Fonte: La Stampa
di Carlo Bertini
Ottantamila emendamenti leghisti. La battaglia sarà aspra, i voti sul filo
Se il governo e la maggioranza resisteranno oggi ai colpi del caso Consip, l’aula del Senato dovrà sopportare un’altra scossa tellurica la prossima settimana. Quando farà il suo ingresso lo ius soli, la legge sulla cittadinanza, seguita da un codazzo di 80 mila emendamenti leghisti. La battaglia sarà assai aspra, i voti sul filo.
«Il tema dello ius soli risponde a una domanda esistente. Anni fa ho detto che l’Italia non può diventare una immensa sala parto e io lavoro perché questo non succeda», mette le cose in chiaro Alfano. I centristi di Ap potrebbero pretendere una settimana di slittamento prima di ingoiare il rospo. Che si preannuncia bello grosso, visto che il governo si appresta a far votare ben quattro, dicasi quattro, richieste di fiducia. Una cosa rara, dovuta ad un cavillo regolamentare. Ma che obbligherà i senatori a transitare sotto la presidenza quattro volte di seguito a pronunciare il fatidico «sì» al governo. Senza diserzioni.
Come le unioni civili
Insomma, una sfida campale, qualcosa di analogo allo scontro sulle unioni civili. Lo ius soli andrà in rampa di lancio il giorno dopo la chiusura dei ballottaggi delle comunali. Con quattro voti di fiducia appunto, per bypassare un problema: poiché la legge sbarca in aula senza che la Commissione abbia votato un mandato al relatore, scrivere un maxiemendamento con un solo articolo comporterebbe una diversa formulazione del testo; e quindi l’obbligo di tornare alla Camera. Con il poker di fiducie sui quattro articoli, l’obbligo verrà aggirato e un ritardo scongiurato. I renziani ieri hanno apprezzato l’uscita del ministro Galletti, «capisco Angelino ma i tempi sono maturi per questa legge»; così come quella di Lupi. «Il nuovo ius soli è temperato. Non è automatico alla nascita, bisogna essere figli di persone con permesso permanente, un certo reddito e residenza».
AP ago della bilancia
«Voteremo sì», conferma Angelino a Maurizio Molinari durante la presentazione del libro “Il ritorno delle tribù”. Con uno sfogo, «affrontare la questione con la ripresa degli sbarchi è il modo perfetto per non affrontarla con serenità». E un avviso, «proporremo dei correttivi come abbiamo fatto alla Camera», che impensierisce il Pd. Dove temono scosse, «perché sarà determinante Ap. Contando i loro voti, quelli di Mdp, di parte de Misto, compresi alcuni ex grillini, la legge passerebbe», notano i Dem. Consci che con quattro voti di fiducia sul tavolo però, la maggioranza deve poter contare sulle sue forze senza scarti imprevisti. Quel che invece è certo è l’imbarazzo dei 5Stelle: dopo aver presentato nel 2013 una proposta simile, «atto Camera 1204» prima firma Giorgio Sorial, nato in Italia da genitori egiziani, ora devono seguire Grillo contro «un pastrocchio invotabile». Tanto che Di Maio la prende larga, «il tema va discusso a livello europeo».