Al di là delle periodiche incomprensioni tra Meloni e Macron, i due Paesi hanno solidi interessi comuni. A partire dall’Ucraina, passando per la Tunisia in vista del Consiglio europeo
Alle 17 e 30 di oggi la premier italiana Giorgia Meloni sarà accolta all’Eliseo dal presidente Emmanuel Macron per il loro primo incontro ufficiale bilaterale, oltre a quelli giù avuti in occasione dei vertici internazionali. I due leader pronunceranno una dichiarazione alla stampa prima di entrare nel palazzo per il colloquio. Macron e Meloni mostreranno un’intesa che supera le periodiche incomprensioni tra ministri perché Francia e Italia hanno bisogno l’uno dell’altro, la relazione privilegiata tra i due Paesi si fonda sugli interessi comuni e sulla realtà concreta, al di là della retorica delle «nazioni sorelle» e delle dichiarazioni di circostanza.
In particolare in un momento come questo, nel quale l’asse franco-tedesco dà segni di non essere saldo come un tempo e in cui gli equilibri si stanno ridisegnando anche in vista delle elezioni europee dell’anno prossimo. Nell’autunno scorso, quando Meloni ha vinto le elezioni e ha ricevuto poi l’incarico di guidare il governo, Macron si è ben guardato dal commettere l’errore di alcuni suoi ministri, che evocarono la necessità di una «vigilanza» sugli atti della coalizione arrivata al potere a Roma. Il presidente anzi volle incontrare informalmente Meloni prima ancora dell’insediamento, e nei mesi successivi ha rinnovato più volte un invito all’Eliseo per il quale la premier italiana ha finalmente trovato posto in agenda.
In uno spazio politico che ormai è europeo e non più nazionale, gli screzi fanno parte del gioco quotidiano, sul quale Macron in Francia e il presidente Sergio Mattarella e Meloni in Italia cercano di sorvolare. La situazione politica nei due Paesi è favorevole a un’intesa: in Francia Marine Le Pen ribadisce la sua vicinanza semmai con Matteo Salvini ma sottolinea sempre più spesso le differenze che la separano dalla premier Meloni, che a sua volta in Europa si pone più come conservatrice che come sovranista o euroscettica, cercando un dialogo con i popolari europei che fa dire a Bernard Spitz, presidente del polo internazionale del Medef (la Confindustria francese): «Anche considerando l’eredità politica, Giorgia Meloni ha ormai il profilo politico dell’ex primo ministro spagnolo José Maria Aznar, che all’epoca nessuno mise all’indice. E infatti, all’opposto di Marine Le Pen, Meloni sostiene l’Occidente e l’Ucraina senza esitazioni». Non è un caso che l’Eliseo citi «il sostegno comune all’Ucraina» tra gli argomenti dell’incontro di oggi.
Meloni e Marcon parleranno dell’aiuto «militare, umanitario, economico, diplomatico e giudiziario» a Kiev. Un’anteprima si è avuta ieri sera, quando Macron ha chiuso la «conferenza sulla difesa aerea e anti-missile dell’Europa» che si è tenuta a Parigi alla presenza di venti ministri della Difesa europei (compreso l’italiano Guido Crosetto) e dei rappresentati Ue e Nato. «Posso annunciare, insieme alla mia collega italiana Giorgia Meloni, che il sistema anti-missile Samp-T franco-italiano è già dispiegato e operativo in Ucraina, dove protegge delle installazioni chiave e delle vite. È davvero l’Europa che protegge l’Europa, così potremmo riassumere il cuore del nostro progetto». Macron cita a esempio la collaborazione Francia-Italia nel sistema di difesa anti-aerea dell’Ucraina perché potrebbe essere l’embrione di una cooperazione più ampia e di una autonomia europea, in contrapposizione al progetto Sky Shield della Germania, che punta invece a integrare il sistema tedesco, quello Patriot americano e quello israeliano, e che non accoglie il favore della Polonia e, appunto, di Francia e Italia.
Se gli Stati Uniti e il Fondo monetario internazionale vorrebbero condizionare gli aiuti alla Tunisia a riforme dello Stato africano, la Francia sembra avere accolto la linea enunciata dalla premier Meloni, che punta a sostenere immediatamente il governo tunisino affinché fermi le partenze e quindi le stragi nel Mediterraneo. Proprio ieri il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin, quello delle critiche all’Italia che avevano provocato l’ultima crisi Parigi-Roma, ha annunciato a Tunisi un pacchetto di aiuti per 25,8 milioni di dollari per il contrasto alla partenza dei migranti verso l’Europa. Macron e Meloni cercheranno di presentarsi uniti al Consiglio europeo del 29 e 30 giugno.
Di fronte all’eterno rigore tedesco, Italia e Francia convergono nella necessità di una riforma che permetta di scorporare gli investimenti strategici, quelli legati al Pnrr o sulla Difesa.