Fonte: La Repubblica
Il presidente della Commissione europea, intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa, ha poi chiarito: “Dire che è un rischio è un’esagerazione, malgrado il debito pubblico sia preoccupante”
“Crediamo che la crescita dell’Italia arriverà solo allo 0,2 per cento, cioè zero. Il che vuol dire che i problemi dell’Italia continueranno a crescere”. Il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker, intervistato da Fabio Fazio alla trasmissione “Che tempo che Fa”, conferma le parole del ministro Giovanni Tria sulla gelata dell’economia italiana nei primi mesi dell’anno.
Juncker si prende una piccola rivincita dopo lo scontro che in questi mesi ha visto di fronte il governo gialloverde con le sue stime molto ottimistiche su crescita, deficit e debito e la commissione Ue molto più prudente. “Con i nostri amici italiani – ha ricordato Juncker – avevamo un contenzioso, nel corso degli ultimi mesi, relativo al livello della crescita italiana. I livelli annunciati dall’Italia si sono rivelati imprecisi e noi l’avevamo previsto, tutti noi”.
Per Juncker il nostro Paese deve trovare al più presto gli strumenti per ripartire ma deve anche assolutamente risolvere la questione del debito pubblico. La frenata del Pil italiano insieme al suo debito non è però tale da mettere a rischio altre economie, come si era spinto a ipotizzare il Fondo monetario internazionale: “Penso che l’Italia – dice infatti il presidente della Commissione – sappia quali sono i suoi problemi: la crescita in Italia è in ritardo rispetto a quella europea da 20 anni a questa parte ma dire che è un rischio è un’esagerazione, malgrado il debito pubblico sia preoccupante”. Ma l’Italia ce la farà a risollevarsi? “Voglio crederci ma non ne sono certo”, risponde.
Il presidente della commissione insiste poi su uno degli altri temi di attrito con l’Europa, quello sulla Tav Torino-Lione: “L’Ue – ricorda – concede circa 888 milioni di euro per cofinanziare il progetto della Torino-Lione. Sono stati già impegnati alcuni crediti e io desidererei che la Tav si facesse. E’ importante per ragioni economiche, sociali e ambientali. Ne vale la pena”.
Più sfumato invece il giudizio sugli accordi firmati dal nostro governo con Pechino, per il quale non vede “nessun pericolo grave” anche se “non mi piace tanto che i paesi europei singolarmente sottoscrivano contratti con la Cina”.
Juncker contesta poi chi afferma che l’Europa non ha fatto e non fa abbastanza per l’Italia, che parla a vuoto senza impegnarsi economicamente come sulla questione dei migranti: “In termini finanziari, abbiamo appoggiato ampiamente l’Italia per il massiccio arrivo di migranti per almeno un miliardo di euro, non di lire. L’Italia ha potuto giovarsi della solidarietà europea, che è stata forse insufficiente, ma entro le possibilità di bilancio che abbiamo avuto, abbiamo fatto tutto il possibile”