20 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

Luigi di Maio

di Goffredo De Marchis

Per il vicepresidente della Camera Di Maio “non è la priorità”. E dal blog di Grillo parte l’attacco al premier: “Vuole cambiare perché ha paura di perdere”. La conferma implicita che questa legge elettorale non dispiace ai pentastellati. Dal Pd invito alla prudenza sulle modifiche

Luigi Di Maio gela le ipotesi di un accordo per modificare l’Italicum che passi per i 5 stelle: la legge elettorale non è una priorità per il Movimento. Ancora più duro il post apparso sul blog di Beppe Grillo: Renzi “ora vuole cambiare le carte in tavola perché ha paura di perdere. Un baro da due soldi e con la coda tra le gambe”. E la replica del Pd non si è fatta attendere: “Opportunisti con zero idee”, definisce i 5 Stelle l’onorevole Andrea Romano.
Il M5s. Quello di Di Maio è un assist per chi non vuole cambiare la norma (come Matteo Renzi), una delusione per chi come Pier Luigi Bersani e la minoranza Pd pensava di avere una sponda nei grillini per smontare la legge. E la conferma, implicita, che l’Italicum non dispiace ai grillini . “Hanno parlato per tre mesi di referendum, Olimpiadi e direzioni di partito. E così hanno perso le elezioni a Roma e Torino. Non contenti, il giorno dopo la sconfitta, hanno iniziato a parlare di modifiche alla legge elettorale, ovvero di come spartirsi le poltrone alle prossime elezioni politiche”, scrive il vicepresidente della Camera e membro del direttorio su Facebook. “La Camera ci costa 100.000 Euro all’ora (avete letto bene) e il Pd vuole spendere questi soldi per cambiare l’italicum. Facciano pure ma quando vorranno tornare sulla terra, gli mostreremo quali sono le priorità per l’Italia”.
Il blog di Grillo.  Renzi “ora vuole cambiare le carte in tavola perché ha paura di perdere. Un baro da due soldi e con la coda tra le gambe”. Così il M5s sul blog di Beppe Grillo in un post in cui commenta: non è possibile “cambiare la legge elettorale per cercare di evitare l’inevitabile. Non si può fermare il vento con le mani. Quando il M5s sarà al governo la legge elettorale sarà ancorata alla Costituzione per evitare che i partiti possano cambiarla quando fa comodo a loro”.
“Si fanno le regole ad partitum e quando non gli vanno più bene le cambiano, impegnando la Camera che costa 100.000 euro al giorno a occuparsi dei loro affari e non degli interessi di dieci milioni di italiani che vivono in condizioni di povertà o delle imprese che chiudono a centinaia ogni giorno” scrivono i 5 Stelle che ricordano: “I portavoce M5S hanno combattuto contro l’Italicum, presentato una legge elettorale scritta in Rete e cercato il dialogo con il Pd per una legge che fosse a garanzia dei cittadini, non dei partiti. Renzi ha pensato solo al suo. Ora vuole cambiare le carte in tavola perché ha paura di perdere”.
“Le elezioni amministrative sono state vinte dalle idee e dalle proposte del M5s, la forza politica più presente nei comuni al voto e quella che ha preso più voti di tutti al primo turno” afferma il Movimento che continua: “La risposta è stata prima il silenzio assoluto, poi un nuovo decreto a favore delle banche e ora il cambio delle carte in tavola. Anziché attivarsi per il Reddito di cittadinanza, il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari o l’abolizione di Equitalia il Pd ora pensa solo a come bloccare il cambiamento con due mosse: la modifica della legge elettorale, non per inserire le preferenze ma perché l’Italicum prevede il ballottaggio e Renzi ha paura di esser battuto con un 70 – 30 come successo a Roma” e la “la posticipazione del referendum costituzionale, perché il premier non eletto ha personalizzato il referendum salvo poi rendersi conto dopo il voto del 19 giugno che gli italiani non vedono l’ora di mandarlo a casa”.
La replica del Pd.
“I 5 stelle prima attaccano l’Italicum, poi lo difendono – ha detto Andrea Romano, parlamentare del Partito Democratico – Fanno tutto da soli, dei veri pagliacci, canne al vento. Un giorno vogliono uscire dall’euro e dall’Europa, il seguente si rimangiano tutto. Fanno gli acrobati, un salto mortale avanti e subito uno indietro. Tutto opportunismo e zero idee. Benvenuti al circo a 5 stelle”.
Frasi che arrivano all’indomani della decisione di riaprire il dibattito sulla legge. Sinistra italiana ha infatti ottenuto, a sorpresa, di parlarne in aula alla Camera nel mese di settembre.
Il messaggio è chiaro: i 5 Stelle parlano d’altro. “Di un Paese – dice Di Maio – che ha 10 milioni di cittadini che vivono sotto la soglia di povertà, 11 milioni di cittadini che hanno rinunciato a curarsi per difficoltà economiche, che è al secondo posto tra i paesi europei per corruzione e in cui ogni giorno falliscono circa 380 imprese”. Dunque, conclude Di Maio, “se vorrete il Movimento 5 stelle al governo del Paese, faremo 4 cose con priorità assoluta: una legge sul reddito di cittadinanza; misure di alleggerimento fiscale per le imprese, tra cui l’abolizione di Equitalia; norme anticorruzione, incluse quelle per la sburocratizzazione; un piano energetico nazionale per rilanciare il lavoro nel mondo dell’energia green e abbassare le bollette energetiche per le famiglie italiane. A voi la scelta”.
Più diretto, contro Renzi ovviamente, è l’attacco di Alessandro Di Battista, altro membro del direttorio: “Fino alle vittorie M5s a Roma e Torino Italicum era legge migliore al mondo (per noi è uno schifo). Ora Renzi pronto a cambiarla. Cialtroni!”, scrive su Twitter. Un segnale preoccupante per il Pd perché dà corpo al vero timore di Largo del Nazareno: che oggi qualsiasi ipotesi di modifica venga usata dai grillini come elemento propagandistico contro il governo e contro il premier”.
Il Partito Democratico. Cauti i capigruppo del Pd: “Io sarei molto prudente”, spiega il presidente dei senatori Luigi Zanda, anche perché “sarebbe la prima volta che si modifica una legge elettorale che non è stata mai sperimentata. Miglioramenti ci possono sempre essere ma bisogna mettere sul piatto anche tutte le conseguenze”. Il collega di Montecitorio, Ettore Rosato, frena gli entusiasmi: quella che sarà discussa a settembre “è soltanto una mozione… L’iniziativa di Sel è rispettabile ma non è uno strumento per cambiare la legge elettorale. Tra l’altro l’incostituzionalità, oggetto della mozione, è un problema che per noi non c’è. Con l’Italicum abbiamo costruito un impianto solido, che garantisce la governabilità e la rappresentanza e che risolve quei problemi che anche oggi possiamo rivedere in Spagna. Detto questo, non abbiamo mai negato il dialogo”. Insomma, per Rosato “le priorità del Paese sono altre”.
E Sinistra Italiana li sfida, “ora vediamo chi fa sul serio”. E mentre dentro Forza Italia fanno discutere le parole di Confalonieri che invita Berlusconi a collaborare con il governo sulle riforme, arrivano anche le indiscrezioni di Repubblica che attribuiscono al ministro Angelino Alfano l’intenzione di aprire una crisi di governo dopo il referendum in assenza di una revisione dell’Italicum che preveda l’introduzione del premio di coalizione.

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