di alto livello co-organizzato dal governo italiano insieme all’Aiea. L’ambasciatrice Debora Lepre, rappresentante permanente presso le Organizzazioni Internazionali a Vienna, ha reiterato nei suoi vari interventi il forte impegno dell’Italia a sostegno delle attività dell’Aiea, del suo ruolo cruciale per la sicurezza, la non-proliferazione e la promozione degli usi pacifici del nucleare.

La portaerei Usa Roosevelt lascia il Medio Oriente
La portaerei americana Uss Theodore Roosevelt sta facendo rientro negli Stato Uniti dopo un lungo dispiegamento in Medio Oriente, ponendo fine alla rara decisione del Pentagono di tenere contemporanemente due portaerei della Marina nella regione: insieme alla Roosevelt operava infatti nell’area anche la Uss Abraham Lincoln per proteggere Israele da un eventuale attacco dell’Iran o dei suoi alleati. Lo scrive il Washington Post. Prima della guerra di Israele a Gaza, da anni gli Stati Uniti non schieravano una potenza navale così significativa nella regione.

Ong, raid Israele su Golan uccide 2 miliziani vicini a Hezbollah
Due combattenti siriani vicini agli Hezbollah libanesi, alleati dell’Iran e di Hamas, sono stati uccisi sulle Alture siriane del Golan da un raid missilistico israeliano, secondo quanto riferito dall’Osservatorio per i diritti umani in Siria. La fonte riferisce che l’attacco è avvenuto nella regione di Qunaytra, a ridosso della Linea dell’armistizio tra Siria e Israele firmato nel 1974 dopo la guerra di Ottobre dell’anno precedente. Sul lato orientale del Golan, quello controllato dal governo di Damasco, opera una milizia locale, cooptata dagli Hezbollah e nota come «Resistenza islamica per la liberazione del Golan». Le alture sono state in gran parte conquistate da Israele nel 1967 e nel 1973. E sono state annesse, senza riconoscimento internazionale, nel 1981. Nel 2019 gli Stati Uniti hanno riconosciuto la sovranità israeliana sulle alture controllate da Israele.

Libano, due ragazzi di 17 e 12 anni uccisi in raid di Israele
Due ragazzi di 17 e 12 anni sono stati uccisi nelle ultime ore nel sud del Libano in un attacco israeliano nella regione costiera di Tiro. Lo ha riferito il ministero della Salute e diversi media libanesi, secondo cui i due fratelli, Ishaq e Hussein Aaliyan, sono stati investiti dall’esplosione di un missile israeliano che ha colpito la strada tra Tiro e Naqura nei pressi di Bayyada. Sono circa 150 i civili uccisi in Libano da attacchi israeliani condotti dall’8 ottobre scorso a oggi, secondo conteggi di fonti di stampa libanesi e internazionali.

Premier Miqati incontra alto rappresentante Ue Borrell, focus su escalation
Il primo ministro del Libano, Najib Miqati, ha ricevuto questa mattina l’Alto rappresentante europeo per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, arrivato nella capitale libanese ieri. Borrell ha inoltre in programma colloqui con il presidente della Camera, Nabih Berri, con il ministro degli Esteri, Abdallah Bou Habib, con il quale terrà una conferenza stampa, e con il comandante in capo dell’esercito, Joseph Aoun. Il funzionario europeo è stato informato sugli ultimi sviluppi della situazione nel sud del Libano e ha sottolineato la necessità di un cessate il fuoco e dell’attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che nel 2006 ha posto fine alla guerra tra Israele e il movimento sciita libanese Hezbollah.

Ankara apre inchiesta sulla morte dell’attivista turco-americana Domani in Turchia il corpo della ragazza uccisa in Cisgiordania
La procura di Ankara ha aperto un’inchiesta sulla morte di Aysenur Ezgi Eygi, l’attivista con cittadinanza turca e americana colpita alla testa mentre partecipava a una manifestazione in Cisgiordania la scorsa settimana, mentre Israele ha ammesso di ritenere «molto probabile» che le sue forze abbiano ucciso «indirettamente e involontariamente» la 26enne. Lo ha annunciato il ministro della Giustizia turco, Yilmaz Tunc. «Lavoreremo affinché venga stabilita una commissione di inchiesta indipendente per preparare un rapporto», ha detto Tunc, come riferisce l’emittente Ntv, invitando il relatore speciale dell’Onu sulle esecuzioni arbitrarie ed extragiudiziali ad agire immediatamente e affermando che il rapporto della Turchia sull’uccisione dell’attivista sarà inviato al Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu e alla Corte internazionale di Giustizia in relazione al caso per genocidio aperto contro Israele. Nel frattempo, il ministero degli Esteri di Ankara ha fatto sapere che sono state completate le procedure per il trasferimento del cadavere di Aysenur Ezgi Eygi in Turchia. «Il corpo arriverà domani in Turchia», si legge in una nota del ministero, che condanna «l’omicidio commesso dal governo genocida (del premier israeliano Benyamin) Netanyahu».

