19 Settembre 2024

Fonte: La Stampa

Secondo i dati di marzo, il lavoro cresce ma esclusivamente con contratti a termine. Senza lavoro all’11%

A marzo la stima degli occupati continua a crescere (+0,3% rispetto a febbraio, pari a 62mila unità in più). Il tasso di occupazione si attesta così al 58,3% (+0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente), il tasso di disoccupazione resta stabile all’11 per cento. È quanto rileva l’Istat nei suoi dati provvisori diffusi il 2 maggio. La crescita congiunturale dell’occupazione interessa tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni. L’aumento maggiore si stima per i giovani 25-34enni (+0,9 punti percentuali).
La crescita, secondo l’istituto di statistica, è dovuta interamente alla componente maschile mentre per le donne, dopo l’aumento dei mesi precedenti, si registra un calo. Nell’ultimo mese si stima una ripresa degli indipendenti, che recuperano in parte la diminuzione osservata nei primi due mesi dell’anno e, in misura più lieve, dei dipendenti a termine, mentre restano sostanzialmente stabili i permanenti.
Su base annua continua l’aumento degli occupati (+0,8%, +190 mila). La crescita interessa uomini e donne e riguarda esclusivamente i lavoratori a termine (+323 mila), mentre calano i permanenti (-51 mila) e gli indipendenti (-81 mila). Crescono soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+391 mila) e, in misura minore, i 15-34enni (+46 mila) mentre calano i 35-49enni (-246 mila). Nell’arco di un anno diminuiscono sia i disoccupati (-4,0%, -118 mila) sia gli inattivi (-1,1%, -150 mila). Nell’arco del primo trimestre 2018, rende poi noto l’Istat, si stima una crescita degli occupati dello 0,1% rispetto al trimestre precedente (+21 mila).
L’aumento interessa gli uomini e tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni. Crescono i dipendenti a termine (+66 mila), mentre diminuiscono lievemente i permanenti (-8 mila) e in misura più consistente gli indipendenti (-37 mila). Alla crescita degli occupati nel trimestre si accompagna un lieve aumento dei disoccupati (+0,1%) e un calo degli inattivi (-0,3%, -34 mila).
Si registra, infine, un nuovo minimo storico per gli inattivi, coloro cioè che non hanno un lavoro né lo cercano: il tasso di inattività scende al 34,3%. Istat spiega che prosegue il calo iniziato a metà del 2013 (l’inattività è diminuita di quasi 2 punti percentuali negli ultimi 4 anni), sia maschile sia femminile. La diminuzione si è concentrata sui 50-64enni (-6,1 punti). Il numero degli inattivi si è ridotto di oltre 100 mila unità in solo mese.

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