19 Settembre 2024
kazakhstan scontri gas

kazakhstan scontri gas

Rimasti feriti 100 poliziotti, 200 gli arresti. Gli scontri iniziati dopo che il governo ha eliminato i controlli sui prezzi del gas di petrolio liquefatto all’inizio dell’anno

È stato costretto ad accettare le dimissione del governo il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev in seguito alle proteste scoppiate per l’aumento del prezzo del carburante nel paese. Le manifestazioni, nello stato tra i principali produttori di petrolio dell’Asia centrale, hanno avuto come conseguenza il ferimento di quasi 100 poliziotti. Già da martedì si erano riuniti centinaia di manifestanti nella piazza principale di Almaty, la più grande città del Kazakhstan, e già in quell’occasione la polizia aveva lanciato gas lacrimogeni e granate stordenti.
Gli scontri sono iniziati dopo che il governo ha eliminato i controlli sui prezzi del gas di petrolio liquefatto all’inizio dell’anno. Parlando ai membri del gabinetto, Tokayev ha ordinato loro e ai governatori provinciali di ripristinare i controlli sui prezzi del GPL e di estenderli a benzina, diesel e altri beni di consumo “socialmente importanti”. Il presidente ha poi dichiarato che la situazione nel paese, dove a causa delle proteste le autorità sono state costrette a dichiarare lo stato d’emergenza, stava migliorando. Tokayev, oltre ad aver sostituito il primo ministro, ha anche nominato un nuovo primo vice capo del comitato di sicurezza nazionale che ha sostituito Samat Abish, un nipote del potente ex presidente Nursultan Nazarbayev. Le autorità cittadine hanno invitato i residenti a rimanere a casa, dicendo che l’operazione di applicazione della legge stava continuando.
L’ex presidente Nazarbayev, 81 anni, è rimasto al potere del Kazakhstan per quasi 30 anni prima di dimettersi nel 2019 e sostenere Tokayev come successore. Attualmente continua a mantenere ampi poteri come presidente del consiglio di sicurezza che non ha convocato durante le proteste di questi giorni. Proteste che sono iniziate nella provincia occidentale di Mangistau, tra le produttrici di petrolio nel paese.  Nel frattempo, una serie di edifici governativi sono stati presi d’assalto e, oltre a un centinaio di poliziotti feriti, sono state più di 200 le persone arrestate.

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