Ministero Sanità Hamas, 41.118 morti e 95.125 feriti dal 7 ottobre
Almeno 41.118 persone sono state uccise e 95.125 sono rimaste ferite dall’inizio delle operazioni delle Forze di difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza, avviate il 7 ottobre 2023 in seguito all’attacco del movimento palestinese Hamas contro lo Stato ebraico. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Gaza, gestito dallo stesso gruppo islamista. Quelli forniti da Hamas sono dati che tuttavia non possono essere verificati in maniera indipendente e che includono sia vittime civili che membri del movimento palestinese. Stando all’ultimo bilancio delle Idf, sono 342 i militari israeliani morti dall’inizio dell’operazione di terra a Gaza.

Gaza: sono 18 i morti in un raid israeliano su scuola dell’Onu, sei erano dipendenti dell’Unrwa
Un bombardamento aereo israeliano ha colpito una scuola dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) nel campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale, provocando la morte di 18 persone, tra cui sei dipendenti dell’Onu. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno dichiarato che l’attacco mirava a un centro di comando di Hamas situato all’interno della scuola «Al Jaouni», che, secondo Israele, veniva utilizzata dal movimento islamista palestinese per pianificare ed eseguire attacchi contro obiettivi israeliani. L’Onu ha condannato fermamente l’attacco. Il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, ha dichiarato che si tratta del quinto bombardamento che colpisce la stessa scuola dall’inizio del conflitto. «Condanniamo tutti gli attacchi aerei che prendono di mira i civili e le strutture delle Nazioni Unite», ha affermato Dujarric. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha definito l’accaduto «totalmente inaccettabile» e ha sottolineato la necessità di rispettare il diritto internazionale umanitario, chiedendo la cessazione immediata di queste violazioni.

Israele: su raid che ha ucciso 6 membri Unrwa «bugie»
Il portavoce militare israeliano in lingua araba Avichay Adraee ha pubblicato sui social media un messaggio che, a suo dire, riguarda «le accuse e le bugie» che sono state diffuse sull’attacco israeliano alla scuola Jaouni a Nuseirat in cui sono stati uccisi sei operatori dell’Unrwa: la struttura era «in precedenza utilizzata» come scuola, ma era «un complesso di comando e controllo di Hamas». Ha aggiunto che «molti dei nomi (delle vittime) pubblicati sui social media e sui canali di notizie appartengono a terroristi di Hamas coinvolti in attività terroristiche contro cittadini israeliani e forze dell’IDF» e le forze israeliane avevano ripetutamente chiesto maggiori informazioni all’Unrwa sui sei membri dello staff uccisi nell’attacco, ma ha affermato che «non ha risposto a queste richieste, che le sono state ripetutamente trasmesse».

Egitto: da Usa 1,3 mld di aiuti militari, decisione controversa
L’amministrazione Usa concederà 1,3 miliardi di dollari di aiuti militari all’Egitto, alleato di lunga data degli Stati Uniti che ha svolto un ruolo importante nella mediazione tra Israele e Hamas. Il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha dichiarato al Congresso che Washington rinuncerà al requisito di certificazione del rispetto dei diritti umani, citando «l’interesse per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti». «Questa decisione è importante per promuovere la pace nella regione e per i contributi specifici e costanti dell’Egitto alle priorità della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, in particolare per finalizzare un accordo di cessate il fuoco per Gaza, riportare a casa gli ostaggi, aumentare l’assistenza umanitaria per i palestinesi in difficoltà e contribuire a porre fine in modo duraturo al conflitto tra Israele e Hamas», ha affermato Blinken. Il democratico Chris Murphy, presidente della sottocommissione per il Medio Oriente della Commissione per gli Affari esteri del Senato, ha ricordato che Washington in precedenza aveva negato gli aiuti militari all’Egitto per motivi di diritti umani, pur mantenendo le sue relazioni strategiche con il Paese. «Non è un segreto che l’Egitto rimanga uno Stato autocratico profondamente repressivo e non vedo alcuna buona ragione per ignorare questo fatto rinunciando a questi requisiti», ha affermato Murphy. Il Cairo è uno stretto alleato regionale di Washington nonostante le accuse di abusi diffusi sotto il governo del presidente Abdel Fattah al-Sisi, tra cui torture e sparizioni forzate. Al-Sisi nega che ci siano prigionieri politici in Egitto. Afferma che stabilità e sicurezza sono fondamentali e che le autorità stanno promuovendo i diritti cercando di fornire bisogni di base come lavoro e alloggio.

