ESTERI
Fonte: La StampaIl candidato del Ppe dopo le frasi dell’ex premier sui lager rivolte ai tedeschi:
«Nessuno insulti i partner dell’Europa». Ma Brunetta: «Silvio lungimirante»
Le parole di Silvio Berlusconi sulla Germania e i lager («per i tedeschi non sono mai esistiti»,ndr) irrompono nella scena Europea a un mese dalle elezioni. E creano una frattura all’interno del Partito popolare europeo, il Ppe, lo stesso a cui appartiene Forza Italia. La frase del Cavaliere «mi ha disgustato», dice Jean-Claude Juncker. Il candidato del Ppe alla presidenza della Commissione Ue sottolinea come su «alcune cose non si scherza» e chiede a Berlusconi «di scusarsi con i sopravvissuti all’Olocausto e con i cittadini tedeschi per le sue dichiarazioni». «L’Italia è una grande nazione – ha aggiunto – ma anche la Germania è una grande nazione. Tutti i 28 Paesi della Ue sono grandi nazioni. Nessuno ha il diritto di insultare gli amici e i partners della Ue». Quelle di Silvio Berlusconi, per Angela Merkel, sono «affermazioni talmente assurde che il governo tedesco non le commenta», ha detto invece il portavoce della Cancelliera, Steffen Feibert, specificano che «con l’Italia abbiamo un rapporto stretto e di amicizia».
LA FRASE CONTESTATA
Intervenuto a Milano alla presentazione dei candidati alle Europee per il collegio Nord Ovest Berlusconi aveva attaccato durante il suo avversario politico alle Europee scatenando un fiume di reazioni. Al centro dei suoi strali il candidato socialista Martin Schulz, con cui già nel 2003 aveva avuto un diverbio e a cui aveva affibbiato l’aggettivo di “kapo”. «Non volevo offenderlo – ha detto riferendosi appunto all’episodio del 2003 all’Europarlamento – ma apriti cielo perché i tedeschi, per loro, i campi di concentramento non sono mai esistiti».
Martin Shulz, in campagna elettorale in Bulgaria e Romania, riflette ore prima di reagire. Ma dopo commenta in modo durissimo e definisce Berlusconi «sinonimo di odio, invidia e litigio». È «scandaloso», continua il candidato del Pse alla presidenza della Commissione dell’Ue, che «le stupidaggini» di oggi siano state dette per vantaggio elettorale, un comportamento che «contraddice quello che l’Italia è: un Paese meraviglioso e con un grande popolo».«L’Europa – ha concluso – è invece sinonimo di pace e solidarietà tra i popoli e le nazioni. Questo non sarà minacciato dalle stupide parole di Berlusconi».
BRUNETTA: «JUNKER PRONO ALLA MERKEL»
«Le dichiarazioni di Juncker sono esse sì incresciose, e purtroppo figlie di un triste calcolo elettorale: la paura cioè di perdere i voti della Merkel», è la replica del capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, secondo il quale «ora che anche Juncker si dimostra succubo di questa nouvelle vague prona alla Grande Germania, che ha impoverito il sud dell’Europa e ingrassato i conti delle banche tedesche, la posizione di Berlusconi appare più che mai lungimirante e realistica». «Altro che scusarsi con tedeschi ed ebrei. Berlusconi non ha affatto scherzato sull’Olocausto, né accusato a vanvera un popolo che stimiamo e amiamo, ma ha dato voce a un timore serio e realistico dell’opinione pubblica non solo italiana», spiega Brunetta. «Oggi i leader tedeschi, al di là delle dichiarazioni di facciata, tendono per la loro personale ambizione, a rimuovere la memoria di quel che le pulsioni nazionalistiche ed egemoniche della Germania hanno storicamente sempre causato in Europa: e cioè invasioni, guerre e lutti», conclude Brunetta.
CRITICHE DA TUTTA LA GERMANIA
Ma le parole dell’ex Cavaliere sono «indicibili» anche per la ministra tedesca della Sanità, la socialdemocratica Manuela Schwesig. «Spregevoli commenti» che «sono un insulto per l’intero popolo tedesco, non solo per Martin Schulz», le definisce il presidente del Partito socialista europeo, Sergei Stanichev, che chiede «ad Angela Merkel, ai leader del Ppe e al candidato Jean Claude Juncker» di «prendere immediatamente le distanze» e «condannare» le parole di Berlusconi. Mentre per il capogruppo S&D al Parlamento europeo, l’ austriaco Hannes Swoboda, «Forza Italia non può più restare nel Ppe» perché ha posizioni «estremiste» ed il suo leader «non rispetta gli standard minimi di educazione e comunicazione richiesti in una campagna europea». E se dal Ppe non arrivano dichiarazioni ufficiali, Elmar Brok, membro dell’esecutivo della Cdu/Csu dal 20014 e parlamentare europeo dal 1980, argomenta di sentirsi «dispiaciuto» per Berlusconi «perché è totalmente fuori da ciò che è la realtà». «Le sue – aggiunge – sono le frasi di un vecchio».