Fonte: La Repubblica
Delegazione di Seul riferisce alla Casa Bianca un messaggio del dittatore nordcoreano: “Pronto a sospendere i test nucleari”. Washington: sanzioni restano in vigore. Cina e Russia plaudono all’annuncio
Entro maggio Kim Jong-un e Donald Trump si incontreranno. Lo storico vertice arriva dopo un messaggio – verbale e non scritto, ha precisato Seul – del dittatore di Pyongyang al presidente Usa. A riferirlo alla Casa Bianca è stata la delegazione sudcoreana che nei giorni scorsi era volata nella capitale del Nord per un altro colloquio senza precedenti. E durante il faccia a faccia, Kim ha affidato l’invito da portare a quello che è stato il suo rivale dichiarato fin dall’arrivo ai vertici dell’istituzione americana. “Incontriamoci”, dice Kim a Trump. E si dichiara pronto a sospendere i test nucleari. L’invito è stato accolto dal presidente Usa. Luogo e data dell’appuntamento – fa sapere la sua portavoce Sarah Sanders – verranno concordate in seguito.
Il responsabile per la sicurezza nazionale della Corea del Sud, Chung Eui-yong, che ha guidato la delegazione, è intervenuto dalla Casa Bianca dopo aver incontrato il presidente americano e si è detto “ottimista” su una soluzione pacifica della crisi della penisola. Washington si mantiene ancora prudente e fa sapere che si attende di vedere concretizzare il proposito di denuclearizzazione della Corea del Nord, ma nel frattempo restano in vigore tutte le sanzioni: “Non è prevista alcuna concessione in cambio dell’apertura al dialogo”, è stato sottolineato. Una linea poi confermata su Twitter dallo stesso Trump che però ha sottolineato come siano stati fatti “grandi progressi” nel negoziato.
Tra l’altro, proprio ventiquattro ore prima dell’annuncio del vertice, il dipartimento di Stato americano aveva reso nota l’imminenza di nuove misure contro Pyongyang dopo aver verificato l’impiego del gas nervino nell’agguato che ha portato alla morte di Kim Jong-nam, fratellastro del dittatore. E proprio “la politica delle sanzioni”, secondo il premier giapponese Shinzo Abe è alla base del disgelo. Abe, riferisce l’agenzia Kyodo, ha accolto positivamente il “cambio della postura” di Pyongyang anticipando che ad aprile andrà negli Usa per discutere il dossier nordcoreano con Trump.
Non si sono fatte attendere le reazioni internazionali. La Russia e la Cina, alleate della Corea, plaudono all’annuncio. Mosca giudica il possibile incontro fra Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong Un come “un passo nella giusta direzione” e si augura che il meeting avrà davvero luogo. Così il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov citato da Interfax. Secondo Lavrov, l’incontro dovrebbe condurre a una “piena soluzione politica” della situazione nella penisola coreana e una sua “denuclearizzazione”. La questione nucleare della penisola coreana “è sul giusto binario della sua soluzione”, ha detto invece il portavoce del ministro degli Esteri cinese Geng Shuang, auspicando che tutti possano mostrare “il coraggio politico per arrivare alla soluzione”, fino in fondo.