La Giordania condanna il bombardamento israeliano di una scuola dell’Unrwa
Amman ha condannato fermamente il bombardamento israeliano di una scuola dell’Unrwa nel campo di Nuseirat, a Gaza, che ha causato decine di morti, inclusi sei dipendenti dell’agenzia. Il portavoce del ministero degli Esteri giordano, Sufyan Al Qudah, ha denunciato la violazione del diritto internazionale da parte di Israele e ha chiesto alla comunita’ internazionale, in particolare al Consiglio di sicurezza dell’Onu, di intervenire immediatamente per porre fine a tali attacchi e proteggere il popolo palestinese, garantendo il suo diritto a uno Stato indipendente con Gerusalemme est come capitale.

Sohr, un militare tra i morti dell’attacco tra Quneitra e Damasco
Una delle due persone uccise da un attacco attribuito alle Forze di difesa di Israele (Idf) era un ufficiale militare. Lo ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), centro di monitoraggio con sede a Londra, ma dotato di un’ampia rete informativa in Siria, rivelando nuovi dettagli sull’episodio rispetto a quanto riportato in precedenza dai media arabi. L’attacco ha preso di mira un’auto a est della citta’ di Khan Arnabeh, sulla strada Damasco-Quneitra. Oltre alle due vittime, il raid ha provocato danni ad ambulanze e camion dei pompieri che si dirigevano verso il luogo dell’obiettivo, contemporaneamente ai tentativi delle difese aeree delle forze di Damasco di intercettare i missili.

Gaza: otto morti in diverse zone della Striscia da questa mattina
Almeno otto palestinesi sono stati uccisi da questa mattina all’alba da attacchi delle Forze di difesa di Israele (Idf) che hanno colpito diverse zone della Striscia di Gaza. Lo ha riferito l’agenzia di stampa palestinese «Wafa», secondo cui tre persone sono morte a Rafah, nel sud dell’exclave, in seguito ai bombardamenti israeliani sulla zona di Khirbet al Adas, a nord della città. Altre tre persone sono state uccise a Jabaliya, nel nord della Striscia, mentre altri due palestinesi sono morti nel quartiere Al Zaytoun di Gaza City.

Hamas, nessuna nuova condizione per l’accordo di cessate il fuoco
Il movimento islamista palestinese Hamas non ha avanzato richieste aggiuntive alla proposta di accordo con Israele per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo si apprende da una dichiarazione del gruppo, diffusa dopo l’incontro di una sua delegazione con il primo ministro del Qatar Mohamed bin Abdel Rahman Al Thani e con il capo dei servizi segreti generali egiziani Abbas Kamel. Guidata da Khalil al Hayya, la delegazione ha confermato che il movimento continua ad agire con «positività e flessibilità per raggiungere un accordo di cessate il fuoco, in base al quale l’esercito di occupazione israeliano si ritiri dall’intero territorio della Striscia di Gaza, in un modo che realizzi gli interessi del nostro popolo e apra la strada a un accordo per lo scambio di ostaggi, al soccorso del nostro popolo, al ritorno degli sfollati e alla ricostruzione». La dichiarazione di Hamas sottolinea la «volontà del movimento di attuare immediatamente un accordo di cessate il fuoco sulla base di quanto dichiarato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden il 31 maggio e dalla risoluzione 2735 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e sulla base di quanto concordato in precedenza, in particolare con gli accordi del 2 luglio, senza porre nuove richieste e rifiutando qualsiasi nuova condizione su questo accordo da parte di qualsiasi soggetto». Infine, Hamas rifiuta qualsiasi ingerenza nella Striscia di Gaza una volta terminata la guerra, sottolineando che la gestione del territorio e’ un «affare interno palestinese».

mirati e Oms effettuano evacuazione di 97 palestinesi feriti o malati
Circa 97 persone ferite o malate, tra cui pazienti oncologici, sono state evacuate dalla Striscia di Gaza grazie a un’iniziativa degli Emirati Arabi Uniti in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della Sanità. Lo ha riferito l’emittente emiratina «Sky News Arabia», precisando che sono stati evacuati anche 155 familiari dei pazienti. Almeno 142 sul totale delle persone evacuate sono minori. «L’evacuazione, la seconda dall’aeroporto di Ramon, rientra nell’ambito degli sforzi degli Emirati Arabi Uniti per fornire assistenza sanitaria avanzata ai palestinesi feriti», ha dichiarato Reem al Hashimy, ministro di Stato degli Emirati Arabi Uniti per la Cooperazione internazionale.

