19 Settembre 2024
Barak Israele

Barak Israele

L’affermazione in un tweet in cui commenta i disordini di questi giorni

ex premier israeliano Ehud Barak ha indirettamente ammesso in un post su Twitter che lo Stato ebraico è dotato di armi nucleari. «A noi suona strano ma nelle conversazioni tra israeliani e diplomatici occidentali emergono profonde preoccupazioni circa la possibilità che, se il golpe in Israele dovesse riuscire, si instauri una dittatura messianica nel cuore del Medio Oriente, che dispone di armi nucleari, e desidera fanaticamente un confronto con Islam incentrato sul Monte del Tempio. Ai loro occhi è davvero spaventoso. Non succederà», ha scritto Barak su Twitter, commentando la situazione in Israele, scosso da oltre tre mesi da durissime proteste di piazza contro il controverso progetto di riforma della giustizia promosso dal governo di estrema destra di Benjamin Netanyahu.
Israele non ha mai ammesso ufficialmente di avere testate nucleari, che secondo stime internazionali oscillano tra decine e centinaia. Lo Stato ebraico è uno dei soli quattro Paesi che non ha mai aderito al Trattato di Non-Proliferazione (insieme a India, Pakistan e Corea del Nord che si è ritirata). Epicentro del programma nucleare è il centro di Dimona, nel deserto del Negev, sede di un reattore nucleare ad acqua pesante costruito alla fine degli Anni Cinquanta con l’aiuto decisivo – ma clandestino – della Francia. Il suo ruolo venne svelato al mondo nel 1986 da un ex tecnico, Mordechai Vanunu, che dal Regno Unito lo denunciò al Sunday Times. Prima che la storia venisse pubblicata, la «gola profonda» cadde in una trappola del Mossad, venne riportato in Israele e incarcerato per 18 anni. Nel 1998 Shimon Peres, che fu guida del programma nucleare (tanto che a lui è intitolato il Shimon Peres Negev Nuclear Research Center) e poi premier e presidente di Israele, nonchè Premio Nobel per la Pace, sostenne che lo Stato ebraico aveva costruito un deterrente, realizzando «un’opzione nucleare non per avere Hiroshima ma per avere Oslo», in riferimento all’accordo di pace con i palestinesi.

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