19 Settembre 2024
ECONOMIA
Fonte: La Stampa
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Confindustria rialza le stime del Pil. L’Istat: a luglio import ed export in calo

L’Italia, come Belgio e Francia, dovrebbe usare i risparmi da minori interessi «per ridurre il deficit» anziché aumentare la spesa. Lo scrive la Bce nel suo bollettino, ricordando che Belgio e Italia hanno «elevati gap» nel consolidamento strutturale richiesto dalla regola del debito. La Ue ha tenuto conto delle “attenuanti” di bassa crescita e riforme. L’Eurotower ha poi parlato di «una perdurante, ancorché lievemente più debole, ripresa economica nell’area dell’euro e un incremento dell’inflazione più contenuto rispetto alle precedenti aspettative». È l’analisi dei governatori contenuta nel bollettino Bce.

 

MIGLIORANO LE STIME DEL PIL 

Intanto il Centro studi di Confindustria ha rialzato le stime del Pil per quest’anno e il prossimo, indicando rispettivamente un +1% ed un +1,5% e migliorando così la precedente previsione di giugno (+0,8% e +1,4%). Il Csc parla di un «biennio di recupero», in uno scenario economico che «durante l’estate è mutato» e che nel complesso «risulta più favorevole».

 

GIU’ IMPORT ED EXPORT 

Notizie meno positive, invece, dall’Istat. A luglio, infatti, calano import ed export. In particolare le importazioni hanno registrato una flessione del 3,7%, mentre le esportazioni sono diminuite dello 0,4% su base mensile. Su base annua entrambi i dati sono invece in rescita, rispettivamente del 4,2% e del 6,3%. Il saldo della bilancia è postiva per 8 miliardi di euro. La flessione congiunturale dell’export, spiega l’istituto di statistica, è la sintesi dell’aumento delle vendite verso i mercati extra Ue (+1,0%) e della diminuzione di quelle verso i mercati Ue (-1,5%). Al netto dei prodotti energetici (-18,1%), si rileva una contenuta crescita (+0,4%). La diminuzione dell’import rispetto al mese precedente coinvolge gli acquisti sia dai paesi extra Ue (-6,4%) sia da quelli Ue (-1,7%). La flessione è estesa a tutti i principali raggruppamenti di prodotti, a eccezione dei beni di consumo durevoli (+3,9%).

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