Cisgiordania, 9 palestinesi uccisi da Israele in 30 ore
Con le ultime tre vittime di un attacco aereo con un drone israeliano a est della città di Tulkarem, in Cisgiordania sale a nove il bilancio dei palestinesi uccisi in Cisgiordania nelle ultime 30 ore. Oggi, per il terzo giorno consecutivo, le truppe israeliane assediano sia Tulkarem che il suo omonimo campo profughi, entrambi centri della resistenza armata palestinese nel nord della Cisgiordania. Fonti locali riferiscono della presenza di soldati e aerei da ricognizione che volavano a bassa quota. «Unità di fanteria vengono schierate nelle strade e nei vicoli dei quartieri del campo, i cecchini sono schierati negli edifici più alti e numerose case sono state trasformate in caserme militari dopo che i loro residenti sono stati sfrattati con la forza», ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa. Da ieri sera, inoltre, almeno tre palestinesi sono stati arrestati, mentre altri tre sono rimasti uccisi nell’attacco di un drone israeliano contro un veicolo a Haj Masoud, a est di Tulkarem; almeno due di loro erano miliziani. A Tubas, da parte sua, la nuova incursione militare israeliana continua oggi per il secondo giorno consecutivo, con l’accesso a tutti gli ingressi bloccati e cecchini e soldati schierati nei suoi quartieri, secondo fonti locali. A mezzanotte, le forze israeliane hanno preso d’assalto il campo di Faraa, a sud di Tubas, dove il palestinese Sufyan Jawad Abdul Jawad, 46 anni, è stato ucciso da colpi di arma da fuoco israeliani. Ieri mattina altri cinque giovani sono rimasti uccisi nel bombardamento di un drone israeliano nei pressi della moschea Al-Tawhid nella città di Tubas. Secondo l’esercito israeliano, l’attacco era diretto contro «miliziani armati». Da ieri, inoltre, le forze di occupazione hanno effettuato irruzioni nelle case e arrestato almeno nove cittadini, secondo Wafa. La Cisgiordania occupata sta vivendo la sua più grande spirale di violenza dai tempi della Seconda Intifada(2000-2005). Finora, nel 2024, almeno 360 persone sono state uccise dal fuoco israeliano, la maggior parte dei quali miliziani o aggressori ma anche civili, tra cui circa 60 minorenni, secondo un conteggio dell’agenzia Efe.

Wafa: altri 3 morti in raid Israele, totale sale a 8
L’agenzia di stampa palestinese Wafa riporta che tre persone sono state uccise da un attacco israeliano nell’area di Khirbat al-Adas a Rafah. Il nuovo dato porta il numero totale di persone uccise a Gaza questa mattina ad almeno otto, dopo i precedenti attacchi a Jabalia e Gaza City. Nella parte centrale di Gaza, le forze israeliane hanno anche colpito edifici residenziali nei campi di Bureij e Nuseirat, secondo Wafa.

«Al Arabiya»: due morti in presunto attacco forze Israele
Un attacco di droni attribuito alle Forze di difesa di Israele (Idf) ha ucciso due persone che si trovavano sulla strada tra Quneitra e Damasco in Siria. Lo ha riferito l’emittente panaraba di proprietà saudita «Al Arabiya» senza specificare ulteriori dettagli.

Cisgiordania: arrestato sospettato tentato attacco con autobomba
In un’operazione congiunta tra le forze speciali israeliane e lo Shin Bet, la scorsa notte è stato arrestato un ricercato palestinese coinvolto nell’esplosione di un’autobomba vicino a Hebron il 13 agosto. Il sospetto, che era rimasto ferito nel tentativo di attentato, è stato catturato mentre era ricoverato in un ospedale a Halhul, vicino a Hebron, in Cisgiordania. Ora si trova in custodia per ulteriori indagini da parte dello Shin Bet. Lo riportano i media israeliani

Portaerei Usa Theodore Roosevelt lascia la regione
Gli Stati Uniti hanno deciso il rientro della portaerei USS Theodore Roosevelt dal Medio Oriente, secondo funzionari statunitensi citati dal Washington Post. La portaerei è stata di stanza insieme alla USS Abraham Lincoln per diverse settimane. Le due portaerei sono state dispiegate nella regione dopo l’uccisione da parte di Israele del comandante di alto rango di Hezbollah Fuad Shukr e l’assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran, che Hezbollah e l’Iran hanno giurato di vendicare. I funzionari hanno aggiunto che anche un cacciatorpediniere del gruppo d’attacco della USS Theodore Roosevelt ha lasciato la regione, mentre la USS Abraham Lincoln rimane in Medio Oriente.

