19 Settembre 2024
soldi euro

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Gli interventi pubblici sui redditi familiari hanno ridotto la diseguaglianza dal 30,4% a 29,6% e il rischio di povertà dal 18,6% al 16,8%

Gli interventi pubblici sui redditi familiari quest’anno hanno contribuito a ridurre la diseguaglianza (misurata dall’indice di Gini) dal 30,4% a 29,6%, e il rischio di povertà dal 18,6% al 16,8%. In particolare in seguito alla riforma dell’Irpef contenuta nella legge di Bilancio del 2022 per il 64,9% delle famiglie che hanno migliorato la propria situazione il beneficio medio è di 828 euro, I contribuenti con i redditi medio-alti traggono i maggiori vantaggi dalla riforma, il beneficio è minore nel quinto più povero della popolazione, nel quale si concentrano i contribuenti con redditi inferiori alla soglia della no-tax area, esenti da imposta.
Il rapport dell’Istat sulla redistribuzione del reddito calcola l’impatto avuto da misure come la riforma Irpef, l’assegno unico e universale per i figli a carico, le indennità una tantum di 200 e 150 euro, i bonus per le bollette elettriche e del gas, l’anticipo della rivalutazione delle pensioni. Insieme di misure che, spiega l’Istituto di statistica, hanno ridotto il rischio di povertà per le famiglie con figli minori, sia coppie (-4,3 punti percentuali), sia monogenitori (-4,2 punti percentuali), soprattutto in seguito all’introduzione dell’assegno unico.

Irpef: per un quinto delle famiglie perdita media 824 euro
Per effetto della riforma dell’Irpef che ha ridisegnato gli scaglioni, le aliquote ed ha rimodulato le detrazioni, il 21,8% delle famiglie hanno peggiorato la propria situazione, subendo una perdita media di 824 euro . Le perdite determinate dalla riforma dell’Irpef sono dovute, soprattutto, all’abolizione delle detrazioni per i figli a carico che vengono compensate dall’assegno unico e universale solo per una parte delle famiglie con figli.

Per le famiglie senza figli o con figli adulti il rischio povertà aumenta
Con la riforma dell’Irpef la riduzione del rischio di povertà che ha interessato le famiglie monocomponenti (-2,1punti) e gli ultrasessantacinquenni soli (-1,3 punti) è legata soprattutto ai bonus e all’anticipo della rivalutazione delle pensioni. Di contro, per le famiglie senza figli o solo con figli adulti il rischio di povertà rimane quasi invariato o aumenta leggermente.

Assegno unico: vantaggio medio di 143 euro mensili
L’introduzione dell’assegno unico mantiene inalterata la situazione reddituale per il 66,4% delle famiglie rispetto al passato, quando c’erano gli assegni per il nucleo familiare. Il 24,3% migliora la propria situazione, avendo un beneficio medio pari a 1.714 euro (circa 143 euro mensili). Mentre il 9,3% la peggiora: la perdita media è pari a 591 euro (circa 50 euro mensili). La perdita più elevata si ha tra i nuclei più ricchi (rispettivamente 887 e 951 euro) e in quelli più poveri (752 euro) di questo gruppo, per i quali l’assegno per il nucleo familiare aveva un importo maggiore del nuovo assegno unico.

Pensioni: dall’anticipo della rivalutazione beneficio medio di 113 euro
Contro gli effetti negativi dell’inflazione e sostenere il potere d’acquisto delle pensioni è stata anticipata la rivalutazione delle pensioni per quattro mensilità del 2022. L’importo medio del beneficio è pari a 113 euro ed ha coinvolto il 44,9% delle famiglie. Il beneficio è più elevato nel terzo e nel penultimo quinto (rispettivamente 128 e 140 euro), dove si concentra più del 26% del beneficio totale. Nel quinto centrale si osserva il più alto numero di famiglie beneficiarie, pari al 51,3% del totale. Il quinto più povero ha avuto un beneficio medio di 69 euro con il 30,2% delle famiglie coinvolte.

Bonus energetici a vantaggio dei tre quarti delle famiglie
Vediamo l’impatto dei bonus per l’elettricità e il gas e l’indennità di 150 euro messi in campo per aiutare le famiglie a più basso reddito,e l’indennità di 200 euro che ha riguardato anche individui con redditi superiori alla media. Secondo l’Istat i bonus, pari in media a 404 euro l’anno, riguardano tre quarti delle famiglie (75,6%) e sono concentrati nei due quinti più poveri, ai quali è destinato il 66,4% della spesa totale. I bonus hanno un marcato profilo redistributivo: nel quinto più povero il beneficio medio annuo è pari 749 euro.

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