22 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

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L’Eurotwer critica anche gli altri Paesi in cui c’è uno «squilibrio nei conti»

La Bce bacchetta ancora una volta l’Italia e lo fa in merito di progetti di bilancio 2015 già presentati alla Commissione europea. La Bce ricorda che sono sette i Paesi identificati come a rischio di non conformità con il Patto di stabilità e di crescita, tra questi il Belgio, l’Italia, Malta e l’Austria nell’ambito del meccanismo preventivo del Patto, nonché la Francia, la Spagna e il Portogallo nell’ambito del meccanismo correttivo. Ad eccezione del Belgio, «nessuno dei Paesi considerati a rischio di mancato rispetto del Patto ha adottato misure sufficienti a correggere gli squilibri individuati dall’Eurogruppo lo scorso dicembre» e «sia per l’Italia che per il Belgio continua a esservi un notevole scostamento dello sforzo strutturale richiesto nell’ambito della regola del debito».

L’Italia, secondo l’Eurotwer, «necessita di ulteriori riforme per accrescere il prodotto potenziale. In caso di riforme significative nel mercato del lavoro e in quello dei beni e servizi che allineerebbero l’Italia con le migliori prassi, il Pil potrebbe crescere di oltre il 10 per cento nel lungo periodo». E ancora: «Un’attuazione concomitante delle riforme in entrambi i mercati potrebbe determinare un incremento del prodotto ancora maggiore»

Nel bollettino economico mensile la Bce scrive anche che l’indicatore del clima economico nell’Eurozona è migliorato in gennaio e in febbraio, con livelli superiori a quelli del trimestre precedente, «suggerendo quindi una possibile accelerazione del dinamismo degli investimenti». E spiega che «più in generale, in linea con le precedenti riprese economiche a seguito di crisi finanziarie, l’attuale ripresa degli investimenti è stata modesta, frenata da fattori persistenti quali bilanci deteriorati in diversi settori imprenditoriali e dall’incertezza causata dalla crisi che si sta attenuando piuttosto gradualmente. Nel terzo trimestre del 2014, gli investimenti sono rimasti quasi del 17% al di sotto del picco registrato nel primo trimestre del 2008, con un conseguente forte calo del rapporto tra investimenti e pil. In una prospettiva futura, «la ripresa degli investimenti dovrebbe ritrovare slancio grazie al rafforzamento della domanda totale interna e di quella estera, alla necessità di ammodernare lo stock di capitale dopo anni di investimenti modesti, alle condizioni finanziarie estremamente favorevoli, al tasso di cambio dell’euro più debole e al graduale rafforzamento dei margini di profitto».

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