Attacco alla scuola Al-Jouni: i morti sono 14, decine di feriti
Sono 14 i morti nell’attacco israeliano contro la scuola Al-Jouni, nel campo profugo di Nousserat, nella Striscia di Gaza. Lo riferisce la locale Protezione civile. Decine i feriti, fra cui diversi in gravissime condizioni. Fra le vittime anche donne e bambini, oltre a 6 operatori Onu. La scuola era utilizzata come rifugio dagli sfollati che gravitano nella zona del campo profughi allestito dopo l’invasione israeliana a Gaza.

Washington Post: dubbi sulla ricostruzione israeliana della morte dell’attivista Usa
I racconti dei testimoni e nuovi video sollevano dubbi sulla ricostruzione di Israele in merito all’uccisione dell’attivista americana Aysenut Eygi in Cisgiordania. Lo riporta il Washington Post che ha condotto un’indagine in base alla quale Eygi è stata colpita da un colpo di arma da fuoco più di mezz’ora dopo l’apice degli scontri a Beita, e circa 20 minuti dopo che i manifestanti si erano spostati dalla strada principale. Un adolescente palestinese, che secondo alcuni testimoni era a meno di 20 metri da Eygi, è rimasto ferito dal fuoco israeliano.

Guterres e la morte di 6 operatori Onu a Gaza: «È inaccettabile»
Il Segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha deplorato la morte di sei membri del personale delle Nazioni Unite in un attacco israeliano contro una scuola a Gaza, denunciando «drammatiche violazioni del diritto umanitario internazionale». «Una scuola utilizzata come rifugio per 12.000 persone è stata nuovamente presa di mira da attacchi aerei israeliani. Sei dei nostri colleghi dell’Unrwa sono tra i morti», ha dichiarato su X. «Quello che sta accadendo a Gaza è totalmente inaccettabile», ha sottolineato Guterres, dichiarando che «queste drammatiche violazioni del diritto umanitario internazionale devono cessare immediatamente».

Hamas: «Pronti al cessate il fuoco immediato senza nuove condizioni»
Hamas è disponibile ad attuare un cessate il fuoco “immediato”con Israele a Gaza sulla base di una precedente proposta statunitense senza nuove condizioni da parte di nessuna delle parti. Lo riporta Al Jazeera citando un comunicato di Hamas al termine dell’incontro tra la delegazione negoziale di Hamas, guidata dall`alto funzionario Khalil al-Hayya, e il primo ministro del Qatar Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al Thani e il capo dell`intelligence egiziana Abbas Kamel a Doha.
La precedente proposta avanzata dal presidente americano Joe Biden a giugno prevedeva un cessate il fuoco in tre fasi in cambio del rilascio dei prigionieri israeliani. Finora i colloqui non sono riusciti a raggiungere un accordo per porre fine alla guerra durata 11 mesi.
Il direttore della CIA William Burns, il capo negoziatore americano su Gaza, ha detto sabato che una proposta di cessate il fuoco più dettagliata sarà avanzata nei prossimi giorni.

Gallant rivela il monito di un comandante di Hamas a Sinwar: «Il popolo non è più con noi»
Il ministro della Difesa israelianoYoav Gallant ha diffuso una lettera di un alto funzionario di Hamas, Rafa Salama, ucciso in luglio dall’ Idf, indirizzata ai fratelli Yahya Sinwar e Muhammad Sinwar, da cui emergerebbe una grave crisi dell’organizzazione islamica. La lettera, secondo la tv israeliana, risalirebbe allo scorso maggio. Nel documento, tradotto e pubblicato dall’ufficio del ministro della Difesa e mostrato in foto dallo stesso ministro, Salama sottolinea «le gravi perdite subite da Hamas: la capacità missilistica è stata ridotta del 90-95%, il 60% delle armi personali è stato distrutto e il 65-70% degli armamenti anti-carro sono stati persi. Inoltre, il 50% dei combattenti è stato ucciso o ferito». Salama aggiunge che «i restanti combattenti sono fisicamente e mentalmente esauriti e la popolazione non li sopporta più». «I leader non avrebbero potuto salvarlo», ha dichiarato Gallant riferendosi a Salama. «Anche i capi di Hamas saranno presto colpiti», ha aggiunto il ministro.

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