19 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

Il Refi resta a zero, il tasso sui despositi a -0,4%. Il programma di acquisti confermato al ritmo di 60 miliardi al mese fino alla fine dell’anno, ma Francoforte è pronta ad ampliarlo in caso di peggioramento dell’economia. Draghi: “Serve ancora politica accomodante. Nessuna data precisa per discutere il taglio agli acquisti”

Nessun sorpresa dal consiglio direttivo della Banca Centrale Europea. L’Eurotower ha lasciato i tassi di interesse invariati con il tasso principale è allo 0%, mentre quello sui depositi resta negativo allo -0,4%.  Invariato anche il tasso marginale a +0,25%. I tassi – si legge nela nota della Bce – si manterranno “su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività”.
Nessuna modifica in programma neppure per il Qe. Francoforte ha confermato il livello di acquisti per 60 miliardi di euro al mese “fino alla fine di dicembre 2017, o anche oltre se necessario, e in ogni caso finchè non riscontrerà un aggiustamento durevole” dell’inflazione. Un riferimento, quello di un possibile nuovo allungamento, che secondo alcuni analisti poteva per la prima volta venire meno nel comunicato ufficiale e che invece la Bce ha deciso di ribadire, sottolineando che la Bce è pronta ad ampliare il piano di Quantititave Easing “in termini di entità o durata” in caso di peggioramento dell’economia. Non a caso, l’euro si è indebolito sui mercati scontando questa posizione ancora accomodante dell’Eurotower.
In conferenza stampa il presite Mario Draghi ha rivendicato come le politiche della Bce siano stati fondamentali per portare l’Europa fuori dallo spettro della deflazione e per preservare le condizioni finanziarie favorevoli di questi mesi, e ha sottolineato come sia ancora necessaria una politica monetaria accomodante da parte della Banca centrale. Le nuove informazioni macroeconomiche, ha detto, confermano “il rafforzamento della ripresa, che si sta diffondendo a sempre più settori” e i rischi sulla ripresa sono ora “bilanciati”. Ma questo quadro “si deve ancora trasferire in una dinamica più forte di inflazione”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, il governatore ha spiegato che durante il Direttorio si è parlato del rafforzamento della ripresa ma anche si è preso atto della mancanza di segnali forti sul fronte dell’inflazione. Il Consiglio deve essere “paziente” e “prudente” nel reiterare la sua posizione e si è espresso in maniera unanime per non cambiare il comunicato finale, limitandosi a riconoscere che in autunno si dovrà parlare di modifiche alla politiche di stimoli della Bce, ma senza darsi scadenze precise. Più volte Draghi ha ricordato che l’inflazione, obiettivo principale della Bce, “non è dove vorremmo e dove dovrebbe essere”, cioè vicino al +2%.
Anche a chi gli obiettava che nel discorso di Sintra aveva lasciato intendere possibili strette monetarie in ragione di pressioni “reflazionistiche”, ha precisato che la posizione dell’Eurotower è stata coerente negli ultimi incontri pubblici e sempre orientata a far capire che la ripresa c’è, ma ancora non si è scaricata sulla stabilità dei prezzi (a causa soprattutto del mercato del lavoro e dei salari) e quindi che la Bce “resterà sul mercato ancora a lungo” per riportare l’inflazione in carreggiata.

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